Piante tossiche in Italia: attenzione al colchico e ai funghi velenosi

23.08.2025 13:35
Piante tossiche in Italia: attenzione al colchico e ai funghi velenosi

Roma, 23 agosto 2025 – L’Italia si prepara a fronteggiare un aumento dei casi di avvelenamento da funghi, compreso il colchico d’autunno (Colchicum autumnale), frequentemente scambiato per zafferano da chi lo raccoglie nella stagione tarda. È importante evidenziare che non esistono antidoti alla colchicina, la tossina che ha causato decessi anche nel nostro paese, riporta Attuale.

Funghi e finto zafferano, veleni potenti

“Ci prepariamo anche agli avvelenamenti da funghi – spiega la scienziata Donata Favretto, responsabile del laboratorio di tossicologia all’università di Padova –. Ogni anno, i casi si concentrano tra fine agosto e settembre. Stesso discorso per il colchico, che fiorisce sull’Altopiano di Asiago. La possibilità di sopravvivere dipende sempre dalle quantità ingerite. È la dose che fa il veleno, non la sostanza in sé. Per alcune tossine, come la tossina botulinica, basta una quantità minima per provocare risultati fatali.”

Colchico d’autunno, vietato toccare

Gli esperti avvertono di non toccare il colchico d’autunno, una pianta corrosiva e altamente tossica che può provocare danni anche attraverso il contatto. “La buona regola: guarda e lasci lì”, scherza Favretto, ma non troppo.

La ricina, il veleno delle spie

Un’altra sostanza letale, la ricina, ha guadagnato notorietà per il suo uso nelle spy story, rappresentando una sfida per gli scienziati che tentano di identificarla in autopsie. “Basta una quantità piccolissima per uccidere”, avverte la professoressa, ricordando che la pianta cresce spontaneamente.

L’estate delle droghe

Fortunatamente, gli avvelenamenti da erbe sono stati limitati quest’estate. Tuttavia, il laboratorio di Favretto ha registrato un incremento nel numero delle sostanze stupefacenti. Seppur il Fentanyl non sia ancora un problema diffuso, è stato documentato un sequestro a Perugia. “Siamo coinvolti nel piano del governo per la prevenzione e il contrasto a questa droga che ha causato disastri negli Stati Uniti”, afferma Favretto.

Mandragora e stramonio

Nella cucina italiana, gli avvelenamenti da scambi di prodotti rimangono un rischio. Fabrizio Anniballi dell’Iss avverte: “Nel corso degli anni ci sono stati allarmi: alcune piante possono essere facilmente confuse, come gli spinaci con la mandragora o la cima di rapa con lo stramonio. Quando sono in fioritura, somigliano molto e spesso si fa confusione. A livello domestico, possiamo avere la possibilità di verificare, ma in fase industriale, la raccolta è meccanizzata e la supervisione è limitata.” Lo stramonio, particolarmente, è noto per contenere l’atropina, un alcaloide che causa allucinazioni, utilizzato in passato per tale scopo.

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere