La squadra era stata dichiarata fallita nel 2022, l’anno dopo è successa la stessa cosa a Paluani: la procura contesta anche il “mancato adempimento degli oneri tributari e previdenziali” per 34 milioni
La procura di Verona ha chiesto il rinvio a giudizio di Luca Campedelli per bancarotta fraudolenta. È l’ex patron della squadra di calcio del Chievo Verona dichiarata fallita nel 2022. La sua famiglia possedeva anche la Paluani, la nota azienda di pandori a sua volta fallita nel 2023.
Le indagini della guardia di finanza: “apparente benessere” e plusvalenze
Secondo le indagini della guardia di finanza di Verona, Campedelli avrebbe messo in piedi un meccanismo fraudolento per rappresentare “sistematicamente una situazione economica di apparente benessere del Chievo Verona, tale da dissimulare il dissesto e l’erosione del patrimonio della società, nonché di permettere alla stessa l’iscrizione al campionato di calcio, pur in assenza dei requisiti necessari”, spiega la Procura.
Nel mirino anche le cessioni considerate “fittizie”, a prezzi gonfiati di calciatori alle squadre del Cesena e del Carpi, per generare plusvalenze da oltre 35 milioni di euro. Plusvalenze fittizie generate anche da altre operazioni all’interno del gruppo, come quelle che avevano per oggetto la cessione del marchio Chievo, appositamente rivalutato, e il conferimento del ramo d’azienda comprendente il terreno del centro d’allenamento di Bottagisio.
Inoltre, i magistrati contestano a Campedelli anche distrazioni dalle casse del Chievo di oltre 200.000 euro per scopi personali e ”il reiterato, sistematico e rilevante mancato adempimento degli oneri tributari e previdenziali” dal 2014 fino alla data del fallimento della squadra di calcio per oltre 34 milioni di euro.