Corteo in centro sotto la pioggia: scongiurati i timori di violenze della vigilia, ma spray di vernice rossa sul monumento simbolo nel salotto della città. Le morti bianche e il rilancio di Mirafiori al centro del dibattito per sindacati e istituzioni
Punta su pace, giustizia e lavoro il corteo del Primo Maggio targato Torino. In prima fila le istituzioni e i sindacati. Al centro del dibattito c’è anche l’alto numero di morti bianche, quella che i sindacati ribadiscono essere la prima emergenza da risolvere. E poi c’è la questione occupazione. Il tema del rilancio di Mirafiori entrato nel dibattito dopo la manifestazione del 12 aprile di sindacati e colletti bianchi. «Ma questa è anche l’occasione per puntare l’attenzione sul lavoro povero, quello sottopagato dei rider e dei precari», dicono dal corteo.
Centinaia di persone si sono radunate in piazza Vittorio. Ha cambiato percorso, rispetto al passato, il corteo di oggi. Abbandonata via Po per i cantieri in corso, è sfilato in corso San Maurizio, viale dei Partigiani, piazza Castello e via Roma. La conclusione in piazza San Carlo con l’intervento del sindaco, delle associazioni di categoria e di Giovanni Cortese della Uil Torino e Piemonte a nome di Cgil, Cisl e Uil.
Ma su tutto questo dominava l’incognita dello spezzone sociale, formato dai collettivi universitari e dai militanti di Askatasuna. L’annuncio di domenica scorsa alla marcia contro il G7 a Venaria era stato una sorta di manifesto: «Non lasceremo il palco ai sindacati che ci hanno venduto ai padroni». La manifestazione si è chiusa senza incidenti, ma è stato imbrattato di vernice rossa con la scritta «Palestina libera» il Caval ‘d Borns, il monumento simbolo della città nel cuore del centro storico, in piazza San Carlo.
Fonte: LaStampa