Quanti sono gli ostaggi israeliani ancora vivi

08.05.2024
Quanti sono gli ostaggi israeliani ancora vivi
Quanti sono gli ostaggi israeliani ancora vivi

Gli attivisti che ne chiedono la liberazione hanno bloccato per mezz’ora oggi l’autostrada Ayalon a Tel Aviv. Visti e considerati i bombardamenti a tappeto su Gaza, durati mesi, è realistico che il numero degli ostaggi deceduti sia alto, ma non c’è alcuna certezza. Secondo Israele sono 132 i sequestrati ancora nella Striscia: 94 ritenuti vivi e 38 corpi

Israele continuerà le sue operazioni nella città di Rafah, nel sud di Gaza, finché le forze di Hamas nell’area non saranno distrutte o il movimento islamico non consegnerà uno degli ostaggi israeliani ancora nelle sue mani. Lo ha comunicato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. “Questa operazione continuerà fino a quando non elimineremo Hamas nella regione di Rafah e in tutta la Striscia, o fino al ritorno del primo ostaggio”, ha affermato nella nota presumibilmente intendendo fino a quando non sarà raggiunto un accordo con Hamas. “Siamo pronti a scendere a compromessi pur di liberare gli ostaggi, ma se questa opzione non sarà disponibile, intensificheremo l’operazione”.

Parenti degli ostaggi israeliani bloccano l’autostrada

Gli attivisti per la liberazione degli ostaggi israeliani hanno bloccato per mezz’ora oggi l’autostrada Ayalon a Tel Aviv, durante l’ora di punta mattutina. Tra loro anche alcuni parenti degli ostaggi. Hanno stoppato il traffico in direzione nord allo svincolo di Rokach – poco prima dell’arrivo in Israele del capo della CIA Bill Burns – chiedendo un accordo con Hamas per il rilascio.

Quanti sono ancora in vita?

Quanti sono gli ostaggi, sequestrati nel corso del devastante attentato terroristico del 7 ottobre 2023, ancora in vita? E’ una domanda a cui è impossibile dare risposte certe. Ma un mese fa funzionari americani hanno riferito al Wall Street Journal di temere che una buona parte degli ostaggi israeliani tenuti ancora prigionieri da Hamas a Gaza siano morti, e pure da tempo. Hamas alcune settimane fa, secondo alcune indiscrezioni riportate dalla stampa internazionale, non sarebbe stata in grado di rintracciare con certezza nemmeno quei primi 40 ostaggi vivi che Israele chiedeva come requisito essenziale per un accordo.

Visti e considerati i bombardamenti a tappeto durati mesi, è realistico che il numero degli ostaggi ormai deceduti sia molto alto. Alcuni forse sono morti quasi subito, nei giorni dopo il terrificante attentato terroristico del 7 ottobre, per le ferite riportate durante il rapimento. Alcune settimane fa le forze armate israeliane avevano confermato la morte di 34 ostaggi. La situazione sarebbe, però, molto peggiore.

“132 ostaggi a Gaza”

L’Hostages Families Forum ha annunciato ufficialmente nelle scorse ore che Lior Rudaeff, 61 anni, del Kibbutz Nir Yitzchak, è stato assassinato il 7 ottobre e il suo corpo si trova nella Striscia di Gaza. Rudaeff è il 38esimo ostaggio la cui morte è stata accertata, dei 132 ostaggi ancora prigionieri a Gaza, riportano i media israeliani.

Rudaeff lascia la moglie Yaffa, con la quale è stato sposato per 38 anni, quattro figli e tre nipoti. È nato in Argentina e si è trasferito in Israele con la sua famiglia all’età di sette anni. Era un membro della squadra di sicurezza di emergenza che ha combattuto le decine di militanti di Hamas che si erano infiltrati nel Kibbutz il 7 ottobre. Sua moglie Yaffa è rimasta nel loro rifugio antiaereo per più di 14 ore ed è sopravvissuta, e il loro figlio Ben è riuscito a sottrarsi alla carnecifina che si è consumata al festival Supernova.

Ma il numero 132 va preso con le pinze. Il 7 ottobre 2023, come parte dell’attacco guidato da Hamas contro Israele all’inizio della guerra Israele-Hamas, Hamas e altri gruppi militanti palestinesi hanno rapito 252 persone. Al 14 febbraio 2024, 112 ostaggi erano stati restituiti vivi a Israele, di cui 105 rilasciati tramite un accordo di scambio di prigionieri, quattro rilasciati da Hamas unilateralmente e tre salvati dall’esercito di Tel Aviv.  Israele nei mesi scorsi aveva ipotizzato che 50 ostaggi sarebbero morti subito, il 7 ottobre, o durante la prigionia. Secondo i servizi segreti israeliani, almeno altri 20 ostaggi potrebbero essere morti. A maggio 2024, nelle mani Hamas ci sarebbero 94 ostaggi ritenuti vivi e 38 corpi, per l’Hostage Families Forum.

“Il governo israeliano ha il profondo dovere morale di perseguire ogni strada nei negoziati in corso per riportare a casa Lior. Egli merita una sepoltura dignitosa nella sua terra natale, insieme agli altri 38 ostaggi brutalmente assassinati. Il governo deve anche garantire il rapido ritorno di tutti i viventi. ostaggi, in modo che possano iniziare la lunga strada verso la guarigione e il recupero”, ha detto martedì in una dichiarazione un portavoce dell’Hostage Families Forum.

Judy Weinstein

Inoltre, è di ieri la notizia che la cittadina israelo-statunitense-canadese Judy Weinstein, 70 anni, e un altro ostaggio del quale non sono state diffuse le generalità, detenuto da Hamas a Gaza, sono morti per le lesioni riportate a causa dei bombardamenti israeliani. Ad annunciarlo su Telegram è stato un portavoce del movimento integralista islamico palestinese, Abu Obaida. Il kibbutz Nir Oz aveva già confermato la morte di Judy Weinstein mesi fa.

In un successivo video pubblicato su Telegram, il portavoce di Hamas ha dichiarato nella didascalia: “La distruzione degli ospedali da parte del vostro esercito e la loro messa fuori servizio è ciò che ha provocato la sofferenza e la morte dei vostri detenuti, proprio come soffre il nostro popolo”, scritto in inglese, arabo ed ebraico. Nel video, il testo appare nuovamente in tutte e tre le lingue: “Judith Weinstein è stata gravemente ferita il 7 ottobre ed è stata sottoposta a un trattamento intensivo in un ospedale della Striscia di Gaza. Subito dopo il suo recupero, è stata riportata nel suo luogo di detenzione”. Il video continua a mostrare una serie di filmati di edifici colpiti da attacchi aerei israeliani.

L’ostaggio rimasto senza nome

Compare nel video anche un secondo testo che parla dell’ostaggio rimasto senza nome e dice: “Un mese fa è stata gravemente ferita in un attacco dell’aviazione sionista insieme a un’altra detenuta, ma è morta a causa della mancanza di cure intensive nella Striscia di Gaza perché l’esercito sionista ha distrutto gli ospedali”. Il video passa poi alle immagini dell’ospedale al Shifa dopo l’operazione delle truppe israeliane, mostrando la distruzione dell’edificio.

Fonte: Today

Lascia un commento

Your email address will not be published.