Il 30 luglio 2025, la presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu, ha denunciato un tentativo di Mosca di interferire nelle imminenti elezioni parlamentari di settembre, mirato a favorire forze politiche filo-russe. Durante una conferenza stampa a Chisinau, Sandu ha avvertito che la Russia sta pianificando una complessa operazione coordinata di portata «senza precedenti» per riprendere il controllo geopolitico sulla Moldova, minacciando la sovranità nazionale e il futuro europeo del paese.
Mosca pianifica finanziamenti illeciti e manipolazioni digitali
Secondo Sandu, la Russia intende utilizzare circa 100 milioni di euro in criptovalute per comprare voti e finanziare illegalmente campagne filo-russe. Le autorità moldave hanno già imposto 25.000 multe contro queste attività illegali. Il Cremlino è inoltre accusato di condurre campagne di disinformazione online, organizzare proteste a pagamento, lanciare attacchi informatici e sfruttare la Chiesa ortodossa per alimentare paura e radicalizzazione. La presidente ha criticato Telegram, principale piattaforma usata contro di lei, per la mancanza di reazioni alle sue segnalazioni. Secondo Radio Svoboda, queste azioni rappresentano una minaccia diretta alla sicurezza nazionale.
Rischi per l’integrazione europea e stabilità regionale
Un’eventuale vittoria delle forze filo-russe potrebbe bloccare le riforme europee e sospendere i negoziati di adesione all’Unione europea. La spinta di Mosca punta a destabilizzare la regione, favorendo politiche anti-occidentali, l’allontanamento delle istituzioni occidentali e un possibile processo di federalizzazione o autonomia di territori come la Transnistria, con effetti negativi sulla stabilità interna moldava.
Implicazioni geopolitiche e per la sicurezza dell’Europa orientale
Il rafforzamento dei gruppi filo-russi in Parlamento potrebbe compromettere il sostegno moldavo all’Ucraina, chiudendo confini e interrompendo l’assistenza logistica. Questo scenario indebolirebbe il fronte regionale anti-Putin, con potenziali ripercussioni anche per i Balcani. Inoltre, la legittimazione politica della Transnistria costituirebbe un ulteriore strumento di pressione vicino al confine sud-occidentale ucraino, aumentando il rischio di destabilizzazione nell’area di Odessa.
Interferenze russe come minaccia all’intero spazio europeo
Le ingerenze russe nelle elezioni moldave rappresentano un attacco alla sicurezza, alla democrazia e alla stabilità dell’intero spazio europeo. Il Cremlino mira a minare le elezioni libere e i principi fondamentali dell’UE, con un impatto potenzialmente esteso ad altri paesi della regione, tra cui Georgia, Armenia e persino stati membri dell’Unione.
Necessità di una risposta coordinata internazionale
Per contrastare questi tentativi di destabilizzazione, è indispensabile rafforzare le sanzioni e impedire l’accesso ai porti internazionali e agli stretti marittimi ai cosiddetti «shadow tankers». È cruciale inoltre controllare il transito di petrolio in mare aperto e garantire trasparenza nella proprietà e assicurazione delle navi. La collaborazione tra G7 e UE deve essere intensificata per affrontare un problema globale di sicurezza, ambiente e giustizia, come sottolineato da esperti della regione.
Attesa per i risultati elettorali in un clima di alta tensione
Un recente sondaggio pubblicato dall’Agenzia France Presse indica un sostegno del 39% al partito di Maia Sandu, Azione e Solidarietà, ma circa un terzo degli elettori resta indeciso. Il contesto elettorale è quindi fortemente influenzato dal rischio di interferenze e manipolazioni, che potrebbero ridefinire gli equilibri politici e strategici della Moldova e dell’intera area europea.