«Dal governo non è arrivata nessuna convocazione», hanno detto i sindacalisti che, con la nuova mobilitazione di 48 ore, chiedono che venga riaperto un tavolo di confronto
Isindacati dei tassisti convocano un nuovo sciopero nazionale per il 5 e il 6 giugno. «Non essendo pervenuta alcuna convocazione dopo lo sciopero nazionale indetto per lo scorso 21 maggio, contro i diffusi fenomeni di abusivismo presenti nel settore e per chiedere la regolamentazione delle piattaforme tecnologiche, – hanno detto i sindacalisti – siamo stati costretti a proclamare un nuovo fermo nazionale di 48 ore, per le giornate del prossimo 5 e 6 giugno». Lo annunciano Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Satam, Tam, Claai, Unione Artigiani, Unione Tassisti d’Italia, Uritaxi, Fast Confal taxi, Unica taxi Cgil, Orsa taxi, Usb taxi, Unimpresa, Sitan/Atn.
Le richieste dei sindacati: riaprire il confronto con il governo
«Non si può con una autorizzazione di noleggio presa in Calabria continuare a fare impunemente il tassista a Roma o a Milano- spiegano i sindacati- impedendo così di fatto alle amministrazioni locali, in una logica di programmazione, di poter dimensionare i propri organici in funzione dei propri bisogni».
Sulla questione del rilascio delle autorizzazioni di noleggio, poi, aggiungono: «Non si può continuare a limitare il potere decisionale dei sindaci delle grandi città italiane, consentendo parallelamente agli amministratori di piccoli paesini con poche migliaia di abitanti, di rilasciare in modo indiscriminato centinaia e centinaia di autorizzazioni di noleggio che non serviranno mai i loro territori».
Per i rappresentanti sindacali si tratta di «autorizzazioni destinate a servire altre realtà che alimentano un fenomeno degenerativo presente in tutti i grandi centri urbani, e oggi ulteriormente amplificato dalle piattaforme digitali che variano i prezzi con i loro algoritmi e moltiplicatori tariffari, schiacciando ulteriormente il servizio taxi con la loro concorrenza sleale».
I sindacalisti chiedono, quindi, un nuovo dialogo: «Il governo deve necessariamente riaprire il confronto, interrotto dopo la calata nel nostro Paese di uno dei massimi dirigenti mondiali di Uber per arrivare a definire un quadro di regole che contrasti i fenomeni di abusivismo e sia chiaro per tutti».