Ucciso Yahya Sinwar, il leader di Hamas e mente degli attacchi del 7 ottobre contro Israele
Dopo un anno di bombardamenti sulla Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha ucciso il leader di Hamas, Yahya Sinwar. Il ricercato numero uno di Israele, definito anche come il “Macellaio”, è morto in un’operazione delle truppe dello Stato ebraico a Rafah, nel sud della Striscia, durante la quale sarebbero stati uccisi almeno tre militanti del gruppo terroristico palestinese.
Ora l’organizzazione che governa la Striscia dal 2007 ha perso i suoi principali esponenti, quelli più restii al dialogo. Coloro che, da quando è iniziata la guerra nella Striscia – che ha portato alla morte di oltre 42mila civili, secondo le stime di Hamas – hanno rifiutato i principali punti dell’accordo con Israele, tra cui il rilascio degli ostaggi catturati il 7 ottobre 2023.
Come potrebbe cambiare la guerra con Israele
La morte di Sinwar potrebbe rappresentare un punto di svolta nel conflitto tra Hamas e Israele. Questo perché Sinwar, esperto di politica ed esercito israeliano, è stato la forza trainante dietro la strategia di Hamas degli ultimi anni. Era lui che gestiva i colloqui per un cessate il fuoco con Israele, che si sono conclusi sempre in un nulla di fatto.
Ora però le cose potrebbero cambiare. Con i vertici “decapitati”, il gruppo terroristico palestinese potrebbe accettare alcune delle richieste di Israele, come il rilascio degli ostaggi israeliani. Condizione, questa, che potrebbe portare alla fine del conflitto. Il tutto andrebbe a vantaggio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che otterrebbe una vittoria simbolica sul piano personale e politico. Bibi – come viene chiamato il leader di Israele – potrebbe così dialogare diversamente anche con l’amministrazione degli Stati Uniti di Joe Biden, che qualche giorno fa ha lanciato un ultimatum a Tel Aviv: garantire il rifornimento di aiuti umanitari ai gazawi per continuare ad ricevere armi offensive dagli Stati Uniti.
Come è cambiata l’opinione dei palestinesi su Hamas
La morte di Sinwar è stata accolta con entusiasmo dalla popolazione della Striscia, estenuata da un anno di bombe israeliane – che hanno portato morte, distruzione e malattia – e da una politica repressiva di Hamas. I gazawi hanno infatti cambiato percezione del gruppo terroristico palestinese nel corso di oltre 12 mesi, tanto che alcune persone hanno addirittura pubblicato sui social media invettive furiose contro Hamas.
Da quando il movimento islamista ha preso il potere a Gaza sottraendolo all’Autorità Nazionale Palestinese nel 2007, Israele, e in parte l’Egitto, ha rafforzato il blocco terrestre, marittimo e aereo della Striscia, isolando la popolazione dell’enclave palestinese dal resto del mondo per molti anni e portandola alla povertà. La popolazione di Gaza ha sempre puntato il dito contro lo Stato ebraico per lo sofferenze provate, ma da oltre un anno incolpa i miliziani di Hamas per non aver raggiunto un accordo per il cessate il fuoco che permettesse di salvare oltre 42mila persone.