Dalla Russia arriva il no alla tregua: “Servirebbe solo a dar respiro a Kiev”. Attesa per le parole di Putin

13.03.2025
Dalla Russia arriva il no alla tregua: "Servirebbe solo a dar respiro a Kiev". Attesa per le parole di Putin
Dalla Russia arriva il no alla tregua: "Servirebbe solo a dar respiro a Kiev". Attesa per le parole di Putin

Funzionari russi fanno sapere che il Cremlino potrebbe rifiutare la proposta Usa per un cessate il fuoco di 30 giorni, già accettato da Volodymyr Zelensky. “Mosca vuole una pace duratura. Non accetteremo peacekeeper europei”

Potrebbe arrivare oggi, 13 marzo, la risposta del presidente russo Vladimir Putin alla proposta statunitense di tregua in Ucraina, già accettata da Kiev, che prevederebbe un cessate il fuoco iniziale di 30 giorni. È più probabile che Putin dia una risposta negativa, ha fatto sapere il suo consigliere per la politica estera Yuri Ushakov, citato da Interfax. Il cessate il fuoco proposto a Gedda “non è altro che una tregua temporanea per l’esercito ucraino” mentre Mosca vuole “un accordo di pace a lungo termine”, ha affermato Ushakov in un’intervista televisiva ripresa dalla agenzie russe.

L’attacco a Mattarella e il “no” ai peacekeeper Ue: “Una provocazione”

“Io ho semplicemente delineato il mio punto di vista su ciò che è stato firmato a Gedda – ha aggiunto il consigliere – il presidente probabilmente darà valutazioni più specifiche e significative”. Le parole di Putin dovrebbero arrivare nel corso di una conferenza stampa organizzata per rendere conto sul conflitto con l’Ucraina che dovrebbe tenersi al termine di un incontro con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

A mostrare un ulteriore squarcio della posizione di Mosca è stata la portavoce del ministero degli Esteri del Cremlino, Maria Zakharova: “Assolutamente inaccettabile” un eventuale dispiegamento di peacekeeper europei che l’Ue sta considerando. Una tale mossa sarebbe considerata da Mosca “un passo apertamente provocatorio, che non mira a risolvere il conflitto”, ha aggiunto la Zakharova, ma unicamente a “mantenere le illusioni malsane e dannose” del governo ucraino.

La portavoce degli Esteri ha poi lanciato un nuovo attacco al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, definendo “menzogne e falsità” le affermazioni “secondo cui la Russia minaccia l’Europa con armi nucleari”.

Le condizioni di Mosca per la pace: le indiscrezioni

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, è tornato a ribadire che per Mosca “la Crimea e le regioni ucraine di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk sono regioni della Federazione Russa”. “Questo è un dato di fatto”, ha insistito Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti. Il portavoce di Putin tuttavia non ha voluto commentare apertamente le indiscrezioni diffuse da Reuters nelle ultime ore secondo cui la Russia avrebbe già ha consegnato agli Stati Uniti una lista di richieste per chiudere la guerra, tra cui il riconoscimento della Crimea e delle altre regioni ucraine occupate.

Alcuni contatti tra funzionari russi e americani sarebbero già avvenuti ieri, 12 marzo, con una conversazione telefonica tra il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Mike Waltz, e il consigliere di Vladimir Putin per la politica estera, Yuri Ushakov. Tuttavia, ha fatto sapere quest’ultimo, non sarà l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, a svolgere il ruolo di mediatore nei negoziati con la Russia. “Gli Stati Uniti hanno individuato un mediatore nei negoziati con la Russia: non è Steve Witkoff”, ha detto Ushakov ai media.

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