L’ex presidente degli Stati Uniti si scaglia contro la cancel culture ma in passato sosteneva il contrario: cosa ha detto
Per Donald Trump, George Washington “probabilmente” non possedeva schiavi, ma questa affermazione non corrisponde alla realtà storica. La gaffe arriva a pochi giorni dal primo duello tv con Joe Biden in vista delle elezioni di novembre. Durante un discorso alla “Coalizione Fede e Libertà”, un gruppo cristiano conservatore, l’ex presidente degli Stati Uniti ha criticato le proposte di cambiare i nomi delle scuole, delle strutture militari e di altri luoghi intestati a proprietari di schiavi e leader confederati. Un attacco a quella che i partiti di destra negli Stati Uniti e nel mondo hanno definito “cancel culture”.
“Che ne dite della scuola superiore George Washington? Volevano che il nome venisse rimosso. Non sanno perché. Sai, pensavano che avesse degli schiavi. In realtà penso che George Washington non li abbia mai avuti”.
George Washington aveva schiavi? Trump rinnega storia e il suo passato
I fatti storici smentiscono le parole di Trump: Washington possedeva schiavi, come ampiamente dimostrano i documenti disponibili. Come riporta la Cnn, al momento della morte di Washington nel 1799, c’erano 317 persone schiavizzate a Mount Vernon, la sua casa e piantagione in Virginia, comprese 123 persone “di proprietà” dello stesso Washington.
“George Washington possedeva schiavi, lo sappiamo direttamente da lui, teneva scritto sui registri tutti quelli che possedeva”, ha invece spiegato all’emittente statunitense Alexis Coe, analista del think tank “New America”, autore di una biografia di Washington. Per quanto riguarda le affermazioni di Trump, Coe ritiene che sia “riprovevole al livello personale negare” una cosa del genere, ed è anche “pericolo per il nostro Paese” avere un candidato alla presidenza che comunica una visione infondata della storia americana.
In passato Trump sosteneva il contrario, sempre riferendosi alla cancel culture: era il 2017 e durante una protesta nata a Charlottesville, proprio in Virginia, nazionalisti “bianchi” si erano opposti alla rimozione di una statua di Robert Lee, generale dei confederati e pronipote di Washington. Contro-proteste e violenze portarono alla morte di tre persone.
In quell’occasione Trump aveva difeso chi si era posto a presidio della statua dichiarando: “Mi chiedo, toccherà a George Washington la prossima settimana? E sarà Thomas Jefferson la settimana dopo? Sai, devi davvero chiederti, dove andremo a finire?”, alludendo al fatto che tutti i nomi citati fossero proprietari di schiavi.