La prima cittadina di Latina, Matilde Celentano, confessa di aver sofferto molto per gli attacchi degli haters, ma adesso dice basta: “Mi riservo di adire le vie legali”
Sui social le scrivono commenti del tipo: “È tutta rifatta in viso, ecco i soldi che fine fanno. Sti politici, è tutto un magna magna”. Oppure: “Le labbra a canotto no”. La vittima di body shaming è un personaggio pubblico, la sindaca di Latina, Matilde Celentano, che esausta adesso dice “basta”.
Da mesi riceve commenti negativi sul suo aspetto fisico, in particolare la accusano di essere “rifatta”. Aveva già detto ad agosto che stava combattendo contro un tumore e che i cambiamenti fisici erano dovuti alle terapie ma nulla, i leoni da tastiera hanno continuato a deriderla per il suo aspetto fisico.
“Attacchi beceri e irrispettosi della persona”
“Era cortisone, tre mesi di cortisone” e non botulino quello iniettato nelle labbra. Così aveva risposto la sindaca di Latina a chi chiedeva insistentemente “al suo staff o al suo medico di famiglia” cosa avesse fatto al viso. La Celentano racconta del tumore e di un percorso “doloroso”. Ma a farle più male “non è stato tanto il dolore fisico: è stato quello psicologico, sono stati gli hater”, “la cattiveria delle persone”.
Nonostante la confessione fatta ad agosto la situazione non è cambiata, anzi è diventata addirittura “intollerabile”. La sindaca viene “giudicata” solo “per il sospetto di ricorrere alla chirurgia estetica” e non per l’operato che attiene alla sua funzione. La Celentano sa bene di essere “un personaggio pubblico e mi prendo anche le critiche, ma deve finire questo attacco alle donne che fanno ricorso a interventi migliorativi della propria estetica, dietro i quali ci potrebbero essere problemi psicologici e di salute”.
Poi aggiunge: “In ogni caso anche qualora fossi ricorsa a interventi di chirurgia estetica, nessuno ha il diritto di giudicare non soltanto me ma tutte le donne che avessero fatto scelte simili. Lo trovo un attacco becero e irrispettoso della persona”. Detto questo conclude: “Mi riservo di adire le vie legali”.