Dopo la frenata del 2024, l’attesa per le decisioni del Tar sul tax credit previste per marzo 2025 rischia di provocare una nuova battuta di arresto per l’avvio delle produzioni cinematografiche in Italia
L’allarme arriva dalle associazioni di settore, dai lavoratori del cinema e dalle opposizioni che chiedono tutti al ministro della Cultura Alessandro Giuli di trovare una soluzione. Il comparto cinema in Italia è precipitato in una crisi senza precedenti. La paralisi quasi totale che ne deriva sta già causando gravi ripercussioni per l’intero settore, con il rischio concreto che il 2025 si trasformi in un anno disastroso sul piano occupazionale, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.
Registi e autori, ma anche i vari tecnici che lavorano sui set hanno firmato un appello unitario dopo una recente pronuncia del Tar del Lazio che ha bloccato i finanziamenti all’industria cinematografica.
“Senza misure concrete e immediate, il collasso del cinema italiano è inevitabile” denunciano le associazioni di categoria che chiedono l’attivazione “immediata” di strumenti di sostegno al reddito per il 2025, serve il riconoscimento e il recupero dell’anno contributivo e un sistema di welfare efficace, che possa “garantire la sopravvivenza economica delle migliaia di famiglie che dipendono da questo settore”.
Nel 2024 il 66% delle produzioni è rimasto fermo, perché il governo è stato incapace di promulgare i bandi del tex credit. Ora il Tar ha sospeso tutto rimandando la decisione sui decreti che sbloccano i finanziamenti a marzo 2025. “Passerà un altro anno prima che il cinema possa ricominciare a lavorare” denunciano.
Le opposizioni chiedono un intervento urgente del ministro Giuli
Per questo il M5s esorta il ministro ad andare il Parlamento per spiegare “esattamente cosa intende fare”. Lo chiede anche il Pd che chiama il ministro ad una informativa urgente in Aula. “Quali regole deve seguire un produttore cinematografico? Può avviare nuovi progetti o deve continuare a restare fermo a causa del caos legislativo che si è creato?” la domanda del deputato dem Matteo Orfini che punta l’indice sulle “gravi responsabilità” del governo. “I dati – ricorda Orfini – sono sotto gli occhi di tutti: le produzioni sono ferme, gli stabilimenti cinematografici sono vuoti, le maestranze si stanno rivolgendo ad altri settori pur di lavorare e le grandi produzioni internazionali stanno virando verso altri paesi a noi concorrenti.
La traiettoria, denuncia anche Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra, è chiara: “le produzioni indipendenti italiane che hanno agonizzato fino ad ora moriranno”. E la soluzione, aggiunge, è una sola: “tornare indietro dalla riforma del Tax Credit senza aspettare il Tar, per tornate indietro da questo omicidio premeditato del cinema italiano”.