Il presidente russo ha utilizzato la nuova arma contro l’Ucraina e lancia un messaggio a tutti i partner di Kiev: “Possiamo colpire in tutta Europa”. Sale la tensione: la Germania avrebbe elaborato un documento con le azioni da intraprendere in caso di invasione russa
Il rischio di “guerra globale” rimane alto. Vladimir Putin minaccia l’Europa dopo aver utilizzato il nuovo missile Oreshnik, sganciato contro la città di Dnipro, e oltre che all’Ucraina, manda un messaggio chiaro e diretto a tutti suoi alleati: “Possiamo colpire in tutta Europa”. Un monito che ha spinto la Nato ad attivarsi: il prossimo 26 novembre è previsto un summit tra gli ambasciatori a cui parteciperà anche l’Ucraina. Nel frattempo, il premier polacco Donald Tusk ha manifestato le sue preoccupazione dopo il lancio del missile balistico da parte della Russia: “La guerra nell’est sta entrando una fase decisiva: riteniamo che si stia avvicinando il non noto. Il conflitto ha assunto proporzioni drammatiche. Le ultime ore hanno dimostrato che la minaccia è grave e reale quando si parla di un conflitto reale”.
Oreshnik, il nuovo missile di Putin
La nuova arma di Putin si chiama Oreshnik ed è un sistema missilistico a medio raggio di cui il presidente russo aveva ordinato lo sviluppo nel 2023. “Questo sistema missilistico con blocchi ipersonici può colpire qualsiasi bersaglio, da quelli isolati ad un’area intera, anche altamente protetti e con un’elevata efficienza”, ha affermato il generale Serghei Karakayev, incontrando il capo del Cremlino insieme ai massimi funzionari della difesa russa, dirigenti di aziende del settore della difesa e sviluppatori di armi.
Oltre ad annunciare l’avvio della produzione in serie dell’Oreshnik, un missile ipersonico balistico a medio raggio, Putin ha fatto sapere che esso continuerà ad essere testato “in condizioni di combattimento”, cioè per bombardamenti sull’Ucraina, come quello in cui ieri è stata colpita una fabbrica di componenti missilistiche a Dnipro. Secondo i russi, il vettore ha una velocità dieci volte superiore a quella del suono e può eludere qualsiasi sistema di difesa aerea.
Cosa succede in Europa
Nel frattempo sale la tensione in Europa. In Germania, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha fatto riferimento a “un’escalation terribile”. Lo sviluppo del nuovo sistema missilistico dimostra “quanto sia pericolosa questa guerra. Il fatto che il presidente russo Vladimir Putin abbia ora impiegato anche un missile a medio raggio per colpire il territorio ucraino rappresenta un’escalation terribile”. “Non vogliamo fornire all’Ucraina missili da crociera in grado di raggiungere in profondità il territorio russo – ha aggiunto – la prudenza e un sostegno chiaro all’Ucraina vanno di pari passo”. Secondo il Frankfurter Allgemeine Zeitung, le autorità tedesche avrebbero elaborato un voluminoso piano di migliaia di pagine che prevede azioni in caso di invasione russa nel fronte orientale della Nato. Il documento prevede operazioni militari con il dispiegamento di centinaia di migliaia di soldati e misure da adottare per garantire sicurezza e sostegno alla popolazione civile.
Il Regno Unito e la Francia, intanto, evidenziano che faranno “tutto il necessario” per sostenere l’Ucraina e raggiungere una pace duratura, come dicono il ministro degli Esteri britannico David Lammy e francese Jean-Noel Barrot in un articolo su iNews, rispondendo alle accuse di Putin secondo cui il Regno Unito e gli Stati Uniti avrebbero intensificato la guerra consentendo all’Ucraina di usare i missili Atacms e Storm Shadow per colpire l’interno della Russia. Al contrario, i due ministri affermano che è stata la “guerra su vasta scala e senza provocazione” della Russia a far degenerare “la più grande guerra nel continente europeo dalla Seconda guerra mondiale”. Ritengono inoltre Putin responsabile dell'”annientamento dell’architettura globale che è stata la pietra angolare della pace e della sicurezza internazionale per generazioni”.
Nelle ultime ore il premier inglese Keir Starmer ha parlato con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, a proposito dell’importanza di “mettere il Paese nella posizione più forte possibile in vista dell’inverno”. Starmer ha parlato della necessità per tutti i Paesi Nato di “aumentare il sostegno alla nostra difesa collettiva”, ribadendo l’obiettivo del Regno Unito di definire il percorso per una spesa per la difesa del 2,5% entro la primavera.