Solo 10 membri su 26 della squadra della presidente saranno femmine, una cifra ben lontana dall’equilibrio auspicato dalla popolare tedesca: “È un viaggio duro, senza dubbio”
La nuova Commissione si avvia ad essere dominata (ancora una volta) dagli uomini, nonostante il tentativo della presidente Ursula von der Leyen di raggiungere la parità o quantomeno un certo equilibrio. Una lettera della popolare tedesca inviata quest’estate a tutti i governi si chiedeva di presentare due candidati, un uomo e una donna, ma alla fine alla fine gran parte delle capitali hanno ignorato la richiesta e sono state proposte in tutto solo nove donne.
Senza la sua lettera e le sue pressioni “oltre all’Alto rappresentante e a me, i leader dei 25 Stati membri avrebbero nominato quattro donne e 21 uomini. Quindi senza quella lettera e senza quella discussione, questo sarebbe il prossimo collegio”, ha rivendicato oggi (mercoledì 4 settembre) von der Leyen parlando con i giornalisti.
Dieci donne su 26 commissari
Al momento, solo dieci dei candidati ad entrare a far parte della squadra di 26 membri dell’esecutivo comunitario sono donne, ed è un miglioramento rispetto all’inizio della settimana. Lunedì, la Romania ha sostituito il nome dell’eurodeputato socialista Victor Negrescu, con quello della sua collega Roxana Mînzatu. Lo stesso giorno il primo ministro belga ad interim Alexander De Croo ha formalmente nominato la ministra degli Esteri Hadja Lahbib.
Le altre donne saranno la spagnola Teresa Ribera, attuale ministra della Transizione ecologica, la svedese Jessika Roswall, ministra degli Affari europei, l’eurodeputata finlandese Henna Virkkunen, la croata Dubravka Suica, commissaria uscente, la portoghese Maria Luís Albuquerque e l’eurodeputata bulgara Ekaterina Zaharieva, proposta Sofia insieme a Julian Popov. A loro si aggiunge l’Alto rappresentante, già proposta dal Consiglio europeo (la sua scelta è prerogativa dei capi si Stato e di governo), Kaja Kallas, l’ex premier Estone. In tutto 10 (con von der Leyen 11) su 27 membri del collegio, poco più di un terzo.
Un viaggio duro
“Ho lottato per tutta la mia vita politica affinché le donne avessero accesso a posizioni decisionali e posizioni di leadership”, ha rivendicato la presidente della Commissione, sostenendo che però “è un viaggio duro, senza dubbio”.
“Il processo è in corso. Ormai la presenza delle donne è a due cifre, ma non ho visto tutti i potenziali candidati. Ho discusso con tutti i capi di stato e di governo sui diversi nomi, sulle diverse possibilità. E naturalmente, riconosco che a volte per i capi di Stato e di Governo è difficile. Ad esempio, se c’è una commissione e poi un processo parlamentare che ha già avuto luogo, non è facile. A volte l’uomo è più qualificato della donna. A volte capita anche il contrario. E ho anche avuto la situazione in cui la sera prima della nomina, la donna che era qualificata e sarebbe stata nominata, cancellata e non ha voluto accettare l’incarico”, ha concluso von der Leyen.