Un’altra tragedia sul lavoro

26.07.2025 06:55
Un'altra tragedia sul lavoro

È una tragedia inaccettabile. In meno di due ore, si sono registrati quattro decessi sul lavoro, tre di questi a Napoli e uno a Brescia. Un giorno segnato da lutti che mette in evidenza quanto ci sia ancora da fare in tema di sicurezza sul lavoro. A Napoli, alle 9:34 del mattino, un’esplosione di rumore rompe la calma del quartiere collinare dell’Arenella. In un attimo, la routine quotidiana è interrotta da un drammatico crollo: tre lavoratori sono precipitati dal sesto piano di un edificio situato all’incrocio tra via Domenico Fontana e via San Giacomo dei Capri, vicino all’ospedale Pascale e alla linea della metropolitana, riporta Attuale.

Un volo di venti metri, senza possibilità di salvezza. La scena del sinistro è agghiacciante: i tre uomini giacciono a terra, quasi abbracciati, con gli arti contorti a causa dell’impatto. “Abbiamo sentito un rumore assordante seguito da un tonfo macabro. I poveretti erano scivolati giù dal cestello, schiantandosi al suolo. Quel montacarichi era obsoleto e loro non indossavano alcuna imbracatura di sicurezza”, racconta attonito Ciro Caiazzo, un condomino del piano inferiore, uno dei primi ad affacciarsi, sconvolto dall’orrore della situazione. Le vittime, tutti originari di Napoli e dipendenti della “ditta individuale Vincenzo Pietroluongo”, sono Luigi Romano, 67 anni, Ciro Pierro, 62, e Vincenzo Del Grosso, 54. Erano impegnati in lavori di manutenzione sul tetto, occupandosi della sostituzione della guaina, a un’altezza di venti metri. Un intervento di valore stimato in 200 mila euro, sicuramente pericoloso, che si protraeva ormai da una settimana. “Ogni mattina venivano al bar a prendere un caffè – racconta Rosaria, proprietaria del bar Giopsy –. Questa mattina erano qui alle 7, poi il boato, la corsa, le urla. Fatico a crederci”, aggiunge visibilmente scossa.

Secondo le prime ipotesi, sembra che il carrello scorrevole sia collassato a causa della deformazione di un binario o dell’allentamento di un perno. Si sospetta un cedimento strutturale. Il cestello, parrebbe, fosse stato noleggiato da una ditta diversa e montato solo pochi giorni fa. Tra le possibili cause, si considera anche un difetto nell’assemblaggio: dalle immagini disponibili emerge un perno svitato, pur rimanendo integro sulla struttura.

Le prime informazioni indicano che i lavoratori stessero salendo sul tetto privi di dispositivi di protezione individuale, né casco né cinture di sicurezza: “I Dpi non erano presenti sui corpi”, dichiarano i soccorritori intervenuti. Saranno valutati anche se i caschi siano stati abbandonati prima della caduta o se siano stati proiettati via dall’impatto. Inoltre, non era presente alcun cartello che segnalasse il cantiere, un ulteriore elemento che aggrava la già compromessa situazione di sicurezza. Si procederà anche all’analisi del cestello, il quale avrebbe potuto essere utilizzato per il trasporto di persone solo se progettato e certificato a tale scopo, o in modo eccezionale, ma rispettando rigorose normative di sicurezza stabilite da un decreto legislativo del 2008. È stato aperto un fascicolo per omicidio colposo e violazioni delle normative sulla sicurezza sul lavoro.

Il dramma non si ferma qui, perché un venerdì nero colpisce anche il Nord Italia. Un altro uomo perde la vita nel Bresciano; Luciano Capirola, 68 anni, originario di Cigole, è deceduto schiacciato da un muletto all’interno di un capannone a Bagnolo Mella. L’imprenditore, impegnato nella consegna di un carico di legna a una pizzeria vicina, è stato travolto da un muletto durante le operazioni di carico di pallet su un camion. L’incidente è avvenuto poco dopo le 11 di ieri mattina. Giuseppe Mele, sindacalista di Fillea Cgil, non ha dubbi: “Questi sono omicidi, non incidenti”. Nei primi cinque mesi dell’anno si contano ben 277 decessi sul lavoro. “Il nostro impegno – sostiene la ministra Marina Calderone – è quello di attuare interventi urgenti e tecnologici per rafforzare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”. “È una giornata di lutto – commenta il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi –. Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci. È necessario maggiore sicurezza, controlli e formazione. Siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario e doveroso”.

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