Vino alcol free, l’Ue vuole renderlo “più attraente”: espandere la vendita ai Paesi arabi tra gli obiettivi

28.03.2025
Vino alcol free, l'Ue vuole renderlo "più attraente": espandere la vendita ai Paesi arabi tra gli obiettivi
Vino alcol free, l'Ue vuole renderlo "più attraente": espandere la vendita ai Paesi arabi tra gli obiettivi

Presentato a Bruxelles il nuovo pacchetto di misure di sostegno al settore, stretto tra dazi statunitensi e calo dei consumi. Tra i punti principali nuove denominazioni per i vini dealcolati e un sistema di etichettatura uniforme tra i Paesi

La Commissione europea ha presentato il nuovo pacchetto di misure per sostenere il settore vitivinicolo in Europa, stretto in questo momento in una difficile congiunzione tra i dazi di Donald Trump, la minaccia del cambiamento climatico e una certa riduzione nei consumi. E, proprio nell’ottica di imprimere una nuova spinta alla domanda, un settore su cui l’Ue vuole puntare è quello dei vini dealcolati, ovvero quelli in cui la cui percentuale di alcol non supera lo 0,5 per cento.

Nuove diciture per rendere i vini analcolici più “familiari”

Obiettivo dell’esecutivo Ue è rendere più “attraenti e familiari” le denominazioni dei vini a bassa gradazione o analcolici, proponendo termini come “alcol free” “0,0%” o “alcol light”. Diciture più accattivanti, molte delle quali si ritrovano già in altre bevande come la birra analcolica o i drink light, potrebbero aiutare a promuovere un segmento in forte crescita e considerato promettente, quello cioè dei mercati del Nord Africa e dei Paesi arabi. Qui il consumo di alcol è vietato o comunque fortemente limitato e disincentivato per motivi religiosi, ma la possibilità di bere una bevanda, come il vino, simbolo di eccellenza e tradizione senza gradazione alcolica potrebbe aprire a una nuova platea di consumatori, potenzialmente molto ampia.

Oltre ai vini “alcol free”, tra le nuove misure presentate a Bruxelles  figura una maggiore flessibilità ai governi sulle autorizzazioni degli impianti di vite, più coperture finanziarie dall’Ue contro i rischi climatici e promozione dell’enoturismo. Il pacchetto arriva sulla scia delle raccomandazioni del gruppo di alto livello Ue sul vino lanciato lo scorso anno.

Inoltre, la Commissione ha chiesto a governi degli Stati membri e al Parlamento Ue il potere delegato per modificare le norme sull’etichettatura digitale del vino, già introdotte con la riforma della Pac del 2021 ma applicate in modo disomogeneo tra i Paesi europei.

L’obiettivo è armonizzare le regole sull’etichetta elettronica – con Qr code – dei vini, applicando una dicitura comune come un simbolo al posto di parole o lettere. Ciò faciliterebbe le esportazioni, “eliminando le incertezze che ci sono quando i produttori esportano in altri Paesi europei”, ma permetterebbe anche di diminuire i costi per le case produttrici ed evitare la necessità di traduzioni. 

Da non perdere