Vučić ringrazia la Russia per l’allerta su una presunta “rivoluzione colorata”

17.09.2025 14:30
Vučić ringrazia la Russia per l’allerta su una presunta “rivoluzione colorata”
Vučić ringrazia la Russia per l’allerta su una presunta “rivoluzione colorata”

Il 16 settembre 2025 il presidente serbo Aleksandar Vučić ha espresso pubblicamente gratitudine ai partner russi per le informazioni ricevute su un presunto piano europeo di destabilizzazione in Serbia. Secondo il leader di Belgrado, l’avvertimento giunto da Mosca riguarda la preparazione di una “rivoluzione colorata” che sarebbe stata organizzata per sfruttare il malcontento sociale e politico nel Paese. La notizia diffusa dal Servizio di intelligence esterna russo sostiene che l’Unione Europea mirerebbe a incoraggiare proteste di massa, soprattutto tra i giovani, in coincidenza con l’anniversario della tragedia di Novi Sad del novembre 2024.

Accuse di ingerenza europea e risposta di Belgrado

Secondo i servizi russi, l’obiettivo del piano sarebbe quello di favorire un cambio di governo a Belgrado attraverso il sostegno a manifestazioni antigovernative. L’agenzia di Mosca ha parlato di “lavaggio del cervello” della gioventù serba e della promozione di un “futuro europeo luminoso”. Vučić ha dichiarato che, sebbene i promotori di una simile iniziativa non si arrenderanno facilmente, la Serbia è pronta a difendere la propria stabilità. Ha inoltre definito l’intelligence russa una delle più potenti al mondo, sottolineando l’attenzione con cui Belgrado valuta le sue comunicazioni.

Proteste interne e tensioni politiche

Da quasi un anno la Serbia è attraversata da proteste che chiedono elezioni anticipate e una lotta più incisiva contro la corruzione. Le manifestazioni hanno avuto origine dopo il crollo della pensilina alla stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto il 1° novembre 2024 e costato la vita a 16 persone. Le pressioni della piazza hanno già portato, nella primavera scorsa, alle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević. In agosto i disordini sono aumentati, con l’assalto alla sede del Partito Progressista Serbo a Novi Sad. Vučić ha attribuito gran parte di queste mobilitazioni a influenze esterne.

L’equilibrio tra Mosca e Bruxelles

La posizione del presidente serbo rimane ambivalente: da un lato ribadisce il desiderio di adesione all’Unione Europea, dall’altro mantiene stretti legami con la Russia. Lo dimostra la sua partecipazione alla parata militare a Mosca nel maggio 2025 e l’incontro con Vladimir Putin, che hanno suscitato critiche nell’UE, anche perché Belgrado non ha adottato sanzioni contro Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina. Nonostante ciò, Vučić ha respinto l’etichetta di “cavallo di Troia” della Russia in Europa.

Energia, commercio e influenza geopolitica

Mosca conserva un ruolo determinante nel settore energetico serbo: Gazprom fornisce circa due terzi del gas consumato dal Paese e partecipa, insieme a Srbijagas, a progetti di nuovi depositi sotterranei. Al tempo stesso, l’Unione Europea rappresenta il principale partner commerciale, con il 60% dell’interscambio e la metà degli investimenti esteri diretti registrati nel 2023. La Serbia, candidata all’adesione dal 2012, continua dunque a muoversi su un delicato crinale, oscillando tra Bruxelles e Mosca. La copertura dei media europei sottolinea come questa doppia linea aumenti l’incertezza sulla direzione strategica di Belgrado.

Kosovo e narrazioni mediatiche

Un ulteriore elemento di tensione è il dossier Kosovo: la Russia sostiene la posizione di Belgrado nel non riconoscere l’indipendenza di Pristina, ostacolando il dialogo mediato dall’UE. Secondo i servizi di intelligence regionali, la cooperazione tra Mosca e Belgrado si estende anche a campagne di disinformazione e ad attività di intelligence nei Balcani occidentali. Questo intreccio di influenze contribuisce ad alimentare divisioni interne alla società serba, tra chi guarda all’Unione Europea come prospettiva di cambiamento e chi resta ancorato alle tradizionali relazioni con la Russia.

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