I sovranisti europei divorziano. Cosa cambia per la Lega

22.05.2024
I sovranisti europei divorziano. Cosa cambia per la Lega
I sovranisti europei divorziano. Cosa cambia per la Lega

La spaccatura è maturata dopo le controverse dichiarazioni del candidato leader dell’Afd, ora bandito dagli eventi elettorali. La Lega di Salvini segue le orme degli alleati francesi

Terremoto nella casa dei sovranisti europei: il partito Rassemblement National di Marine Le Pen si separa da Alternative für Deutschland (Afd), che incarna l’estrema destra tedesca. La Lega di Matteo Salvini ha deciso di seguire le orme dell’alleato transalpino. La spaccatura era nell’aria da tempo, ma è maturata in seguito alle dichiarazioni dell’eurodeputato Maximilian Krah, finora principale candidato del gruppo Identità e democrazia alla carica di presidente della Commissione Ue. Nei giorni scorsi, Krah, già indagato in via preliminare per rapporti e finanziamenti sospetti da Russia e Cina, ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Repubblica e al Financial Times con dichiarazioni controverse. “Sbagliato generalizzare, non tutti i membri della SS erano criminali di guerra”, ha affermato il politico tedesco. “Tra i 900mila SS c’erano anche molti contadini: c’era sicuramente un’alta percentuale di criminali, ma non lo erano tutti”, ha precisato il candidato dell’Afd. Da quel momento la polemica è montata incessante fino al punto di rottura, che potrebbe modificare gli equilibri all’interno dell’ultradestra europea a due settimane dalle elezioni dell’Eurocamera. 

La strategia di Marine Le Pen

Al Parlamento europeo il partito Rassemblement National siede tra i banchi del gruppo Identità e democrazia (Id), lo stesso a cui aderiscono Lega e Afd. Le ombre di una separazione si allungavano da tempo sulla famiglia politica dei sovranisti. Già nel dicembre 2023, Marine Le Pen al quotidiano Le  Monde  aveva dichiarato:  “È difficile immaginare una strategia europea ignorando i tedeschi. È l’elefante nella stanza”. Il partito di Le Pen si sentiva stanco di dover dare spiegazioni e precisazioni dopo le continue polemiche che si consumano da tempo intorno all’Afd. Molti dei suoi membri sono coinvolti in processi per azioni o dichiarazioni di natura violenta. A gennaio il sito investigativo tedesco  Correctiv aveva svelato di un incontro segreto avvenuto nel novembre del 2023 a Potsdam, vicino a Berlino, in cui i dirigenti del partito insieme con rappresentanti del movimento neonazista tedesco avevano discusso di un progetto di espulsione su vasta scala contro sia i migranti che i tedeschi di origine straniera. I vertici del Rassemblement National avevano chiesto  spiegazioni, senza riceverne di convincenti. Da anni Marine Le Pen è impegnata in un processo di “svecchiamento” del suo partito, cercando di sedurre anche l’elettorato ebraico e prendendo di mira soprattutto l’immigrazione nordafricana. Ha preso però le distanze dalle dichiarazioni negazioniste dell’Olocausto e antisemite del padre Jean Marie Le Pen, fondatore dell’allora Front National. Un passo che l’Afd non è disposto a fare, andando anzi a radicalizzarsi e strizzando spesso l’occhio ai movimenti neonazisti. Il 13 maggio un tribunale tedesco ha multato Björn Höcke, leader dell’ala radicale del partito di estrema destra, per aver utilizzato uno slogan delle SA, la milizia paramilitare del partito nazionalsocialista di Adolf Hitler. Un altro tribunale ha autorizzato i servizi segreti nazionali a tenere  “sotto sorveglianza” il gruppo di estrema destra.

Krah bandito dagli eventi elettorali 

La conferma della spaccatura con l’Afd è arrivata dalla voce del nuovo presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella: “Abbiamo deciso di interrompere i rapporti e non siederemo più con loro durante il prossimo mandato”. La Lega si è schierata immediatamente al fianco con degli alleati transalpini: “Come sempre Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi”, ha fatto sapere il Carroccio. La risposta immediata dei vertici del partito tedesco non si è fatta attendere: “Se saremo espulsi, dubito che loro riusciranno a raggiungere il numero di sette Paesi necessari per formare un gruppo”. Poi c’è stata una piccola marcia indietro: il partito ha deciso di escludere Maximilian Krah da riunioni, eventi elettorali  e da  altri eventi pubblici, secondo quanto dichiarato all’Afp da un portavoce dell’AfD dopo una teleconferenza dall’ufficio federale. Una mossa in extremis mirata forse a ricucire con gli ex alleati di Rn. 


Superare il “cordone sanitario”

Tutto verrà definito in realtà dopo le elezioni del 9 giugno e non è chiaro quali saranno le prossime mosse. L’unica certezza è la nuova strategia di Le Pen: superare l’ostacolo del “cordone sanitario” che vige a Bruxelles nei confronti dell’estrema destra e ottenere una credibilità politica che le consenta di accedere sia all’Eliseo (sfiorato per ben due volte) che ottenere posti di potere all’interno delle istituzioni europee. Opzioni che finora le sono state fermamente precluse. La presa di distanze da un alleato non più considerato affidabile e adeguato deriva dalla nuova strategia della politica francese, che starebbe provando ad imitare la lezione offerta dalla presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni. Accreditarsi come moderati e tagliare i ponti (almeno sulla carta) con i movimenti neofascisti e neonazisti risulta indispensabile per ottenere un appoggio, saltuario o sistematico, da parte del Partito popolare europeo. Un’impresa non così semplice da realizzare. Mentre Meloni sin dall’inizio del suo mandato si è posizionata al fianco della presidente della Commissione Ursula von der Leyen su vari temi (atlantismo e fermo supporto all’Ucraina) e moderando nei rapporti sempre più tesi col presidente ungheresi Viktor Orban, Le Pen è rimasta invece molto critica nei confronti della presidente della leader tedesca del Ppe. E finora è stata ripagata con la stessa moneta.

Due donne per un trono

Quello su cui conta la leader dell’ultradestra francese sono le urne, che danno i sovranisti di Identità e democrazia in vantaggio rispetto ai conservatori di Ecr, a cui aderisce Fratelli d’Italia. Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati dal giornale Politico, il gruppo Id (includendo i voti dell’Afd) potrebbe ottenere 84 seggi, contro i 70 a cui punta il gruppo Ecr, che include anche il partito spagnolo Vox. Al fianco di Le Pen, oltre alla Lega, c’è anche il partito portoghese Chega, fresco di un 18% alle urne, e il Partito per la Libertà (Pvv) di Geert Wilders, a capo del nuovo esecutivo nei Paesi Bassi. In Europa, insieme ai voti, contano molto di più le alleanze e le nomine importanti in Commissione.

Le ipotesi al vaglio sono due. Espellere l’Afd e sperare in un avvicinamento del Ppe a seguito di questa mossa. Pur escludendo l’Afd, non è detto che i sovranisti riescano a “ripulirsi” a sufficienza dalle loro posizioni radicalmente anti-Islam e anti-immigrazione per ottenere dei ruoli apicali nell’Ue. L’alternativa è quella di fondere in un unico partito l’ultradestra europea, con i partiti dell’Ecr e quelli di Id seduti nello stesso gruppo e fusi in un’unica nuova famiglia politica. In quel caso però le due donne leader dell’ultradestra, Meloni e Le Pen, dovrebbero contendersi un unico trono. Una convivenza tutta da testare.

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