Enrico Caterino: chi è il commissario straordinario per l’emergenza del granchio blu

07.08.2024
Enrico Caterino: chi è il commissario straordinario per l'emergenza del granchio blu
Enrico Caterino: chi è il commissario straordinario per l'emergenza del granchio blu

La decisione dei ministri Lollobrigida e Pichetto Fratin per contrastare il crostaceo “alieno”. Già prefetto di Rovigo e Ravenna, rimarrà in carica fino al 31 dicembre 2026 e avrà a disposizione fondi per 10 milioni di euro, a cui vanno sommati gli ulteriori 15 milioni già previsti nel decreto agricoltura

Èancora emergenza granchio blu in Italia, una specie aliena e invasiva di crostacei che negli ultimi due anni è proliferata nel delta del Po e in altre zone del paese, causando molti danni agli allevatori di vongole e alle reti dei pescatori. Per questo il governo Meloni ha deciso di prendere misure più incisive. Dovrà pensarci Enrico Caterino, già prefetto di Rovigo e Ravenna, nominato commissario straordinario per il granchio blu. Il neo commissario ha il compito di elaborare un piano che porti alla diminuzione di questa specie nelle acque italiane, soprattutto quelle del litorale adriatico, oltre che alla protezione degli impianti di allevamento e acquacoltura da Chioggia in giù. Sarà affiancato da un vice commissario ancora da individuare.

Granchio blu: Enrico Caterino commissario straordinario

Enrico Caterino rimarrà in carica fino al 31 dicembre 2026: è incaricato di creare una struttura ad hoc, che avrà sede al ministero dell’Ambiente a Roma, e di elaborare un piano d’intervento che potrà contare su uno stanziamento di partenza di 10 milioni di euro, a cui vanno sommati gli ulteriori 15 milioni di euro già previsti nel decreto agricoltura. Dal governo promettono che se serviranno ulteriori finanziamenti “non ci si tirerà indietro”.

Il granchio blu, originario delle coste atlantiche e sbarcato nel Mediterraneo intorno al 2020, “ha compromesso alcune attività economiche e soprattutto rischia di compromettere l’intero ecosistema marino senza misure strategiche”, ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Con la nuova figura del commissario ci sarà “un salto di qualità” nel tentativo di contenere i danni, specie alle coltivazioni di vongole nostrane. Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida ha poi sottolineato come Caterino, reduce anche dall’esperienza di commissario di Torre Annunziata, si è già dimostrato “un grande servitore dello Stato” e come la sua nomina sia “stata condivisa in grande sintonia” tra il ministero dell’Agricoltura e quello dell’Ambiente.

Caterino ha spiegato che inizialmente si concentrerà sull’alto Adriatico, ma che “non ci focalizzeremo solo su Goro e Chioggia, che è stato l’epicentro dell’emergenza”. L’obiettivo finale è “riuscire a monitorare il tutto per controllare il proliferare di questa specie aliena”, coinvolgendo tutti i territori interessati e “dialogando e confrontandosi col settore ittico e dell’acquacoltura e coi centri di ricerca”.

Legacoop agroalimentare ricorda che da marzo a fine luglio di quest’anno sono stati smaltiti 403mila chili di granchio blu. Una quantità troppo alta: già a luglio 2023 Confcooperative Fedagripesca denunciava che i pescatori spendevano 100mila euro al giorno per smaltire i granchi e mettere in salvo le loro produzioni. L’alleanza delle cooperative italiane agroalimentari, pur esprimendo soddisfazione per la nomina del commissario, si augura che “vengano individuati dei sub commissari per le diverse regioni maggiormente coinvolte, questo per poter cogliere al meglio le diverse peculiarità delle varie realtà”. Per i produttori la prima cosa da fare è assicurare risorse per continuare a raccogliere e smaltire la trentina di tonnellate di granchi che quotidianamente vengono tolti dall’acqua.

Bisogna fare in fretta, anche perché – a un anno esatto dalle prime misure previste dal governo – per l’alleanza “la situazione purtroppo è ancora drammatica dal punto di vista ambientale oltre che sociale ed economico: è stato stimato un calo di produzione della vongola verace intorno al 90% rispetto al 2022/2023”. Per Coldiretti pesca, visto che i danni alle imprese hanno ormai superato i 100 milioni di euro, è necessario “snellire i tempi per liquidare le aziende in modo da ripristinare una situazione di normalità e la ripresa dell’attività produttiva dei nostri pescatori”. Federpesca dal canto suo definisce “fondamentale” lavorare per “costruire una filiera commerciale di trasformazione del prodotto in grado di svilupparsi e competere nel mercato”.

Lo stesso ha ventilato il ministro Lollobrigida: “È prevedibile il coinvolgimento di altri ministeri per la fase di trasformazione industriale e commercializzazione all’estero dove, come è noto, esiste già una differenza di apprezzamento. Penso ai mercati oltreoceano ma anche alla Tunisia dove il 21% dell’export ittico è di granchio blu”. Il ministro si dice consapevole che “l’attivazione delle esportazioni italiane, specie in Paesi terzi, richiede tempi e anche il sistema di trasformazione va adeguato”. Ma ci sono già passi evidenti: “Lo scorso anno alla fiera di settore a Barcellona c’era solo una start up romagnola, quest’anno non c’era un esportatore italiano senza un sottoprodotto a base di granchio blu. Se ci sarà una creazione di filiere noi garantiremo una campagna di promozione in modo da far salire la domanda di granchio blu pescato in Italia, anche da parte del mercato interno”.

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