Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza regge nonostante le tensioni tra Israele e Hamas
Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sta reggendo dopo che, domenica, l’esercito israeliano e Hamas si erano accusati a vicenda di averlo violato, riporta Attuale.
L’esercito israelo ha affermato di aver ripreso l’applicazione del cessate il fuoco e ha sostenuto che lunedì riprenderanno le consegne di cibo e beni di prima necessità nella Striscia, dopo averle completamente bloccate domenica. Varie fonti militari israeliane, rimaste anonime, hanno annunciato che in giornata riapriranno i varchi di confine di Kerem Shalom e Kissufim, collegando Israele e Gaza. Il varco di Rafah, sul confine con l’Egitto, rimarrà chiuso, costituendo l’unico accesso alla Striscia senza passare da Israele.
Domenica, l’esercito ha bombardato ripetutamente il sud della Striscia, giustificando l’operazione come risposta a un attacco a Rafah in cui sono stati uccisi due soldati israeliani. Hamas ha riconosciuto l’attacco, ma ha sottolineato di non essere in contatto con i propri combattenti nella zona. L’organizzazione ha accusato Israele di aver violato l’accordo sul cessate il fuoco.
L’esercito israeliano ha confermato di aver aperto il fuoco più volte contro persone vicino alla “linea gialla”, l’area di ritirata concordata nell’ambito del cessate il fuoco (che continua a occupare oltre il 50% del territorio). Il cessate il fuoco è entrato in vigore il 10 ottobre: secondo il governo della Striscia, controllato da Hamas, gli attacchi israeliani successivi a tale data hanno ucciso 97 persone, di cui almeno 26 domenica.
Diversi media internazionali e israeliani considerano gli attacchi e le ritorsioni di domenica come una sorta di test per la tenuta del cessate il fuoco. Finora, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha resistito alle pressioni dei ministri più estremisti, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, che lo avevano esortato a riprendere le ostilità alla luce dell’attacco di domenica e della mancata restituzione da parte di Hamas dei corpi degli ostaggi morti durante la prigionia (ne sono stati restituiti 12 sui 28 totali).
La situazione rimane molto precaria, e è difficile prevedere se il cessate il fuoco continuerà a essere rispettato.
Domenica, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che il cessate il fuoco rimane in vigore; ha espresso incertezze riguardo al coinvolgimento della “leadership di Hamas” nell’attacco contro i soldati israeliani.
Trump ha mediato l’accordo sul cessate il fuoco, ritenendolo un proprio successo diplomatico. Pertanto, è cruciale per la sua amministrazione che tale accordo rimanga valido. Lunedì, sono giunti in Israele l’inviato speciale Steve Witkoff e il genero di Trump Jared Kushner, che hanno avuto un ruolo significativo nei negoziati. Martedì, li raggiungerà il vicepresidente J.D. Vance. Il loro obiettivo è convincere Netanyahu a proseguire le trattative relative alla fase successiva del piano di pace di Trump, attualmente molto favorevole a Israele.
Una delegazione di Hamas, guidata da Khalil al-Hayya, è tornata in Egitto per discutere le questioni irrisolte riguardanti il futuro di Gaza, tra cui la ricostruzione, il disarmo di Hamas e la sua esclusione dal governo della Striscia, tematiche che si dimostrano estremamente delicate e controverse.