Parte la corsa al riarmo, ma l’Europa è lontana dall’obiettivo del 3% chiesto da Macron

04.03.2025
Parte la corsa al riarmo, ma l'Europa è lontana dall'obiettivo del 3% chiesto da Macron
Parte la corsa al riarmo, ma l'Europa è lontana dall'obiettivo del 3% chiesto da Macron

Dei Paesi membri dell’Ue e della Nato solo quattro superano la soglia suggerita dal presidente francese, mentre la maggior parte a stento arriva al minimo del 2%. E sette Stati, tra cui l’Italia, manco a quella

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha strigliato i Paesi europei chiedendo di aumentare in fretta la spesa per la difesa e di portarla almeno al 3 per cento del prodotto interno lordo. “Negli ultimi tre anni, i russi hanno speso il 10 per cento del loro Pil per la difesa. Dobbiamo quindi prepararci a ciò che verrà”, ha dichiarato al quotidiano Le Figaro, fissando un obiettivo di circa il “3/3,5 per cento”.

L’appello diventa ancora più significativo dopo il drammatico scontro tra il presidente statunitense, Donald Trump, e quello ucraino, Volodymyr Zelensky, alla Casa Bianca. Washington ha ormai reso chiaro di non vedere più come priorità la difesa dell’Ucraina e dell’Europa in generale, il che significa che ora gli Stati membri del blocco, ma anche le altre nazioni del Vecchio Continente, dovranno fare sempre più affidamento solo ed esclusivamente sulle proprie forze.

Obiettivi lontani

Ma gli obiettivi fissati da Macron a questo scopo sembrano difficili da raggiungere, se si pensa che solo quattro Stati membri dell’Ue e della Nato spendono già oltre il 3 per cento del loro Pil in armamenti. La verità è che per decenni gli europei hanno ampiamente delegato il costo della loro sicurezza al potente alleato d’oltreoceano e hanno ridotto la loro spesa militare, ritenendo che l’eventualità di una guerra nel Vecchio Continente fosse molto remota. Ma l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin ha cambiato radicalmente il loro punto di vista.

Gli Stati Uniti, che hanno stanziato quasi il 3,3 per cento del Pil per la difesa nel 2024, già da prima dell’avvento di Trump criticavano il basso livello di spesa militare dell’Europa, anche se non con lo stesso vigore.

I livelli di spesa per la Difesa dei Paesi Nato
I livelli di spesa per la Difesa dei Paesi Nato

Nel 2024, i 23 Stati membri dell’Unione che sono anche membri della Nato hanno destinato collettivamente l’1,99 per cento del loro Pil alle spese per la difesa. Questa cifra dovrebbe salire quest’anno al 2,04 per cento. Al momento solo Polonia, Estonia, Lettonia e Grecia superano la quota del 3 per cento, guidati da Varsavia, che ha destinato più del 4 per cento agli armamenti, seguita dai due Stati baltici che condividono il confine con la Russia e che spendono rispettivamente il 3,43 e il 3,15 per cento.

La Grecia, al quarto posto, destina poco più del 3 per cento al suo esercito, ma la maggior parte degli altri Paesi europei membri della Nato destina circa il 2 per cento del Pil, la soglia minima richiesta finora e che però ormai non viene ritenuta più sufficiente. Tra quelli che spendono di più ci sono Lituania (2,85%) e Finlandia (2,41%), anch’esse vicine alla Russia, ma anche Danimarca, Regno Unito e Germania.

La Francia, da parte sua, spende attualmente poco più del 2 per cento per la difesa, mentre l’Italia si ferma a un misero 1,43 per cento, rimanendo sotto la soglia del 2 per cento insieme ad altri sei Paesi Ue (Spagna, Portogallo, Belgio, Croazia, Slovenia e Lussemburgo).

L’impegno a fare di più

Nel vertice di Londra, appena due giorni dopo lo scontro tra Zelensky e Trump, i leader europei hanno offerto una forte dimostrazione di sostegno al presidente ucraino e hanno promesso di fare di più per aiutare Kiev nella guerra contro la Russia. I leader europei hanno concordato sulla necessità di spendere di più per la difesa, per dimostrare a Trump che il continente è in grado di proteggersi da solo, e l’esecutivo comunitario sta studiando modi per sostenere lo sforzo.

“Voglio che alla Commissione venga dato il mandato di ricorrere a finanziamenti innovativi. Vale a dire, sia prestiti congiunti sia il Meccanismo europeo di stabilità per raccogliere insieme somme considerevoli. Probabilmente inizialmente avremo bisogno di 200 miliardi di euro per poter investire”, ha affermato Macron.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presenterà domani (martedì 4 marzo) il suo piano denominato Rearm Europe (riarmare l’Europa), che verrà poi discusso al Consiglio europeo speciale di giovedì 6 marzo. “Vogliamo una pace duratura, ma una pace duratura può essere costruita solo sulla forza, e la forza inizia con il rafforzamento di noi stessi”, ha affermato von der Leyen.

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