A Parigi il presidente Macron ha incontrato 34 capi di stato maggiore dei Paesi pronti a fare la propria parte per sostenere l’Ucraina in caso di cessate il fuoco. Senza gli Usa
Prende forma la coalizione dei volenterosi, il gruppo di Paesi disposti a contribuire alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina in caso di cessate il fuoco, anche con l’invio di truppe se necessario. A margine del Paris Defence and Security Forum, il presidente francese Emmanuel Macron ha incontrato a Parigi 34 capi di stato maggiore dei Paesi pronti a fare la propria parte al fianco di Kiev.
Nell’incontro a porte chiuse Macron ha invitati i partecipanti a stilare “un piano per definire garanzie di sicurezza credibili” per l’Ucraina in caso di accordo di pace con la Russia, secondo quanto riferito dall’Eliseo. “Vista l’accelerazione dei negoziati di pace”, il leader francese “ha dichiarato che ora è necessario ‘passare dal concetto al piano’ per definire garanzie di sicurezza credibili, in modo da rendere possibile una pace solida e duratura in Ucraina”, ha dichiarato la Presidenza al termine dell’incontro. Secondo l’Eliseo i partecipanti hanno concordato che le garanzie di sicurezza “non dovrebbero essere separate dalla Nato e dalle sue capacità”, nonostante il riavvicinamento tra Washington e Mosca.
L’incontro senza gli Usa
Tra i partecipanti alla riunione vi erano generali di 30 Paesi dell’Ue e della Nato, tra cui il Regno Unito e la Turchia, ma anche il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda. Per l’Italia era presente (ma solo in veste di osservatore) il capo di Stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano. Tuttavia, non c’erano gli Stati Uniti, un’assenza senza precedenti per una riunione del genere e che solo poche settimane fa sarebbe stata impensabile. Ma il mondo sta cambiando e le relazioni transatlantiche sono a un punto di svolta, con gli Usa di Trump che si stanno allontanando dai loro storici partner europei e sembrano avvicinarsi alla Russia di Vladimir Putin.
Domani (mercoledì 12 marzo) è prevista anche una riunione dei ministri della Difesa del gruppo E5 (Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Polonia), nonché dei rappresentanti dell’Unione europea e della Nato e, in videoconferenza, del ministro della Difesa ucraino. I colloqui si concentreranno sugli aiuti all’Ucraina, in un momento in cui gli Stati Uniti di Trump hanno sospeso il loro sostegno militare e di intelligence, e sui piani europei di riarmo.
Primo passo verso le garanzie di sicurezza
“Con il mio omologo Tony Radakin accanto ai capi di stato maggiore degli eserciti di 34 Paesi. Riuniti per discutere del sostegno all’Ucraina. Un momento decisivo che segna il posizionamento europeo per pesare nella risoluzione del conflitto”, ha scritto su X il capo delle Forze armate francesi, Thierry Burkhard, prima dell’inizio dell’incontro a porte chiuse. “Condividendo la responsabilità con l’Ucraina e gli Stati Uniti”, ha poi puntualizzato.
La riunione si è tenuta lo stesso giorno in cui una delegazione ucraina ha incontrato un team statunitense in Arabia Saudita per discutere i modi per porre fine alla guerra con la Russia, a tre anni dall’inizio dell’invasione. L’incontro di Parigi è stato “importante”, secondo il ministro delle Forze armate francese, Sébastien Lecornu, perché ha posto “una prima pietra su queste garanzie di sicurezza”.
Il futuro dell’esercito ucraino
Nella riunione si è discusso di “cosa dovrà essere l’esercito ucraino in futuro, partendo quindi dal principio che la prima garanzia di sicurezza rimane l’esercito ucraino”, con i partecipanti all’incontro che “rifiuteranno qualsiasi forma di smilitarizzazione dell’Ucraina”, ha spiegato intervenendo al Forum sulla difesa e la sicurezza di Parigi. Con i suoi 800mila uomini, l’esercito ucraino è il più grande d’Europa, come ricorda spesso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e questi uomini non hanno alcuna intenzione di abbandonare le armi per sempre, come richiesto da Mosca.
La settimana scorsa Zelensky ha chiesto una tregua aerea e marittima per avviare i colloqui su una “pace duratura” con Mosca, un’idea avanzata anche da Macron e dal suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, ma che è stata definita da Mosca “assolutamente inaccettabile”. Secondo i suoi promotori, si tratta di un’opportunità per testare la disponibilità della Russia al dialogo.
Il contingente di pace
L’idea di dispiegare truppe europee come contingente di pace in Ucraina è stata recentemente sollevata in diverse occasioni. Parigi e Londra, in particolare, sono strettamente coinvolte nelle discussioni sull’attuazione di tale opzione. Il primo ministro britannico Keir Starmer sta a sua volta organizzando per sabato un incontro virtuale con i leader dei Paesi pronti a contribuire a prevenire la ripresa delle ostilità in Ucraina in caso di cessate il fuoco.
Ma sempre Lecornu aveva spiegato, in un’intervista al giornale La Tribune Dimanche, che prima di prendere in considerazione il dispiegamento di truppe è necessario definire la missione di questa coalizione dei volenterosi. “La decisione finale dipende dalla definizione di condizioni chiare: qual è la missione, qual è l’obiettivo, qual è il mandato e quali sono le garanzie in termini di protezione americana”, gli ha fatto eco a Parigi il ministro della Difesa olandese, Ruben Brekelmans, sostenendo che Washington rimane un “alleato affidabile” nella Nato.