Apocalisse Z, il film horror spagnolo è l’ideale per una serata ad alta tensione

01.11.2024
Apocalisse Z, il film horror spagnolo è l'ideale per una serata ad alta tensione
Apocalisse Z, il film horror spagnolo è l'ideale per una serata ad alta tensione

Il 31 ottobre, giusto in tempo per Halloween, è uscito su Prime Video Apocalisse Z – L’inizio della fine (titolo originale Apocalipsis Z: El Principio Del Fin), film horror spagnolo tratto dall’omonimo romanzo (il primo di una trilogia, nel caso vi steste chiedendo se ci potranno essere sequel) di Manel Loureiro. Da non confondere con En fin – Il giorno zero, serie dramedy anch’essa spagnola su Prime Video e anch’essa incentrata su una (in quel caso mancata) immane tragedia che colpisce il mondo.

Piuttosto, se non conoscete il libro di Loureiro e volete avere un paragone per capire di che tipo di storia si tratta, potremmo dire che Apocalisse Z ricorda in qualche modo le ambientazioni di The Last of Us, o anche di Io sono leggenda. Anche qui, insomma, c’è un virus che trasforma le persone contagiate in mostri affamati del sangue di altre persone da infettare (e/o uccidere). Ma se volete saperne di più, proseguiamo questa recensione con la sintesi della trama del film, per poi esprimere il nostro, come sempre sindacabilissimo, giudizio.

Di cosa parla Apocalisse Z

Il protagonista è Manel, che si chiama come l’autore del romanzo. Manel vive in Spagna, in Galizia, e dopo la tragica morte dell’amata moglie Julia l’unica compagnia che vuole è quella del suo gatto Lucullo, chiamato così per la fame che lo accomuna al celebre generale romano.

Un giorno, circa un anno dopo la morte di Julia, viene diffusa la notizia di un temibile virus che, dalla Russia, si sta diffondendo in tutto il mondo. Da notare che il libro di Loureiro è del 2008, ma chi ha vissuto il Covid-19 sa già benissimo che – soprattutto nei film horror – non ci sarà intervento governativo o sanitario che tenga, alla fine il virus si diffonderà lo stesso.

Quando la pandemia deve ancora scoppiare in Spagna, la sorella di Manel, Belen, lo invita a raggiungere lei e la sua famiglia alle Canarie, dove si sta rifugiando il governo e la corona spagnola e dove dovrà operare il marito di Belen, un militare. Ma quando, il giorno dopo, Manel sta per imbarcarsi per Las Palmas è ormai troppo tardi: tutti i voli sono stati cancellati, e l’esercito sta radunando la popolazione in “punti sicuri”.

Manel, su consiglio della sorella, non si fa trovare quando arrivano a prenderlo per portarlo in uno di questi centri, e quindi inizia la sua lotta di sopravvivenza solitaria. Il suo obiettivo è raggiungere Gran Canaria, ma ovviamente dovrà sfuggire alle orde di infetti che ormai riempiono le strade. E non sono i soli pericoli da cui guardarsi, ma non diciamo altro per non spoilerare: in fondo all’articolo trovate il trailer ufficiale di Apocalipsis Z: El principio del fin.

Perché vedere Apocalisse Z

Come detto, l’idea alla base di questa storia non è la più originale. C’è un virus che porta allo sterminio della razza umana e nel frattempo gli infetti si trasformano in non morti assetati di sangue e di nuovi soggetti da contagiare. E c’è il protagonista, un uomo con un trauma nel suo passato che conserva ancora un briciolo di umanità e di speranza nel futuro anche grazie alla presenza di qualcuno al proprio fianco: in The Last of Us c’è Ellie che tira su Joel, in Io sono leggenda Will Smith girava con un cane, qui c’è un gatto che miagola nei momenti meno opportuni.

Ma del resto, la parabola del sopravvissuto che sfugge alla morte è antica quanto il mondo, e non è certo sull’originalità dell’assunto di partenza che si può giudicare un film come Apocalisse Z. Piuttosto, va valutato per la sua capacità di tenere il pubblico col fiato sospeso, e in tal senso questo film spagnolo funziona alla grande.

Il percorso di Manel, che man mano conosce nuovi amici oltre che nuovi nemici, mantiene alto il livello di tensione fino alla fine (e speriamo proprio in un sequel). Grazie a una regia serrata il giusto, a una galleria di personaggi con cui si entra facilmente in empatia, e in generale a una storia che, al netto della sospensione dell’incredulità che l’horror necessita per definizione (anche se ormai quando sentiamo parlare di pandemia un brivido di realtà ci corre lungo la schiena), è interpretata e scritta così bene da sembrare vera. 

Per questo, ad Halloween o in qualunque altra sera dell’anno, ci sentiamo di dire che Apocalisse Z è un’ottima scelta per un paio d’ore ad alta tensione. 

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