Il gruppo Ferrovie dello Stato si è scusato con gli utenti: “1.200 cantieri per rendere la rete ferroviaria più moderna, efficiente e sicura”
I problemi della rete ferroviaria italiana sono all’ordine del giorno e oltre a provocare disagi ai viaggiatori, agitano la politica. Tra guasti e treni in ritardo, il gruppo Ferrovie dello Stato ha anche chiesto scusa, mentre la politica pensa a un cambio ai vertici nelle “poltrone” di Rfi, l’azienda partecipata dallo Stato che gestisce l’infrastruttura. La soluzione del ministro competente sul tema, Matteo Salvini, sarebbe quella di ridurre le corse del 15 per cento, un’ipotesi confermata indirettamente da Fs nel suo messaggio di scuse.
Il gruppo Ferrovie dello Stato si scusa per i ritardi e conferma
“In riferimento agli accadimenti degli ultimi mesi, il Gruppo Fs è consapevole delle ricadute sui viaggiatori e a tutti loro rinnova le scuse”, si legge in una nota del gruppo Ferrovie dello Stato, la holding pubblica che controlla, tra le altre cose, Trenitalia e Anas.
“L’azienda, in costante e proficua collaborazione con il Mit (Ministero vigilante), sta attuando una serie di azioni volte a migliorare il servizio ferroviario. Queste misure si rendono necessarie a causa dell’elevato numero di cantieri attualmente attivi, che caratterizzano il piano di investimenti del Pnrr e il programma pluriennale di manutenzioni e di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie. L’obiettivo è quello di limitare al massimo i disagi per i viaggiatori”, spiega Fs nella nota.
Poi, la conferma – indiretta -, dei possibili tagli ai treni per le tratte ad “alta densità”: “il Gruppo Fs sta studiando alcune misure per ottimizzare l’offerta e mitigare gli effetti negativi sul servizio, con particolare attenzione alla gestione delle tratte ad alta densità, caratterizzate da treni non sempre pienamente occupati”.
Giovannini, ex ministro governo Draghi: “Difficile dire se i tagli funzioneranno”
Non è detto che ridurre la frequenza delle corse sia la soluzione: “Potrebbe, ma è difficile dirlo – ha detto l’ex ministro dei Trasporti del governo Draghi, Enrico Giovannini, intervistato da La Stampa -. È stato fatto su alcune linee per il trasporto merci, ma per i passeggeri è diverso, anche perché la richiesta è aumentata moltissimo”.
“Partiamo da una rete molto fragile e caratterizzata da un evidente sovraccarico: il traffico dell’alta velocità occupa le reti durante tutto il giorno e, quindi, la manutenzione ordinaria va fatta di notte e a questa si aggiungono i potenziamenti finanziati con il Pnrr. Abbiamo una frequenza di treni nettamente superiore a qualsiasi altro Paese europeo e questo, nelle giornate buone, rappresenta un vantaggio per i passeggeri. Se perdi un treno, ne hai un altro dopo un quarto d’ora”, sottolinea Giovannini.
Il giro delle “poltrone”, le mosse di Salvini tra le polemiche
Già ipotizzate per inizio 2025, le nomine dovrebbero quindi essere fatte a breve. Stefano Donnarumma, nominato la scorsa estate come amministratore delegato del gruppo Fs, resta al suo posto. Nel ‘giro di poltrone’ invece l’attuale amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi, assumerebbe la guida di Fs International.
Al suo posto arriverebbe a Trenitalia Gianpiero Strisciuglio, un tecnico che ha già registrato buoni risultati come Ad di Rfi. L’ingegnere, già indicato da Matteo Salvini nel maggio scorso che avrebbe il placet anche di Fratelli d’Italia, è già stato amministratore delegato di Mercitalia Logistics e in passato direttore commerciale ed Esercizio Rete sempre in Rfi.
Al posto di Strisciuglio in Rfi arriverebbe Aldo Isi (ora ad di Anas), anche lui ingegnere e all’interno del gruppo Fs dal 1999. Dario Lo Bosco passerebbe invece al vertice di Italferr, la società di ingegneria del gruppo lasciando la presidenza di Rfi. Sembra non debba esserci nessuna sorpresa infine per Sabrina De Filippis, unica donna ai vertici del gruppo, che dovrebbe restare alla guida di Mercitalia Logistic.
Prosegue intanto la polemica politica con maggioranza e opposizione divise sull’operato del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Per Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, Salvini non ha “nessuna responsabilità” perché non ci sono stati “negli ultimi dieci anni gli indispensabili lavori di potenziamento della rete ferroviaria necessari per gestire l’incremento del carico”, mentre per la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, “il ministro trova sempre modo di non prendersi le responsabilità e scaricare le colpe su altri. Già che c’è, questa volta, dimetta anche se stesso”.