Mai come quest’anno, l’Airshow China ha rappresentato la migliore occasione per il presidente Xi di mostrare i risultati del processo di modernizzazione delle forze armate cinesi e lanciare un messaggio ai rivali occidentali
Da forza nata dalle macerie della guerra civile a superpotenza in grado di sfidare la supremazia militare degli Stati Uniti. La parabola dell’Esercito Popolare di Liberazione della Cina ha intrapreso una svolta decisiva da quando il potere del gigante asiatico è finito nelle mani di Xi Jinping.
Il leader cinese non è solo il presidente della seconda potenza economica al mondo, ma anche il presidente della Commissione militare centrale. Xi è l’uomo forte che negli ultimi anni ha apportato una sostanziale modifica alla struttura delle forze armate – e in particolare all’articolazione degli apparati di intelligence tecnologica – e ha effettuato una radicale epurazione militare anticorruzione, con la rimozione di nove generali e almeno quattro dirigenti dell’industria della difesa aerospaziale, inclusa la strategica Rocket Force che supervisiona i missili tattici e nucleari.
La fedeltà al Partito è il principio cardine per Xi che, da quando è al potere, è impegnato a eliminare le mele marce (anche) dall’apparato militare, per cogliere i migliori frutti. E mai come quest’anno, l’Airshow China ha rappresentato la migliore occasione per il presidente Xi di mostrare i risultati del processo di modernizzazione delle forze armate cinesi.
Il jet di ultima generazione invisibile ai radar (di Taiwan)
Sono bastati cinque minuti per dare prova alla Cina di come sia in grado di mettere in allerta la prima potenza militare al mondo, gli Stati Uniti. In 300 secondi il nuovo supercaccia invisibile J-35A di quinta generazione ha bucato i cieli di Zhuhai davanti agli occhi increduli e meravigliati della folla, giunta nella città del Guangdong dove ogni anno si svolge l’unica fiera aerospaziale internazionale approvata del governo cinese, per conoscere le ultime novità aerospaziali della Repubblica popolare.
Il jet stealth J-35A era atteso da più di un decennio e il design ultramoderno conferma il pensiero che ha spinto la Shenyang Aircraft Corporation, un’unità della Aviation Industry Corporation of China di proprietà statale, alla sua progettazione: l’aereo è stato costruito per “catturare e mantenere la supremazia aerea”, quindi capace di eludere il rilevamento radar e attaccare obiettivi nemici a velocità supersoniche con missili a corto e medio raggio. Anche se non sono stati diffusi dettagli sulle sue prestazioni, l’ultimo modello del caccia stealth “è destinato a rappresentare una sfida molto grande per la capacità di sorveglianza della difesa aerea di Taiwan”, come ha osservato Shu Hsiao-Huang, ricercatore presso il think tank di difesa taiwanese Institute for National Defense and Security Research (INDSR). La Repubblica popolare ritiene infatti che Taiwan sia una sua provincia ribelle destinata a “riunificarsi” con il resto del paese, anche facendo ricorso alla forza militare.
A confermare le ambizioni militari è il tabloid nazionalista Global Times che, in un editoriale, sottolinea come la Cina non stia “cercando di ostentare la propria potenza”, ma di “dimostrare di avere sia la capacità di salvaguardare la propria sovranità nazionale e integrità territoriale, sia l’impegno per uno sviluppo basato sulla pace”.
Ma come risponderebbe Taiwan a un conflitto armato con il gigante asiatico? Il governo dell’isola – che gode del sostegno militare degli Stati Uniti – sta tentando una cooperazione con la Casa Bianca per realizzare un aereo da caccia sul territorio taiwanese. Washington, nonostante fornisca mezzi militari a Taipei, si guarda però bene dal fornire i suoi caccia più avanzati come l’F-22 o l’F-35. Il timore è quello di dover rispondere alle ritorsioni cinesi.
Ora torniamo al nuovo jet cinese. Il design del J-35A ricorda molto quello del cacciabombardiere americano di quinta generazione F-35 di Lockheed Martin, la cui forma, dalla fusoliera alle superfici di controllo, è progettata per ridurre al minimo le sue dimensioni sul radar.
L’aereo cinese è stato presentato dieci anni dopo il primo volo dell’F-35 statunitense, sollevando dubbi sull’equità tecnologica tra i due modelli. Molti analisti sottolineano come in termini di recupero rispetto agli americani, la Cina paga un gap tecnologico di almeno 10-15 anni. Tuttavia i modelli cinesi potrebbero ottenere un vantaggio nei potenziali mercati di esportazione perché, come sottolineato sul Financial Times da Peter Layton, ricercatore associato presso il think tank del Royal United Services Institute, la capacità manifatturiera della Cina renderà questi modelli più economici rispetto ai costosi velivoli statunitensi.
All’Airshow China si sono esibiti tre tipi di jet da combattimento stealth: oltre al J-35A, un gruppo di J-20 cinesi e il nuovo jet di fabbricazione russa, il Su-57. Di quest’ultimo, nonostante la presenza del Consiglio di sicurezza nazionale russo Serghei Shoigu alla fiera, si è parlato poco interrompendo una lunga tradizione che vedeva i caccia dell’Aeronautica russa catturare l’attenzione mondiale. E soprattutto segna una distanza netta dai primi anni della fondazione dell’Esercito Popolare di Liberazione (che quest’anno festeggia il 75esimo anniversario) e dalla costituzione formale dell’aeronautica militare cinese, quando l’aviazione era costituita dagli aerei sottratti al Kuomintang dopo la guerra civile e dai velivoli sovietici.
Il catamarano senza pilota
Anche la Marina vanta un nuovo gioiello. Durante la fiera, la Cina ha presentato il suo nuovo catamarano da combattimento senza pilota, il “Jari-USV-A”. La nave, sviluppata dalla China State Shipbuilding Corporation, è dotata di un doppio sistema di propulsione diesel-elettrico, pesa 300 tonnellate e ha una lunghezza di 58 metri.
Ma la sua caratteristica principale è la velocità di oltre 40 nodi e un’autonomia superiore alle 4mila miglia nautiche. La nave è equipaggiata con vari armamenti, tra cui missili antinave e missili nave-aria, e dispone di una pista di atterraggio per elicotteri. Questa futuristica imbarcazione è progettata per lunghe operazioni in mare aperto e viene descritta come un “guerriero completo” per le moderne esigenze militari.
Quanto spende il governo cinese per la Difesa
Tenendo bene in mente il suo obiettivo, Xi sostiene che l’esercito dovrebbe “rafforzare in modo completo l’addestramento e la preparazione alla guerra”. E per farlo, Pechino investe enormemente nella Difesa con una spesa che quest’anno ha toccato quota 44 per cento del Pil dal 38 per cento del 2014. Durante la seconda sessione annuale del XIV Congresso Nazionale del Popolo, che si è svolta lo scorso marzo, il governo cinese ha annunciato un aumento del 7,2 per cento nel budget destinato alle spese per la Difesa, con un crescita registrata per il 30esimo anno consecutivo.
Ma le stime restano comunque opache, dal momento che il governo cinese osserva il massimo riserbo sulla sua spesa militare. Rispetto a quanto dichiarato, la percentuale di budget effettivamente destinata alla Difesa è con molta probabilità superiore a quella annunciata ufficialmente. Questo perché nella spesa ufficiale non vengono incluse voci consistenti come il programma spaziale (gestito dalle forze armate), i fondi per la mobilitazione della difesa, i costi operativi delle basi militari provinciali, le pensioni e le indennità militari, gli sforzi per la ricerca e lo sviluppo di beni dual-use (con uso sia civile che militare) e le organizzazioni paramilitari come la Guardia Costiera.
Se lo spettro di una guerra nello Stretto di Taiwain è al momento lontana, la Cina sembra preparare gli strumenti per portare a compimento il sogno di “riunificazione” dell’isola con la madrepatria. E lo spettacolo aereo di quest’anno è stato pensato per mandare un messaggio agli Stati Uniti e all’occidente: le forze militari cinesi non sono inferiori a quelle dei suoi rivali. Anzi.