Come funzionano le elezioni in Francia (e la “trappola” anti Le Pen)

12.06.2024
Come funzionano le elezioni in Francia (e la "trappola" anti Le Pen)
Come funzionano le elezioni in Francia (e la "trappola" anti Le Pen)

Nel Paese transalpino il partito con più consensi a livello nazionale non per forza ottiene più deputati al parlamento.

Adue anni esatti dalle ultime elezioni politiche, i francesi torneranno alle urne il prossimo 30 giugno per eleggere i 577 deputati dell’Assemblea nazionale. Il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha infatti sciolto il parlamento dopo una prima parte della legislatura travagliata che ha visto avvicendarsi due premier e in cui i lavori sono stati paralizzati dalle lunghe ed estenuanti trattative tra la maggioranza (non assoluta) e le opposizioni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il pessimo risultato del partito di Macron alle elezioni europee e l’avanzata della destra, in particolare del Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen.

Il leader francese, che resta presidente e che lo resterà a prescindere dall’esito delle urne, stando a quanto dichiarato in queste ore (in Francia le elezioni del presidente sono separate da quelle parlamentari), spera che lo scioglimento anticipato possa portare a una situazione di maggiore stabilità nell’Assemblea. Visti i recenti risultati delle europee, con Rn che ha conquistato quasi un terzo dei voti, i piani di Macron sembrano più che azzardati. Ma una mano al capo dell’Eliseo potrebbe arrivare dal complesso sistema elettorale transalpino, che potrebbe ridurre il peso dei consensi della destra.

Il sistema elettorale francese

In Francia, infatti, l’Assemblea nazionale (la camera bassa) viene eletta con un sistema uninominale maggioritario a doppio turno. Il Paese viene diviso in 577 distretti o collegi uninominali: ciascuno di questi collegi elegge un deputato. I partiti, dunque, presentano un candidato per ogni distretto. Può capitare che più partiti uniscano le forze per sostenere un candidato comune, un’eventualità che sembra potrebbe essere seguita a sinistra come a destra.

Il primo turno si terrà il 30 giugno, come dicevamo. Gli aspiranti deputati che ottengono la maggioranza assoluta dei voti nel loro collegio, purché abbiano votato almeno il 25% degli aventi diritto in quel distretto, vengono eletti al primo turno. In caso contrario, i candidati che hanno ottenuto almeno il 12,5% dei voti in un collegio accedono al ballottaggio. Il secondo turno si svolgerà il 7 luglio.

Il peso dei collegi e la trappola per Le Pen

Questo sistema articolato comporta che il partito che ha ottenuto più voti al primo turno non necessariamente avrà un peso corrispettivo nella futura Assemblea. Molto dipende anche dalla forza dei candidati locali e dalle coalizioni che si formano nei vari distretti. Questa dinamica, nel recente passato, ha sempre sfavorito i partiti più estremisti, come l’ultradestra di Le Pen. Nel 2022, per esempio, il suo Rn ha ottenuto il 18,6% dei voti al primo turno, senza a riuscire a eleggere alcun deputato. Al secondo turno, i consensi sono scesi al 17,3%.

La coalizione di Macron (Ensemble) e quella dei partiti di centrosinistra (Nup) hanno invece significativamente aumentato i loro voti tra i due turni, passando rispettivamente dal 25,7% e 25,6% al 38,5% e al 31,6%. Inoltre, per comprendere meglio il peso di quanto accade nei singoli collegi (e non le preferenze assolute prese a livello nazionale), un buon modo è confrontare i voti dei Repubblicani (l’equivalente di Forza Italia) e quelli di Rn: i primi, con meno della metà dei consensi dei secondi hanno ottenuto 61 deputati. Rn ne ha presi 89. 

La speranza di Macron è che questo effetto anti Le Pen possa funzionare anche in questa occasione. L’ultima volta che un presidente francese ha sciolto il parlamento in anticipo è stato nel 1997. L’allora capo dell’Eliseo Jacques Chirac, leader del centrodestra, era alle prese con la mancanza di una maggioranza assoluta all’Assemblea, e tentò di cambiare le carte a suo favore convocando nuove elezioni. Un po’ come sta facendo Macron oggi. La decisione di Chirac porterà, però, al trionfo dei socialisti e a un governo guidato da Lionel Jospin.

La coabitazione tra Chirac e Jospin durerà fino al 2002. Quello che sembrava un azzardo andato male per il leader del centrodestra si trasformerà, invece, in un trionfo: Chirac otterrà la riconferma all’Eliseo in un ballottaggio storico contro Jean-Marie Le Pen, il padre di Marine. 

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