La procura ha avviato un’indagine sul voto contestato dall’opposizione e ordinato il riconteggio di una parte dei voti. Sogno georgiano assicura di voler proseguire il percorso di adesione all’Ue
Continua lo scontro sulle elezioni in Georgia, andata al voto il 26 ottobre e finito al centro delle tensioni tra Paesi occidentali e Russia. Mentre il Cremlino nega qualunque influenza sul processo elettorale, Bruxelles e Washington chiedono con insistenza dei controlli sulle presunte irregolarità.
La procura del Paese ha convocato la presidente pro-Ue Salomè Zurabishvili dopo le sue accuse di brogli nei confronti di Sogno georgiano, il partito già al governo e risultato vincitore anche a queste ultime legislative. È stato ordinato anche un riconteggio delle schede in una parte dei seggi elettorali. In questo contesto l’Ue deve fare i conti con l’ennesima visita “fuori luogo” del primo ministro ungherese Viktor Orban, corso a Tbilisi a congratularsi con Sogno georgiano mentre migliaia di persone erano scese in piazza per contestare il governo.
L’indagine sulle elezioni in Georgia
La procura georgiana ha annunciato il 30 ottobre l’apertura di un’indagine sulla “presunta falsificazione” delle elezioni parlamentari nel Paese. La presidente, Salomé Zurabishvili, è stata convocata per illustrare nel dettaglio le sue accuse di brogli nei confronti del partito al governo, dichiarato vincitore del voto. “L’ufficio del procuratore georgiano ha aperto un’indagine sulla presunta falsificazione delle elezioni parlamentari”, ha annunciato la procura in un comunicato.
Nella dichiarazione ha aggiunto che la leader pro-Ue “è probabile che abbia le prove di una possibile falsificazione delle elezioni”. L’annuncio arriva quattro giorni dopo che le elezioni parlamentari in questa piccola repubblica ex sovietica del Caucaso sono state inficiate da “irregolarità”, secondo quanto sostenuto dall’opposizione filo-europea, dal capo di Stato e da diverse cancellerie europee.
Ordinato il riconteggio dei voti da Tbilisi
In base ai risultati ufficiali, il partito Sogno georgiano, ha ottenuto una vittoria schiacciante, fortemente contestata dall’opposizione. Al potere dal 2012, il partito vincitore è accusato dai suoi detrattori di autoritarismo filorusso. A seguito di accuse di brogli, è stato ordinato un nuovo conteggio dei voti nel 14% dei seggi elettorali, selezionati a caso in tutto il Paese. I risultati dello scrutinio, in corso dal 29 ottobre, non sono ancora noti.
Sulle elezioni in Georgia si sono espresse criticamente anche le diplomazie occidentali. Bruxelles e Washington hanno chiesto esplicitamente a Tbilisi di avviare indagini su queste accuse di “significative irregolarità”. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato il 30 ottobre di essere “allarmato dal recente declino della democrazia” nel Paese, invitando “il governo georgiano a condurre un’indagine trasparente su tutte le irregolarità elettorali”.
Le accuse della presidente Zurabishvili
Dalla sera stessa del voto, l’opposizione, guidata da Zurabishvili, ha denunciato un’elezione “rubata”, rifiutandosi di riconoscere i risultati proclamati dalla Commissione elettorale. La politica ha accusato Mosca di “acquisto di voti” e di “pressioni” sugli elettori. Il Cremlino, da parte sua, ha respinto “accuse infondate”, negando qualsiasi interferenza nel processo elettorale in Georgia.
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La Russia è una potenza molto influente da tempo nella regione, gestendo anche basi militari in due regioni georgiane separatiste di cui il Cremlino ha riconosciuto l’indipendenza: l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud. Gli oppositori di Sogno georgiano accusano da tempo il partito di un pericoloso avvicinamento a Mosca, che allontana il Paese dall’obiettivo sancito dalla Costituzione di aderire sia all’Ue che alla Nato.
In primavera, il governo ha promulgato una legge sull’influenza straniera direttamente ispirata alla legislazione russa, che il Cremlino utilizza per reprimere sia la società civile che l’opposizione. In seguito a questa misura, Bruxelles ha congelato il processo di adesione all’Ue, mentre gli Stati Uniti hanno adottato sanzioni contro i funzionari georgiani per la loro “brutale repressione” delle manifestazioni successive. Di fronte alle critiche diffuse, il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidzé ha assicurato agli elettori che la “priorità principale” di Tbilisi rimane “l’integrazione europea”. Durante la campagna elettorale, il suo partito si è presentato come l’unico in grado di risparmiare alla Georgia lo stesso destino dell’Ucraina, in un contesto di rivalità russo-occidentale.
L’influenza di Mosca e la visita di Orban in Georgia
Dopo il voto, è corso in Georgia il primo ministro ungherese Viktor Orban, congratulandosi con Sogno Georgiano per la vittoria e parlando di elezioni “libere e democratiche”. La visita a Tbilisi del leader ungherese è diventata subito oggetto di una controversia con gli altri Stati membri dell’Ue. Bruxelles non ha apprezzato l’esposizione di Orban, dato che in questo periodo l’Ungheria detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, che durerà fino alla fine dell’anno. Si tratta dell’ennesima visita “fuori luogo”, dopo quelle in Cina e in Russia avute luogo all’inizio del semestre europeo ungherese.