I numeri, più delle parole, raccontano l’entità della stangata che rischia di abbattersi sull’export italiano verso gli Stati Uniti. Con l’annuncio del 20% di dazi sulle merci europee, voluto da Donald Trump e in vigore dal 9 aprile, il made in Italy si prepara a una battaglia commerciale che potrebbe lasciare cicatrici profonde. Solo nel 2023, l’Italia ha esportato oltreoceano beni per 65 miliardi di euro, con settori come agroalimentare, automotive e farmaceutica in prima linea. Ma è il comparto del cibo, dal vino all’olio, a subire il colpo più duro: secondo Coldiretti, il conto potrebbe superare i 3 miliardi.
“Non è solo una questione di rincari per i consumatori americani, stimati in 1,6 miliardi”, spiega Ettore Prandini, presidente dell’organizzazione agricola. “Il vero problema è l’effetto a catena: senza sbocchi alternativi, l’eccesso di offerta farà crollare i prezzi”. Un meccanismo che, come sottolinea anche Alberto Zanetti, esperto di commercio internazionale, rischia di innescare danni immediati per le imprese, aggravati dal dollaro debole.