In arrivo la più forte tempesta solare dal 2005: secondo l’agenzia metereologica statunitense l’aurora potrà illuminare il cielo fino a basse latitudini, anche in Italia
Almeno cinque brillamenti solare in successione sono stati associati a emissioni di massa coronale diretti verso la Terra. I meteorologi statunitensi della NOAA hanno emesso per la prima volta dal 2005 una rara allerta di “tempesta geomagnetica grave”. Nel cielo anche a basse latitudini come quella dell’Italia, sarà possibile ammirare a una spettacolare aurora come quella a cui di solito si assiste nelle zone dei circoli polari.
L’appuntamento è per la sera di oggi venerdì 10 maggio, ma è probabile che lo spettacolo delle luci danzati possa replicare anche nel fine settimana. Al momento l’allerta per sabato 11 maggio è stata alzata da G2 (moderata) a G4 (severa), in una scala che va da 1 a 5. Dall’Italia sarà possibile ammirare solo un riflesso del fenomeno: benché ci troviamo al picco del ciclo solare, un periodo di massima attività della nostra stella, dalle nostre latitudini difficilmente sarà possibile ammirare lo spettacolo pieno dell’aurora ma, come avvenuto nel recente passato, fenomeni ottici legati alle tempeste solari, e conosciuti con gli acronimi “Sar” e “Steve”, ovvero i lontani bagliori dell’aurora boreale vera e propria.
Nel corso della tempesta solare è possibile che le comunicazioni satellitari possano registrare malfunzionamenti, così come potrebbero verificarsi problemi sulle linee di alta tensione.
All’origine della tempesta solare una emissione di massa coronale proveniente da una zona particolarmente ricca di macchie solari. Il video è stato realizzato con il coronografo di una sonda che studia proprio la nostra stella: la sequenza mostra molto bene l’emissione di bolle di plasma bolle incandescente che dalla superficie del Sole sono in viaggio verso la Terra.
L’emissione solare avviene da una regione attiva più grande – in proporzione – del pianeta Giove: la sua dimensione è così grande che è possibile vedere una grande macchia scura sul Sole anche senza telescopio, ma con lenti protettive specifiche. L’evento richiama il gruppo di macchie che apparse sulla nostra stella nel settembre 1859 e produsse il brillamento solare più famoso della storia: l’evento di Carrington, una tempesta solare talmente potente da portare l’aurora a illuminare i cieli del Messico e a incendiare i piloni di legno dei telegrafi. All’epoca la rete elettrica e le infrastrutture per le telecomunicazioni globali erano ancora estremamente primitive, se un evento del genere dovesse ripetersi ai giorni nostri i rischi sarebbero evidentemente ben più consistenti.
Intanto nelle passate 48 ore la regione ha già prodotto diversi brillamenti della classe più alta e – data la complessità della struttura – è possibile che si possa assistere a un evento storico, per dimensione e portata. Oppure potrebbe non succedere nulla.
Fonte: Today