Esercito al confine, stop allo Ius soli e restrizioni ai viaggi: così Trump vuole fermare i migranti

22.01.2025
Esercito al confine, stop allo Ius soli e restrizioni ai viaggi: così Trump vuole fermare i migranti
Esercito al confine, stop allo Ius soli e restrizioni ai viaggi: così Trump vuole fermare i migranti

Adottando gli ordini esecutivi il nuovo presidente Usa ha mandato i militari a controllare le frontiere e ha negato tutta una serie di diritti che prima erano concessi a chi entrava nel Paese. Ma partono le contestazioni legali

Le immagini dei migranti in lacrime al muro costruito al confine tra Messico e Stati Uniti stanno facendo il giro del mondo. Migliaia di loro hanno visto i propri appuntamenti per la richiesta di un permesso di soggiorno cancellati dopo pochi minuti dall’entrata in carica di Donald Trump. Il nuovo presidente Usa ha dichiarato l’emergenza nazionale alla frontiera, invocando speciali poteri presidenziali che gli consentono di prendere decisioni autonomamente senza passare per il Congresso.

Con una serie di ordini firmati nel giorno del suo insediamento, Trump ha deciso di sigillare le frontiere nazionali contro gli immigrati, di perseguitare i migranti privi di documenti già presenti sul territorio nazionale, di dispiegare l’esercito al confine e di eliminare lo ius soli.

Gli ordini esecutivi hanno titoli altisonanti come: proteggere il popolo americano dall’invasione, mettere in sicurezza i nostri confini, proteggere gli Stati Uniti dai terroristi stranieri e da altre minacce alla sicurezza nazionale, chiarire il ruolo dell’esercito nella protezione dell’integrità territoriale degli Usa, proteggere il significato e il valore della cittadinanza americana.

Cosa sono gli ordini esecutivi e come funzionano

Gli ordini esecutivi sono provvedimenti con cui il presidente esercita il proprio potere senza passare per il Congresso, una sorta dei nostri decreti. Questi ordini hanno valore di legge e rimangono in vigore fino a quando non vengono annullati, abrogati, bloccati o scadono.

Come nel suo primo mandato, Trump si è affidato al National Emergencies Act, una legge post-Watergate che consente al presidente di dichiarare un’emergenza nazionale, rafforzando così i suoi poteri esecutivi. In questo caso, l’interpretazione di emergenza nazionale è piuttosto vaga e gli atti potrebbero essere contestati dal Congresso.

Trump firma gli ordini esecutivi - foto LaPresse (AP Photo/Evan Vucci)
Trump firma gli ordini esecutivi – foto LaPresse (AP Photo/Evan Vucci)

Camera e Senato possono approvare una risoluzione congiunta per porre fine allo stato di emergenza se ritengono che il presidente stia andando oltre i suoi poteri, ma i repubblicani controllano entrambe le camere, quindi è difficile che ciò accada. Gli ordini sono tuttavia destinati a subire pesanti contestazioni legali, ma nel frattempo entreranno in vigore, che piaccia o no ai loro oppositori.

Niente più permessi

Una delle prime azioni dell’amministrazione Trump è stata la chiusura di un programma governativo creato da Joe Biden, che consentiva ai migranti di ottenere appuntamenti per l’ammissione negli Stati Uniti attraverso i porti d’ingresso legali tramite un’app.

La disattivazione del programma, noto come C.B.P. One, ha gettato nel limbo circa 30mila migranti che avevano già un appuntamento. Successivamente, il repubblicano ha deciso di bloccare i richiedenti asilo e di sigillare il confine contro coloro che cercano protezione nel Paese, sostenendo che gli attraversamenti irregolari rappresentano un problema di sicurezza nazionale e di salute pubblica.

Per farlo, ha anche firmato un ordine che assegna all’esercito un ruolo diretto nell’applicazione della legge sull’immigrazione, incaricando il Dipartimento della Difesa di elaborare un piano “per sigillare i confini e mantenere la sovranità, l’integrità territoriale e la sicurezza degli Stati Uniti, respingendo le forme di invasione”. Tuttavia, la direttiva potrebbe scontrarsi con una legge del 1870 chiamata Posse Comitatus Act, che generalmente limita l’uso delle truppe federali regolari per scopi di polizia interna.

Basta ius soli

Trump vuole anche abolire lo ius soli, la regola che da sempre regola nel Paese l’acquisizione della cittadinanza per i figli dei migranti o di chiunque si trovi sul territorio statunitense. Il repubblicano ha deciso che il suo governo non tratterà più tutti i bambini nati negli Usa come cittadini, una mossa che equivarrebbe a una modifica del 14esimo emendamento, vecchio di 157 anni, che è al di là dei suoi poteri e che ha già provocato un’azione legale da parte dell’American Civil Liberties Union.

Per aggirare la Costituzione, Trump ha ordinato alle agenzie federali di non rilasciare documenti di cittadinanza ai figli nati negli Stati Uniti da una madre priva di documenti o con un visto temporaneo, se il padre non è cittadino statunitense o residente permanente. Negando i documenti, pur non abolendo formalmente il diritto alla cittadinanza, lo nega di fatto.

Restrizioni ai viaggi

Il presidente ha firmato poi un ordine esecutivo per porre fine al “catch and release” (cattura e rilascio), che si riferisce alla pratica di rilasciare i migranti negli Stati Uniti in attesa di una comparsa in tribunale dopo che hanno attraversato il confine, anche se non è chiaro come farà. “Chiunque entri negli Stati Uniti senza autorizzazione rischia di essere perseguito ed espulso”, ha scritto su X Stephen Miller, vice capo dello staff di Trump e architetto della sua agenda anti-immigrazione.

Infine, Trump ha anche sollevato la prospettiva di imporre divieti di viaggio, come nel suo primo mandato. Ha ordinato alla sua amministrazione di prendersi 60 giorni per identificare i Paesi in cui un controllo approfondito dei visitatori e dei richiedenti il visto non è fattibile e rappresenta un potenziale rischio per la sicurezza nazionale. In questi casi, l’amministrazione dovrebbe valutare l’opportunità di un divieto totale o parziale di ammettere negli Stati Uniti persone provenienti da quelle nazioni.

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