Trump ripristina la pena di morte federale

22.01.2025
Trump ripristina la pena di morte federale
Trump ripristina la pena di morte federale

Il nuovo presidente degli Stati Uniti ha firmato un ordine esecutivo che cancella la moratoria voluta da Biden nel 2021 e chiede ai procuratori di invocare la pena di morte per gli omicidi di agenti o per i crimini capitali “commessi da uno straniero illegalmente presente in questo Paese”

Tra i primi provvedimenti di Donald Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti c’è anche il ripristino della pena di morte federale. Il tycoon ha firmato un ordine esecutivo per chiedere agli ‘Attorney general’, di adottare “tutte le misure necessarie e legittime” per garantire che i diversi stati abbiano i farmaci per le iniezioni letali a sufficienza per poter attuare le condanne a morte. Una mossa che cancella la moratoria voluta da Biden nel 2021 con cui erano state sospese le esecuzioni capitali federali.

Usa, Trump ripristina la pena di morte federale

Il presidente ha anche chiesto ai procuratori generali di invocare la pena di morte quando il caso riguarda l’uccisione di un agente o altri reati capitali “commessi da un immigrato presente nel Paese illegalmente”, “senza considerazione per altri fattori”. L’ordine costringe il dipartimento della Giustizia a chiedere condanne alla pena di morte in casi federali oltre a contribuire a mantenere le condanna alla pena di morte negli stati che hanno fatto fatica a procurarsi le quantità adeguate dei farmaci necessari per attuarla. L’iniezione letale è infatti la forma più utilizzata e la maggior parte delle condanne capitali federali vengono effettuate nel penitenziario di Terre Haute, in Indiana. Solitamente si arriva all’esecuzione soltanto dopo una serie di accurati appelli e di revisione del caso: una volta terminato il processo e accertata la colpevolezza, l’esecuzione è fissata dal procuratore generale.

Cos’è e come funziona

La pena di morte federale è stata introdotta nei primi anni della Repubblica e può essere applicata dal governo ad alcune tipologie di crimini, come il terrorismo e altri reati gravi, anche per cittadini di Stati dell’Unione in cui la pena di morte non è prevista. Nel corso dei decenni questo strumento è stato sfruttato in maniera discontinua, con i governi che hanno alternato periodi di utilizzo frenetico ad altri in cui l’applicazione è stata ridotta. Almeno fino al 1994, quando con il Violent Crime Control and Law Enforcement Act, il governo ha ampliato applicazione della pena capitale, includendo crimini come il terrorismo e l’omicidio di funzionari federali. Un ritorno alla pena di morte utilizzato come strumento per contrastare il crimine organizzato e la crescente preoccupazione dei cittadini.

Nel 2021 l’allora Attorney General Merrick Garland aveva introdotto una moratoria sulla pena di morte a livello federale. E attualmente solo tre persone rimangono in un braccio della morte federale dopo che Joe Biden ha commutato in ergastolo le condanne alla pena capitale di 37 carcerati. “Solenne responsabilità del governo è quella di proteggere i suoi cittadini da atti ripugnanti – si legge nel decreto – e la mia amministrazione non tollererà sforzi per ostacolare e eviscerare le leggi che autorizzano la pena capitale contro coloro che commettono atti orribili di violenza contro cittadini americani”.

Con Trump record di esecuzioni

Durante il primo mandato di Trump alla Casa Bianca erano state attuate 13 condanne alla pena di morte federali, più esecuzioni che con qualsiasi altro presidente della storia moderna. Durante questa campagna elettorale, Trump aveva invocato la pena di morte anche contro coloro “sorpresi a vendere droga”. Prima di lasciare l’incarico, Garland aveva anche ritirato il protocollo del dipartimento della Giustizia per le esecuzioni federali che consentiva le esecuzioni con una singola dose di Pentobarbital dopo che erano emersi, secondo uno studio commissionato dal governo, “possibili sofferenza e dolore non necessari” dovute all’impiego solo di questo farmaco. Il protocollo, che ora potrebbe essere reintrodotto, era stato stilato dall’Attorney general nella prima amministrazione Trump, Bill Barr, per sostituire il cocktail di tre farmaci usato prima che il tycoon si insediasse alla Casa Bianca per la prima volta.

I tre condannati nel braccio della morte

I tre condannati nel braccio della morte federale sono Dylann Roof, che nel 2015 aveva ucciso nove membri della Chiesa Mother Emanuel Ame di Charleston, il terrorista della maratona di Boston nel 2013, Dzhokhar Tsarnaev, e Robert Bowers, che aveva ucciso 11 fedeli alla sinagoga Tree of Life di Pittsburgh nel 2018. Al dipartimento della Giustizia si chiede di valutare i 37 casi di conversione delle pene di morte voluta da Biden lo scorso dicembre per garantire che chi ne ha beneficiato “sia detenuto in condizioni coerenti con la mostruosità dei loro crimini” e di considerare la possibilità di incriminarli per reati capitali negli stati, quindi non più a livello federale.

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