I rischi nucleari più alti dagli anni della Guerra Fredda: passata la nuova “linea rossa”

20.11.2024
I rischi nucleari più alti dagli anni della Guerra Fredda: passata la nuova "linea rossa"
I rischi nucleari più alti dagli anni della Guerra Fredda: passata la nuova "linea rossa"

Con l’intensificazione del conflitto in Ucraina la tensione tra Mosca e Washington cresce a livelli mai visti da decenni, con nuove minacce nucleari. Dopo il via libera a Kiev all’impiego di missili a lungo raggio c’è un nuovo punto critico

Mosca potrebbe rispondere al lancio di missili ATACMS dall’Ucraina contro il territorio russo con un “attacco aereo significativo” su Kiev. È l’allarme lanciato da Washington che ha deciso la chiusura dell’ambasciata nella capitale ucraina. “L’ambasciata statunitense a Kiev ha ricevuto informazioni specifiche su un potenziale attacco aereo significativo il 20 novembre”, ha affermato in un messaggio sul suo sito web. L’ambasciata sarà chiusa mentre ai dipendenti dell’ambasciata hanno ricevuto istruzioni di cercare rifugio.

Nelle ultime ore il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un abbassamento della soglia per l’uso di armi nucleari, giustificandolo come risposta all’impiego dei missili statunitensi a lungo raggio ATACMS da parte dell’Ucraina. Questa mossa arriva pochi giorni dopo il via libera di Washington all’uso di queste armi per colpire obiettivi all’interno della Russia: un’escalation significativa nel conflitto.

L’uso degli ATACMS da parte di Kyiv, avvenuto proprio nel millesimo giorno di guerra, ha rafforzato la percezione di Mosca che l’Occidente stia deliberatamente alimentando la guerra. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha definito l’impiego di queste armi un chiaro segnale di escalation: l’uso di queste armi richiede infatti un supporto diretto da parte degli Stati Uniti, un atto che per Mosca rende Washington un combattente diretto nel conflitto.

Per l’Ucraina i missili a lungo raggio sono fondamentali per interrompere le linee di rifornimento russe e indebolire l’offensiva di Mosca.

Dagli Usa dopo gli Atacms anche le mine antiuomo

Nelle ultime ore il presidente statunitense Joe Biden avrebbe inoltre approvato la fornitura di mine antiuomo all’Ucraina, come confermato da un funzionario anonimo all’agenzia di stampa Reuters. Questa decisione mira a rallentare l’avanzata delle truppe russe nell’est del Paese: le mine saranno utilizzate solo in territorio ucraino e non in aree popolate da civili, come specificato dall’amministrazione Biden.

Le mine antiuomo fornite dagli Stati Uniti si differenziano da quelle russe perché sono “non persistenti”: diventano inerti dopo un periodo preimpostato e richiedono una batteria per la detonazione. Una volta che la batteria si esaurisce, non possono più esplodere. La mossa è stata accolta con preoccupazione da Mosca, che considera l’uso di queste armi un ulteriore segnale dell’intenzione occidentale di intensificare il conflitto. La retorica del Cremlino ritiene che l’Occidente stia cercando di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, utilizzando l’Ucraina come strumento.

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Soldati ucraini in addestramento con armi Nato, foto lapresse

L’attuale crisi tra Russia e Stati Uniti è stata paragonata dagli analisti a quella dei missili di Cuba del 1962: nonostante l’esistenza di una linea diretta di comunicazione tra Mosca e Washington, questa non è attualmente utilizzata. Secondo Peskov, la linea esiste per le emergenze, ma “non è in uso al momento”, segno della gravità della situazione.

Quale pace in Ucraina con il ritorno di Trump

L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca ha aperto un nuovo scenario di negoziazione per la fine del conflitto. Secondo fonti vicine al Cremlino, Putin sarebbe disposto a trattare con il nuovo presidente statunitense, a condizione che l’Ucraina rinunci a entrare nella NATO e accetti compromessi territoriali. Qualsiasi cessate il fuoco per Mosca dovrebbe rispettare le “realtà sul terreno”, sottolineando la volontà di mantenere il controllo sui territori occupati.

Kyiv continua a mantenere una linea dura, dichiarando che non si fermerà fino alla liberazione di tutti i territori annessi illegalmente dalla Russia. Dimitri Simes, esperto di relazioni russo-americane, ritiene che un cessate il fuoco possa essere raggiunto rapidamente, ma un accordo duraturo richiederebbe compromessi difficili da entrambe le parti. “Le posizioni sono troppo distanti per un grande accordo”.

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