Il faccia a faccia Meloni-Schlein scatena il gioco delle coppie della politica

15.05.2024
Il faccia a faccia Meloni-Schlein scatena il gioco delle coppie della politica
Il faccia a faccia Meloni-Schlein scatena il gioco delle coppie della politica

Gli abbinamenti sarebbero Conte-Salvini e Renzi-Tajani. Ma c’è sempre uno dei due che dice di no. Chissà che dalla roulette dei confronti non ne esca uno (esplosivo) Calenda-Renzi

L’abbinamento sarebbe Matteo con Giuseppe: ma solo Salvini ha già detto sì, mentre Conte è contrario, e spera nell’Agcom. L’altro Matteo, cioè Renzi, gongola all’idea di confrontarsi con Antonio, che però si nega: «Non si giocano partite d’allenamento con squadre minori», sibila velenoso il forzista Martusciello in difesa del no di Tajani, come dire siamo categorie diverse, «Renzi si confronti con Cateno De Luca».

Da quando gli staff di Palazzo Chigi e di Largo del Nazareno hanno ufficializzato data e luogo del faccia a faccia tv tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria dem Elly Schlein (giovedì 23 a Porta a porta), nei palazzi della politica si è scatenato il gioco delle coppie. Tra rifiuti sdegnati (il mio partito vale il doppio del suo) e adesioni entusiaste (il vicepremier Salvini ha già fornito le sue preferenze di date a Bruno Vespa), si è aperto il dibattito su come neutralizzare gli effetti della par condicio: l’idea avanzata è quella di predisporre duelli a due a due tra gli altri leader, in una logica del secondo partito dello schieramento di maggioranza contro quello di opposizione, e così via. Facendo riferimento ai risultati delle ultime Politiche: il che porterebbe Salvini al probabile upgrade di secondo partito di destra, quando le ultime Regionali lo avrebbero retrocesso alla medaglia di bronzo.

E così, al terzo Tajani, in grande spolvero dopo che le medesime Regionali hanno dato prova di vitalità di un partito che in tanti davano per morto, toccherebbe un confronto con Matteo Renzi, leader di un partito che ha sempre viaggiato tra il 2 e il 3 per cento: al no sdegnoso del ministro degli Esteri, la facile battuta dell’ex premier, «Forza Italia scappa dal confronto».

A tentare di mettere d’accordo tutti – e soffiare alla Rai l’ambita esclusiva del confronto tra Meloni e Schlein – arriva La7 con Enrico Mentana, a proporre due serate consecutive, alla vigilia del voto, il 5 e 6 giugno, in cui imbandire un confronto a più voci: già hanno detto sì Conte e Salvini, per una volta d’accordo, più difficile che possa andare bene alle due leader donna che sanno perfettamente quanto sia utile alla loro narrazione quel faccia a faccia annunciato una contro l’altra.

Perché per mesi le due si sono sfidate, cercate, inseguite, vedendo il vantaggio di una polarizzazione che accende i riflettori solo su di loro (peraltro entrambe candidate) e marginalizza gli alleati-avversari, mentre tutti gli altri non possono che vederne, di converso, il danno, se non altro mediatico. E così, mentre Tajani insiste sull’idea di un confronto allargato a tutti i leader insieme sul palco, Conte punta tutte le sue speranze su un possibile stop dell’Agcom, che si riunisce oggi pomeriggio e dovrebbe produrre un parere sull’argomento: nei giorni scorsi, la presidente della commissione di Vigilanza, la stellata Barbara Floridia, aveva scritto una lettera proprio per chiedere che venga garantita parità di trattamento per tutti.

Se però l’Agcom non dovesse bloccare il faccia a faccia “principale” sulla Rai, a cascata potrebbe ripartire il gioco delle coppie. E chissà che nella roulette degli abbinamenti non salti fuori quello più esplosivo: Carlo (Calenda) contro Matteo (Renzi). Lì sì che sarebbero scintille vere, altro che Giorgia e Elly.

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