Il governo Ue appeso a un filo: il voto chiave che deciderà il destino di von der Leyen

18.11.2024
Il governo Ue appeso a un filo: il voto chiave che deciderà il destino di von der Leyen
Il governo Ue appeso a un filo: il voto chiave che deciderà il destino di von der Leyen

Su 26 commissari è stato sospeso il giudizio su sette di loro, tra cui l’italiano Raffaele Fitto. Il 27 novembre il Parlamento dovrebbe votare per l’intero collegio

Le audizioni dei 26 commissari nominati da Ursula von der Leyen sono terminate, ma l’accordo in merito alla votazione del Parlamento europeo che dà il via libero definitivo all’esecutivo dell’Ue non risulta davvero saldo. Oltre a contrasti e riserve relative ad alcune nomine chiave, come la vicepresidente Teresa Ribera e il vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, resta da capire se ancora esiste una maggioranza stabile in grado di sostenere la squadra delineata da von der Leyen in collaborazione con i capi di governo degli Stati membri.

Il voto sulla deforestazione ha sancito un ulteriore allontanamento dei popolari dalla coalizione formata dopo le Europee con socialisti e liberali, indicando una virata a destra che guarda in direzione dei conservatori (Ecr), dei patrioti e dei sovranisti. Vediamo quali sono i prossimi passi e il calendario che conduce al fondamentale voto previsto a fine novembre per la conferma della Commissione Ue. Senza l’approvazione del Collegio dei commissari, l’Unione europea rischia di restare in un limbo sul piano legislativo e di governo. 

Quali sono i commissari rinviati 

Le due settimane dal 4 al 12 novembre in cui si sono svolte le audizioni dei commissari a Bruxelles hanno dato un esito positivo nei confronti della squadra di von der Leyen, ma solo in termini di numeri. Decisamente meno bene è andata sul piano della “qualità” dei candidati approvati. Il via libera da parte degli eurodeputati è arrivato per 19 dei 26 commissari indicati da von der Leyen. Le commissioni parlamentari, chiamate a decidere sui singoli commissari, hanno però rinviato le decisioni sulle cariche di maggior rilievo: la vicepresidente Teresa Ribera, i vicepresidenti esecutivi Raffaele Fitto, Roxana Mînzatu, Stéphane Séjourné, e Henna Virkkunen, come pure Kaja Kallas, a cui spetterebbe il ruolo di Alto rappresentante diplomatico dell’Ue.

Alla lista va aggiunto Olivér Várhelyi, il commissario ungherese designato per la Salute e il Benessere Animale, nell’occhio del ciclone per essere una nomina espressa da Viktor Orban. Dopo il mancato accordo, frutto del fuoco incrociato tra popolari e socialisti, la presidente della Commissione ha convocato una riunione coi leader dei principali gruppi politici che dovrebbero sostenerla. Manfred Weber del Partito popolare europeo (lo stesso di von der Leyen), Iratxe García Perez dei socialisti (S&D) e Valérie Hayer per i liberali di Renew. Un incontro infruttuoso che non ha placato le agitate acque di Bruxelles. 

Come i commissari Ue possono essere ancora approvati

I sette commissari che non hanno passato finora le audizioni hanno due strade davanti. La prima  è quella di un’approvazione tardiva da parte delle rispettive commissioni parlamentari chiamate ad esprimersi sulla loro nomina. Di norma occorre il consenso da parte di due terzi dei componenti di queste commissioni, ma nel caso in cui ciò non dovesse avvenire i commissari designati potrebbero essere sottoposti ad un voto segreto, per il quale è necessaria una maggioranza semplice.

Si tratta di  di un sistema rischioso per passare l’esame. I commissari potrebbero aggirare gli scontri tra gruppi politici di riferimento, ma il loro destino finirebbe nelle mani dei singoli eurodeputati. Fitto e Várhelyi, ad esempio, potrebbero passare grazie ai voti compatti dei popolari, col sostegno di tutta l’arco della destra (Ecr, Patrioti ed Europa delle Nazioni Sovrane), con un possibile appoggio anche da parte dei liberali. La più a rischio resterebbe la spagnola Ribera, a cui potrebbe mancare l’appoggio indispensabile del Ppe. 

Le date importanti per la Commissione europea

In questo contesto una prima possibile data chiave è quella del 20 novembre, quando i capigruppo di tutti i partiti politici (CoP) dovrebbero riunirsi nuovamente a porte chiuse per decidere se chiudere o meno la procedura e spianare la strada per il voto di fiducia durante la plenaria di novembre.

Quello stesso giorno la vicepremier spagnola Teresa Ribera, candidata alla vicepresidenza con delega per una Transizione verde, giusta e competitiva, si presenterà davanti al parlamento spagnolo per rispondere alle domande sul suo ruolo di ministro della transizione ecologica durante le inondazioni di Valencia, che nelle scorse settimane hanno fatto oltre 200 morti.

Il Ppe di Manfred Weber ha posto l’esito di questo confronto come un requisito fondamentale per procedere all’approvazione della vicepresidente spagnola. Difficilmente il confronto tra Ribera e i deputati iberici placherà gli animi dei popolari, che l’hanno già attaccata duramente nel corso della sua audizione nella capitale europea. 

Il voto sul Collegio dei commissari a Strasburgo 

Anche nel caso in cui le singole commissioni dessero il via libera ai loro commissari di riferimento, rimane comunque il voto del 27 novembre programmato sull’intero Collegio dei commissari. La presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, sta lavorando incessantemente affinché abbia un esito positivo, per trasformare in un successo una plenaria a cui dovrebbe partecipare anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lanciare il segnale di un’Europa forte è fondamentale dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca.

Se la maggioranza dei legislatori darà il via libera alla Commissione, i lavori ufficiali per la nuova squadra di von der Leyen inizieranno il primo dicembre come previsto. Al contrario, dovrebbero ripartire dei negoziati serrati per identificare nuovi nomi, condivisi con i capi di Stato, da inserire al fianco della leader tedesca. A quel punto l’inizio dei lavori slitterebbe al 2025, lasciando l’Ue in un limbo. 

Lascia un commento

Your email address will not be published.