La vicepresidente Ribera: “Nessuno sta prendendo in considerazione un allungamento dei tempi”. Ma l’Italia con altri sei Paesi sta facendo pressione su Bruxelles affinché si immaginino strade alternative
Il passaggio alle auto elettriche in Europa avverrà come previsto nel 2035 e se qualcuno pensa di poter allungare i tempi si illude. L’idea di rivedere le tempistiche dello stop ai motori diesel e benzina “non è una cosa che stiamo prendendo in considerazione e direi che non è una cosa che praticamente nessuno sta prendendo in considerazione”, ha detto senza mezzi termini Teresa Ribera, la vicepresidente della Commissione con delega alla Transizione pulita.
Accompagnare l’industria
“La questione sul tavolo”, è soltanto come “accompagnare l’industria automobilistica europea in un processo di trasformazione in corso e in una corsa industriale globale attivata da anni”, mantenendo “stabilità” sulle tempistiche, ha detto la socialista spagnola a margine di una visita alla ArcelorMittal di Gand, in Belgio. “La stabilità rispetto agli orizzonti temporali, le ragioni per cui questi obiettivi sono stati fissati restano valide e, in linea di principio, non vi è alcuna intenzione di modificarli”, ha precisato Ribeira secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo elDiario.
“Il messaggio più importante oggi è come disegnare strategie che permettano all’industria automobilistica europea nel suo complesso di uscire da una situazione molto complicata, con una produzione e l’ingresso nel mercato europeo di auto provenienti da Paesi terzi molto importante, con la necessità di evitare nuove guerre commerciali, ma contemporaneamente con la necessità di garantire la vitalità di un’industria che è fondamentale non solo dal punto di vista dell’occupazione, ma anche dal punto di vista dell’innovazione e delle soluzioni alle esigenze di una mobilità che deve essere sempre più decarbonizzata”, ha evidenziato.
“Dobbiamo garantire condizioni di parità e l’opportunità di svilupparsi e garantire che queste strutture rimangano in Europa”, ha poi concluso la vicepresidente.
La battaglia italiana
Nonostante Ribera dica il contrario c’è qualcuno che sta prendendo in considerazione l’idea di allungare i tempi per l’addio a benzina e diesel. L’Italia insieme ad altri sei Paesi chiede con forza di anticipare dalla fine del 2026 ai primi mesi del 2025 l’attivazione della clausola di revisione prevista dal regolamento che dispone il passaggio ai veicoli elettrici. La revisione, nelle intenzioni della Commissione, serve a fare un punto sui progressi del mercato automobilistico europeo in vista dell’addio dei motori a combustione, per valutare se è necessario o meno ritardare il target del 2035.
Il nostro Paese, insieme a Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia, chiede poi a Bruxelles di riconoscere una “gamma più ampia” di soluzioni oltre ai veicoli elettrici a batteria e alle auto a idrogeno. La Commissione europea si è già impegnata a introdurre un’esenzione per le auto alimentate da eFuel, come richiesto dalla Germania, ma secondo l’Italia non sarebbe sufficiente.
Per raggiungere gli obiettivi di emissione zero, l’Italia e i sei alleati chiedono l’adozione del “principio di neutralità tecnologica” per aprire la strada a una “gamma più ampia” di tecnologie oltre ai soli veicoli elettrici e all’idrogeno, compresi i motori a combustione interna alimentati in modo sostenibile che dovrebbero essere presi in considerazione attraverso il corretto utilizzo di propulsori alternativi.
Nessun riferimento diretto ai biocarburanti, ma è chiaro che per Roma dovrebbero rientrare nella strategia e nel documento si suggerisce di dar vita a un approccio di calcolo delle emissioni “alternativo”, aprendo la strada quindi “ad altre tecnologie per contribuire al raggiungimento degli obiettivi”.