Tornado, nubifragi, grandinate e alluvioni: così il cambiamento climatico minaccia da vicino il nostro Paese
Nell’Italia del clima che cambia il meteo fa paura. A dirlo sono i numeri: dall’inizio dell’anno si sono verificati 1899 eventi estremi da Nord a Sud. Parliamo di ben 212 tornado (52 nella prima metà di settembre, il 71% sulle coste tirreniche), 1.023 nubifragi, 664 grandinate con chicchi di grandi dimensioni. Il record, in quest’ultimo caso, si è registrato in Versilia dove i chicchi di grandine hanno raggiunto un diametro compreso fra i 7 e i 9 centimetri.
Sono i dati allarmanti raccolti dall’osservatorio Anbi (Associazione Nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) tra gennaio e metà settembre di quest’anno. Particolarmente colpita l’Emilia-Romagna che in un anno e mezzo ha registrato tre alluvioni disastrose.
I numeri di un’emergenza mondiale
Ma l’emergenza non è solo italiana. Messi insieme, gli eventi estremi hanno causato globalmente, tra il 1970 e il 2021, più di 2 milioni di morti e perdite economiche che sfiorano i 4mila miliardi di euro. “La scorsa settimana, prima che la Romagna affrontasse l’ennesima alluvione e dopo che l’Europa centrale era stata funestata da precipitazioni estreme e alluvioni, la valle di Kathmandu, in Nepal, è stata teatro di inondazioni devastanti a causa di piogge eccezionalmente intense, che hanno comportato più di 200 morti.
L’uragano Helene che dal 25 settembre ha devastato ampie aree della zona sudest degli Stati Uniti ha continuato a causare vittime (al momento si calcola più di 200) e dispersi. A metà settembre è stata la volta dell’Europa con il ciclone Boris” osserva Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del WWF Italia.
E se sembra ormai assodato che questa intensificazione degli eventi estremi sia una diretta conseguente del cambiamento climatico, le azioni intraprese per contrastarla non sembrano all’altezza dell’emergenza.
“Il Piano nazionale integrato clima ed energia (Pniec) non persegue seriamente né l’abbattimento delle emissioni climalteranti, né la transizione fuori dai combustibili fossili e gli obiettivi di triplicare le fonti energia rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica, decisi dalla COP28 a Dubai lo scorso anno. Il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico (Pnacc) è stato approvato finalmente alla fine dello scorso anno, ma poi è stato messo in un cassetto, non se ne sente più nemmeno parlare” sottolinea Mariagrazia Midulla.
Nel frattempo l’Italia è alle prese con l’ennesima emergenza meteo del 2024 con molte regioni che non hanno esitato a chiudere le scuole per il rischio di nubifragi.