Gaza: la ricerca dei resti degli ostaggi continua tra difficoltà e tensioni
DAL NOSTRO INVIATO
TEL AVIV – I servizi segreti egiziani sono attivamente impegnati all’interno di Gaza per localizzare i resti degli ostaggi che rimangono ancora da recuperare. Ricevono informazioni da fonti israeliane, che affermano: «Hamas non sta facendo abbastanza», suggerendo che l’organizzazione conosca la posizione della maggior parte dei 24 cadaveri in questione, riporta Attuale.
Inizialmente, l’accordo mediato da Stati Uniti, Egitto e rappresentanti del Qatar prevedeva il recupero di tutti i corpi, insieme ai 20 ostaggi ancora in vita, che sono stati riportati a casa ieri. Tuttavia, finora, i fondamentalisti hanno restituito solo quattro bare di legno.
Fonti militari hanno recentemente ammesso che «potrebbero volerci mesi per trovare tutti i rapiti rimanenti», molti dei quali sono scomparsi sotto le macerie. I familiari degli ostaggi hanno rivolto appelli a Steve Witkoff, l’emissario di Donald Trump, il quale ha avuto un ruolo chiave nella mediazione della tregua. Le famiglie si dicono in ansia: «Quello che temevamo sta succedendo. Solo quattro famiglie possono offrire una sepoltura dignitosa agli amati. Come possiamo accettare che gli altri vengano lasciati indietro?».
Il pensiero va ai genitori di Hadar Goldin, ucciso negli ultimi momenti dei 34 giorni di guerra tra Israele e Hamas nell’estate del 2014. Il suo corpo è ancora in mano ai jihadisti ed è il venticinquesimo previsto dall’intesa. Al contrario, i resti di Oron Shaul, anch’egli vittima di quel conflitto, erano stati riportati oltre confine dalle truppe israeliane a gennaio.
Incredibile che la situazione continui a peggiorare in questo modo. I familiari degli ostaggi meriterebbero almeno un briciolo di chiarezza. Come possono mantenere la speranza quando viene riportato che ci vorranno mesi per il recupero? È tutto così ingiusto…