Secondo diversi media statunitensi le prossime 24 ore potrebbero essere decisive. E Tel Aviv starebbe valutando la possibilità di un attacco preventivo. Si tema una guerra regionale
Èquestione di ore. Secondo diversi media americani, l’attacco dell’Iran contro Israele potrebbe essere sferrato già oggi, lunedì 5 agosto. Lo scenario è delineato dal sito Axios, che cita funzionari americani e israeliani. Tra questi c’è anche il Segretario di Stato americano Antony Blinken il quale avrebbe detto ai colleghi dei paesi del G7 che Washington ritiene che “un attacco iraniano contro Israele potrebbe iniziare entro le prossime 24-48 ore”. Il tutto mentre un’altra offensiva potrebbe arrivare dal fronte nord: l’emittente statunitense Nbc News – che cita un funzionario di Tel Aviv – riferisce infatti che Israele si sta preparando al lancio di un attacco con razzi e droni della durata di più giorni anche da parte del gruppo libanese Hezbollah.
Intanto i media ebraici scrivono che Israele potrebbe prendere in considerazione la possibilità di lanciare un attacco preventivo se venisse a conoscenza di prove inconfutabili che Teheran si sta preparando a lanciare l’offensiva. Nella serata di ieri, 4 agosto, il premier Benjamin Netanyahu ha convocato i capi della sicurezza israeliana per fare il punto della situazione. Lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna israeliana, ha già preparato un mega-bunker sotterraneo a Gerusalemme per ospitare i leader del Paese anche per un lungo periodo. L’Iran, il movimento islamista palestinese Hamas ed Hezbollah accusano Israele della morte del leader di Hamas Ismail Haniyeh e dell’uccisione del capo militare del movimento libanese, Fuad Shukr, vicino a Beirut. Il rischio di una guerra regionale è reale. L’Iran vuole dare un segnale a Israele ed evitare che ripeta in futuro un affronto come quello dell’uccisione di Haniyeh.
Il rischio reale di un attacco dell’Iran
Secondo fonti citate dal Wall Street Journal, l’Iran, nelle ultime ore, avrebbe respinto gli sforzi degli Stati Uniti e di paesi arabi per mitigare l’azione di rappresaglia. Il capo del Parlamento di Teheran, Mohammad Baqer Qalibaf ha preannunciato invece una “risposta schiacciante” che “lascerà un sapore dolce in bocca al popolo e alle forze della resistenza, così come a chi nel mondo cerca la libertà, e farà sì che questo regime, in particolare il suo sostenitore, ovvero gli Stati Uniti, si pentano delle proprie azioni”. La “risposta” iraniana, ha minacciato, porterà Israele e Stati Uniti a “cambiare il loro sistema di calcolo in modo da non ripetere l’errore, deleterio per la loro stessa sicurezza e per la pace nella regione”. E, ha incalzato, “le nostre potenti forze militari” daranno “una lezione storica al nemico e al loro subdolo sostenitore, gli Stati Uniti”.
Anche il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha parlato di “battaglia aperta su tutti i fronti”. Un’altra ipotesi emersa nelle ultime ore è che l’attacco avvenga in occasione della ricorrenza ebraica di Tisha B’av, il giorno di lutto per la distruzione dei due templi ebraici, che quest’anno inizia al tramonto del 12 agosto e termina il 13 agosto al calar della notte. Ma Israele potrebbe decidere di agire prima sorprendendo Teheran.
Intanto domenica il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sulla scia dei suoi omologhi europei, ha invitato gli “italiani che soggiornano temporaneamente in Libano a non recarsi assolutamente nel Sud del Paese e a rientrare in Italia con voli commerciali il più presto possibile”, ha scritto su X (ex Twitter) il titolare della Farnesina, chiedendo inoltre “ai turisti italiani a non recarsi in Libano”.
Sono circa tremila i civili italiani attualmente in Libano, al netto degli oltre mille militari impiegati in Unifil, mentre altri 200 circa sono a Beirut nella missione bilaterale Mibil. Nelle ultime settimane, il numero dei connazionali civili presenti nel Paese dei Cedri si è tuttavia ridotto.