La squadra belga costretta a rinunciare alla staffetta mista di triathlon. Casi sospetti segnalati nei team di Svizzera e Norvegia. Gli organizzatori di nuovo sotto accusa. L’infettivologo: “Acque putride, l’Eschirichia coli è il minore dei mali”
Il Belgio non parteciperà alla staffetta mista di triathlon in programma lunedì 5 agosto nella Senna alle Olimpiadi di Parigi 2024 dopo che l’atleta Claire Michel, membro del team, si è ammalata. La notizia, anticipata dai media, è stata confermata dal Comitato olimpico belga. Secondo i quotidiani belgi la triatleta è ricoverata in ospedale per un’infezione da Escherichia Coli. Per quanto non si possa sapere in che modo Michel sia entrata in contatto col batterio, i sospetti si concentrano inevitabilmente sull’acqua della Senna per i livelli troppo alti di inquinamento già registrati nei giorni scorsi.
L’atleta aveva infatti partecipato alla gara femminile di mercoledì, con la prova di nuoto andata in scena proprio nel fiume che attraversa Parigi. Intanto il Coib (Comité olympique et interfédéral belge) e il team di triathlon hanno rilasciato uno scarno comunicato in cui si auspicano che quanto accaduto possa essere una lezione “per le prossime gare di triathlon ai Giochi Olimpici”.
Dalla squadra svizzera a quella norvegese: altri casi sospetti
Non è tutto perché nelle ultime ore è emerso un altro caso su cui bisognerà fare chiarezza. Il triatleta svizzero Adrien Briffod, ha infatti contratto un’infezione gastro-intestinale come confermato dai media elvetici. Anche Briffod aveva partecipato alle gare di mercoledì scorso nella Senna, ma per ora Hanspeter Betschart, responsabile medico di Swiss Olympics, non ha voluto lanciare accuse. Anzi, secondo Betschart “un sondaggio condotto tra i miei colleghi di altri Paesi non ha finora evidenziato” nessun picco “di malattie gastrointestinali tra gli atleti che hanno partecipato alla competizione”.
Va detto inoltre che la Svizzera ha comunicato che anche il nuotatore scelto per sostituire Brifford si è ritirato per una infezione gastrointestinale. Ma “non aveva partecipato ad alcuna gara nella Senna”. Nell’ultimo report sulle allerte sanitarie mondiali della Società internazionale delle malattie infettive (Isid) si legge inoltre che oltre alla Svizzera, “anche la delegazione della Norvegia ha avuto un triatleta che si è sentito male il giorno dopo aver gareggiato e nuotato nella Senna. Ma il triatleta ha pensato che la causa fosse un’intossicazione alimentare”. Arild Tveiten, direttore sportivo della Federazione norvegese di triathlon, ha affermato “che la causa della malattia non è chiara”.
Le polemiche sull’inquinamento della Senna
Gli organizzatori delle Olimpiadi finiscono dunque nuovamente sotto accusa. Per rendere balneabile la Senna e il suo principale affluente, la Marna, Parigi ha speso 1,4 miliardi di euro, serviti a potenziare gli impianti di trattamento delle acque reflue, raccogliere i rifiuti e a collegare le chiatte alla rete fognaria. Il divieto di fare il bagno nel fiume più famoso della Francia era stato istituito con un divieto prefettizio nel 1923. Più di un secolo dopo, il 17 luglio del 2024, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo si era tuffata nel fiume rassicurando atleti e opinione pubblica sulla balneabilità delle acque. Ma con l’inizio dei Giochi Olimpici è apparso evidente che gli sforzi per ripulire il corso d’acqua si sono rivelati in parte vani, anche a causa delle abbondanti precipitazioni che hanno fatto lievitare i livelli di batteri presenti nelle acque.
Le gare di triathlon, già posticipate per i livelli di inquinamento registrati, si sono alla fine tenute tra le polemiche e le lamentele degli stressi atleti per la cattiva qualità delle acque. E ora a Parigi si apre un nuovo caso.
Cos’è l’infezione da Escherichia coli
Come si legge sul sito dell’Istituto superiore di sanità, l’Escherichia coli è una specie batterica che vive normalmente nell’intestino umano e degli animali, ma “si trova naturalmente anche nell’ambiente, nelle acque e negli alimenti”. La maggior parte dei ceppi sono innocui per la salute umana, tuttavia “alcuni sono dotati di caratteristiche particolari che li rendono in grado di causare malattia, talvolta anche grave”, e tra questi “gli isolati di Escherichia coli” produttori di Shiga tossina (Stec). L’infezione può avvenire in diversi modi: attraverso il consumo di alimenti contaminati, il contatto con animali infetti, l’ingestione di acqua contaminata, ma anche il contatto con persone infette. Quanto ai sintomi, l’infezione da Stec può causare dolore addominale intenso, diarrea (spesso con sangue) e vomito. La maggior parte delle persone con infezione da Stec, si legge, “guarisce spontaneamente ma se ad essere colpite sono le persone vulnerabili, come i bambini, la malattia può avere un decorso grave e portare anche a serie conseguenze a breve e a lungo termine per la salute della persona colpita”.
Bassetti: “Rischi gravissimi, scelta incomprensibile”
“Oggi Louis Pasteur, padre della moderna microbiologia, si rivolta nella tomba” scrive su X l’infettivologo Matteo Bassetti. “Far nuotare gli atleti nella Senna ha riportato il mondo indietro di 100 anni”. Il batterio dell’Escherichia coli è comunque “il minore dei problemi infettivologici che si possono contrarre nella Senna”, scrive il primario del Policlinico San Martino di Genova. Si tratta infatti di “un problema ben conosciuto, risolvibile con una terapia antibiotica”. Ma in quelle “acque putride, popolate da topi e chissà quale altro animale”, si possono fare anche incontri con rischi potenzialmente gravissimi, spiega l’esperto all’Adnkronos Salute.
“Dalla leptospirosi alla salmonella, alla shigella e alla yersinia” sono le insidie batteriche elencate da Bassetti. “Per non parlare poi di tutti quelli che sono i protozoi o gli altri parassiti che possono arrivare attraverso l’acqua: dall’ameba alla giardia”. I pericoli “sono veramente tanti” e i sintomi anche parecchio seri: “Possono passare da mal di pancia, diarrea e vomito alla febbre alta – descrive il direttore di Malattie infettive dell’Irccs genovese – fino a manifestazioni più importanti, anche gravissime, a carico di alcuni organi”. Per Bassetti “è davvero incomprensibile come si possa aver consentito a degli atleti di nuotare in un fiume tanto inquinato che rappresenta un rischio per la loro salute”, averlo permesso “nonostante la comunità scientifica avesse chiaramente avvisato gli organizzatori dei potenziali rischi”.