Venezia, 17 giugno 2025 – Esistono coloro che intendono unirsi in matrimonio e quelli che invece si oppongono a tali unioni, ma questa volta la scena si svolge a Venezia. I futuri sposi sono Jeff Bezos, fondatore di Amazon, una delle persone più facoltose del pianeta, e la giornalista Lauren Sanchez. A contestare questo evento, un gruppo di collettivi e associazioni uniti nel Comitato “No Space for Bezos”. Gli oppositori non contestano tanto il matrimonio in sé, né il luogo scelto, ma piuttosto “l’arroganza con cui questo portavoce della tecnologia si approccia alla nostra città”, riporta Attuale.
Quando si celebrerà il matrimonio
Le nozze sono programmate tra il 24 e il 26 giugno, con la data specifica mantenuta riservata per ragioni di sicurezza. Tuttavia, alcuni contestatori affermano che in realtà le date cadrebbero tra il 26 e il 28. Bezos non ha solo prenotato l’intera isola di San Giorgio, ma ha anche riservato i migliori hotel della città e, secondo alcune voci, tutti i 250 taxi di Venezia. Dall’amministrazione comunale, però, arrivano smentite, affermando che le barche prenotate sono solo una trentina; entrambe le categorie di notizie potrebbero apparire esagerate, in un caso per eccesso e nell’altro per difetto.
Un matrimonio da star e i VIP attesi
Il supermatrimonio si prospetta come un Cafonal di portata globale, con la partecipazione di volti noti dell’economia, della politica e dello spettacolo, in un contesto dove non è chiaro se ci sia davvero una distinzione, come Bill Gates, Oprah Winfrey, Leonardo DiCaprio, Orlando Bloom, Barbra Streisand, Mick Jagger, Katy Perry, Beyoncé e Kim Kardashian, che sembra presentarsi ovunque, senza un vero ruolo definito. Si mormora anche della possibile presenza di Donald Trump, il che, in effetti, rappresenterebbe una notizia positiva, poiché più lontano dalla Casa Bianca, minori sarebbero i problemi che potrebbe causare. È scontato che un simile raduno di celebrità porterà a disagi: aree della città saranno chiuse ai nip (le persone non importanti, insomma i comuni mortali), ci saranno problemi di mobilità e controlli di polizia, tra i vari disturbi.
Le opposizioni a Bezos
Già si sono mobilitati gli oppositori di Bezos. “Venezia non è in vendita, né in affitto”, è il messaggio che si legge sui volantini affissi in giro per la città. Inoltre, un gruppo di manifestanti ha scalato il campanile di San Giorgio, esponendo un grande striscione con la scritta “Bezos” attraversata da una grossa “X” rossa. Ma la protesta non finisce qui. Il portavoce del comitato, Tommaso Cacciari, dichiarando che sono pronti a far di tutto, afferma: “Ci assicureremo che la torta nuziale arrivi di traverso, se necessario ci butteremo nel canale”. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ribatte che se la città ha già gestito due vertici del G7, tanto più dominerà anche un matrimonio di tali dimensioni. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, invece critica i contestatori: “Protestare contro chi porta visibilità e ricchezza al nostro territorio è, a mio parere, una vergogna”.

Chi ha ragione?
Fino a qui le opinioni contrapposte. È quasi certo, e auspicabile, che le nozze più chiassose degli ultimi anni si svolgeranno come previsto, blindate e riccamente accessoriate, forse con l’unica eccezione del buon gusto. Tuttavia, è necessario fare alcune riflessioni su un contesto nel quale, a nostro avviso, tutti hanno torto. Contrariamente a quanto suggeriscono Cacciari junior e i suoi, essere straricchi non rappresenta di per sé una colpa; il problema emerge quando si ostenta. L’understatement è nettamente preferibile ai connotati sfoggiati da nouveaux riches, soprattutto se non si celebra a casa propria ma ‘occupando’ una città altrui.
Le esperienze del passato
Nemmeno durante l’ancien régime, quando le relazioni tra dominatori e sudditi erano ben più comuni e pacifiche rispetto ai rapporti attuali tra i multimiliardari e il resto della popolazione, i feudatari si sarebbero arrogati la piazza del villaggio. Bezos potrebbe imparare molto dalle élite veneziane, dove le storiche vecie, con i ritratti di nobili antenati, continuano a conversare amichevolmente in dialetto coi gondolieri. Ma anche i veneziani hanno le loro colpe: essi stessi si sono messi nelle mani del turismo, spesso il più volgare.
Venezia o Disneyland?
Se la città ha oggi meno di 50.000 residenti e l’unica economia consiste nello sfruttare il turismo, la responsabilità non ricade solo su una politica inadeguata ma anche su coloro che vi abitano. Se hai accettato che la tua casa diventi Disneyland, non puoi poi lamentarti se Paperon de’ Paperoni ne approfitti.