La politica si indigna per Satnam Singh, ma le leggi su lavoro e caporalato sono inapplicate

20.06.2024
La politica si indigna per Satnam Singh, ma le leggi su lavoro e caporalato sono inapplicate
La politica si indigna per Satnam Singh, ma le leggi su lavoro e caporalato sono inapplicate

In Italia lo sfruttamento delle aziende agricole tocca punte del 40 per cento di irregolarità di occupati in Puglia, Sicilia, Campania, Calabria e Lazio. Il governo Meloni si è mosso poco per contrastare il fenomeno

La morte di Satnam Singh, il bracciante di origini indiane lasciato con un braccio amputato fuori la sua abitazione dopo un gravissimo incidente avvenuto nell’azienda agricola in cui lavorava in nero per meno di cinque euro l’ora, trova lo sdegno unanime di tutto il mondo politico, che torna a interrogarsi su come evitare che fatti del genere si ripetano.

Ottime leggi, applicate male

Le leggi ci sarebbero e sono anche delle norme all’avanguardia, in primis quella sulla sicurezza sul Lavoro, varata nel 2008 dal secondo governo Prodi e dall’allora ministro del Lavoro, Cesare Damiano: 306 articoli e 51 allegati, scritti sull’onda emotiva della strage della ThyssenKrupp, l’acciaieria torinese in cui, nel 2007, morirono carbonizzati sette operai. Ancora oggi, parte di quelle norme sono inapplicate, perché i governi che si sono succeduti non hanno varato i decreti attuativi. E poi c’è la legge 199 del 2016, che riconosce il caporalato come reato e inasprisce le pene. Il testo prevede l’istituzione di una “Rete del lavoro agricolo di qualità”, degli uffici di collocamento per i braccianti che dovrebbero far incontrare la domanda e l’offerta, ma ad oggi sono ancora pochi e nei territori in cui sono stati attivati sono state pochissime le aziende agricole ad iscriversi (6.113 su un bacino di circa 200 mila imprese che impiegano lavoratori subordinati, secondo l’ultimo dato disponibile).

Il caporalato – si legge nell’ultimo Rapporto Agromafie e Caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil – è un fenomeno diffuso in tutta Italia, con punte di irregolarità di occupati del 40 per cento in Puglia, Sicilia, Campania, Calabria e Lazio e tra il 20 e il 30 per cento nelle Regioni del Centro Nord. Insomma, mentre i grandi della Terra banchettavano con il “pane e pomodoro” servito dallo chef stellato Massimo Bottura, nelle campagne intorno al resort di lusso in cui alloggiavano c’era chi raccoglieva pomodori ridotto in condizioni di schiavismo. 

Calderone: “Le istituzioni devono essere più incisive”

È per me motivo di grande dolore commentare questo fatto – ha detto la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, nel corso del question time alla Camera – per le modalità con cui si è svolto, per il fatto che si tratta di una persona senza regolare contratto e che è stato vittima di un vero atto di barbarie che deve essere perseguito in tutte le sedi e per le quali, oltre ad esprimere il mio cordoglio, manifesto anche il nostro impegno a fornire ogni più ampia assistenza alle autorità per verificare e accertare i fatti e fare in modo che chi li ha commessi venga punito. Episodi del genere devono indurre le istituzioni ad essere ancora più incisive nel contrasto al lavoro sommerso e nella promozione di una moderna cultura del lavoro. Al centro dell’agenda di governo c’è il contrasto al lavoro sommerso”. Le fa eco il titolare dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida: “Il governo Meloni è in prima linea su tutti i fronti per contrastare qualunque forma di sfruttamento sul lavoro”. Le parole dei ministri, almeno al momento, si scontrano con la realtà: l’attuale esecutivo, per contrastare il caporalato, ha previsto l’istituzione di un sistema informativo, ma per ora è tutto sulla carta. I sindacati, che nelle prossime ore parteciperanno a un incontro al ministero del Lavoro, parlano di “provvedimenti ancora insufficienti e privi di un disegno organico”.

“Un fatto di una inaudita brutalità – Maria Grazia Gabrielli della segreteria confederale Cgil – frutto del sistema del caporalato e dell’irregolarità in cui releghiamo migliaia di migranti che arrivano nel nostro Paese in cerca di speranza. Schiavi della società contemporanea, irregolari, senza permesso di soggiorno, e quindi più ricattabili da chi considera il lavoro solo un profitto e i diritti, come quello all’assistenza, solo degli ostacoli. Lo sfruttamento nei campi si traduce molto spesso, in salari da fame, in ritmi e in condizioni di lavoro insicure e inumane, in violenze psicologiche e fisiche che purtroppo sfociano anche in terribili accadimenti come quello di Latina. 

Bombardieri (Uil): “Serve il reato di omicidio sul lavoro”

“Una barbarie che calpesta il rispetto della vita e inabissa ogni valore di civiltà portando dietro di sé sfruttamento e disumanità”, dichiara invece il Segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che aggiunge: “Continuiamo a chiedere l’istituzione di una Procura speciale e la previsione, nel nostro ordinamento, del reato di omicidio sul lavoro. In materia di caporalato, inoltre, già lo scorso febbraio, in occasione di un incontro col Governo e con la Ministra del Lavoro abbiamo chiesto misure più forti, per rendere più efficace ed efficiente l’applicazione dell’articolo 603-bis riguardante, in particolare, il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.

Boldrini (Pd): “In mancanza di controlli, il lavoro è un girone infernale”

Sulla vicenda è intervenuta anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini. “Quello che è accaduto – spiega la deputata Pd – è raccapricciante e terribile: non solo l’incidente, ma anche l’abbandono per strada, con un braccio mozzato poggiato su una cassetta della frutta. Come se fosse un rifiuto di cui liberarsi. In questa storia c’è tutta la spietatezza del sistema parallelo del lavoro, quello senza regole, senza contratti, senza garanzie e che resiste ad una buona legge contro il caporalato non abbastanza applicata. In mancanza di sufficienti ed efficaci controlli il mondo del lavoro si trasforma in un girone infernale in cui a farne le spese sono le persone più fragili e ricattabili”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.