L’Europa emetterà bond per comprare armi: è il Sure della Difesa

05.03.2025
L'Europa emetterà bond per comprare armi: è il Sure della Difesa
L'Europa emetterà bond per comprare armi: è il Sure della Difesa

I soldi raccolti con il debito comune saranno poi prestati agli Stati membri che ne faranno richiesta attraverso il nuovo strumento che verrà creato all’interno del piano ReArm Europe della Commissione

L’Europa tornerà a emettere debito comune, come ai tempi della pandemia e del NextGenerationEU e del Recovery Fund, e questa volta lo farà per comprare armi. Nel piano ReArm Europe, presentato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è previsto anche uno strumento da 150 miliardi per concedere prestiti agli Stati membri allo scopo di acquistare armamenti.

Per finanziare questo strumento, “prenderemo soldi in prestito, emetteremo obbligazioni per 150 miliardi, che saranno asset dell’Unione europea sostenuti dal bilancio comunitario”, ha spiegato un funzionario europeo.

Solo prestiti

A differenza del NextGenerationEU però, che fornisce sia finanziamenti sia prestiti, il nuovo strumento metterà a disposizione solo prestiti, ma a condizioni più favorevoli di quelle dei mercati. Di fatto sarà più simile insomma al Sure (Support to Mitigate Unemployment Risks in an Emergency) lo strumento creato nel 2020 per aiutare gli Stati membri a finanziare misure di sostegno all’occupazione durante la pandemia.

Il meccanismo forniva prestiti a tassi agevolati ai Paesi dell’Ue per finanziare programmi di cassa integrazione, sussidi per i lavoratori autonomi e altre misure volte a preservare l’occupazione. L’Ue ha raccolto fondi sui mercati finanziari tramite l’emissione di obbligazioni garantite dagli Stati membri e li ha redistribuiti ai Paesi bisognosi. Anche il Sure ha avuto una dotazione complessiva fino a 100 miliardi di euro ed è stato utilizzato da diverse nazioni, tra cui l’Italia, che è stata uno dei principali beneficiari.

“Venti Stati membri hanno condizioni di finanziamento meno favorevoli rispetto all’Ue, quindi pensiamo che un numero significativo di governi sarà interessato a usare questo strumento”, ha spiegato ancora il funzionario europeo riferendosi al nuovo strumento.

Di certo, quindi, Paesi come Germania, Danimarca, Svezia e Olanda, che hanno titoli di Stato con condizioni molto favorevoli, non ne avranno bisogno, ma i Paesi del sud, come Italia o Grecia, potrebbero trovarlo conveniente.

Certo, 150 miliardi di euro divisi tra 20 Paesi in cinque anni non sono moltissimi, se si paragonano agli 800 miliardi del Recovery Fund. E sono pochi anche rispetto agli 883 miliardi di dollari stanziati dagli Stati Uniti per la difesa solo quest’anno, ma per l’Europa si tratterebbe comunque di un passo importante: la nuova rottura di un tabù, quello dell’emissione di debito comune, che i frugali avevano giurato sarebbe stato un intervento unico durante la pandemia e che non si sarebbe mai ripetuto.

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