Lucilla Sioli, l’economista italiana a cui l’Europa ha affidato il futuro dell’intelligenza artificiale

30.05.2024
Lucilla Sioli, l'economista italiana a cui l'Europa ha affidato il futuro dell'intelligenza artificiale
Lucilla Sioli, l'economista italiana a cui l'Europa ha affidato il futuro dell'intelligenza artificiale

L’Ue sta cercando la volata in campo informatico per competere con Stati Uniti e Cina. E a Bruxelles l’input fondamentale per questo futuro all’avanguardia arriva proprio dal Belpaese

Bruxelles cerca di forgiare il futuro dell’intelligenza artificiale (Ia), tra minacce e potenzialità, per non rimanere indietro nella competizione globale con Washington e Pechino. E, per farlo, si rivolge ad un’italiana.

Mercoledì (29 maggio) la Commissione ha istituito formalmente l’Ufficio per l’Ia, una struttura interna allo stesso esecutivo comunitario che avrà un organico di oltre 140 membri tra specialisti di tecnologia, assistenti amministrativi, avvocati, specialisti politici ed economisti. Il suo obiettivo è facilitare lo sviluppo e la diffusione di questa nuova tecnologia nel Vecchio continente, massimizzando i benefici e mitigando i rischi. E ha affidato il controllo e la gestione di questo nuovo ufficio a Lucilla Sioli, che in molti considerano la persona più influente nel mondo dell’Ia in Europa.

Chi è Lucilla Sioli

Economista ed esperta del digitale, Sioli ha un background anche in scienze politiche, che l’ha resa attenta alla dimensione sociale delle questioni che affronta nel suo lavoro, per il quale da oltre 20 anni si è stabilita a Bruxelles, dove lavora con la Commissione. È stata lei la policymaker di punta dietro il cosiddetto Ai Act, il pacchetto legislativo dell’Ue (approvato definitivamente la scorsa settimana) che rappresenta il primo quadro normativo al mondo a regolare l’intelligenza artificiale. 

Sioli è estremamente fiera di quello che considera il lavoro d’avanguardia portato avanti in Europa, e ora sovrintenderà anche alla sua implementazione nei Ventisette. “Creeremo un polo di riferimento europeo per l’intelligenza artificiale, sarà un centro per le discussioni internazionali e polo attrattivo per i talenti”, ha dichiarato recentemente a Repubblica, sottolineando che tra gli obiettivi principali c’è quello di creare una sinergia tra aziende, accademia, legislatori e policymaker come lei. 

Il suo è uno degli ancora pochi profili femminili di successo nel mondo tecnico-scientifico, quello che riprendendo un acronimo inglese si chiama solitamente Stem (Science, technology, engineering and mathematics). Secondo il World economic forum, nel 2020 le donne rappresentavano a malapena un quarto della forza lavoro nel settore dell’Ia. La proposta di Sioli per arginare questo problema è “portare il pensiero computazionale alle elementari, insegnare la robotica nei licei”. “Tutti devono saper programmare”, secondo lei, perché tutte le professioni del futuro avranno in qualche misura a che fare con l’Ia: medici, magistrati, insegnanti e così via. 

A cosa serve l’Ufficio

L’Ufficio, si legge sul sito della Commissione, si occuperà di implementare l’Ai Act, soprattutto per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione. In cooperazione con gli sviluppatori, la comunità scientifica e quella imprenditoriale (dalle aziende più grosse alle startup e le Pmi), le autorità degli Stati membri e altri portatori di interessi, questa struttura “coordinerà l’elaborazione di codici di buone pratiche all’avanguardia, condurrà prove e valutazioni dei modelli di IA per finalità generali, chiederà informazioni e applicherà sanzioni, ove necessario”.

Per raggiungere questo scopo, si articola in diverse unità. L’unità Regolamentazione e conformità coordina l’approccio normativo, cooperando anche con le autorità inquirenti degli Stati membri. L’unità di Sicurezza si occupa di individuare e disinnescare i rischi sistemici connessi ai cosiddetti modelli di finalità generali, e conduce valutazioni continue. L’unità di Eccellenza sostiene la ricerca e lo sviluppo in ambito di Ia e robotica, stimolando la loro applicazione integrata. 

L’unità per il Bene collettivo esplora applicazioni di utilità pubblica come la modellizzazione meteorologica, la diagnosi del cancro e vari utilizzi dei cosiddetti gemelli digitali. Infine, l’unità di Innovazione supervisiona l’esecuzione della strategia europea sull’Ia soprattutto in ambito aziendale, monitorando la distribuzione degli investimenti, incentivando la creazione di una rete di poli europei per l’innovazione digitale nonché la creazione di “fabbriche dell’Ia”, seguendo un modello di ecosistema innovativo in cui si ideano e sperimentano nuove applicazioni.

Lascia un commento

Your email address will not be published.