L’Ue autorizza i respingimenti di migranti alla frontiera con Russia e Bielorussia

12.12.2024
L'Ue autorizza i respingimenti di migranti alla frontiera con Russia e Bielorussia
L'Ue autorizza i respingimenti di migranti alla frontiera con Russia e Bielorussia

Bruxelles ha stabilito che si possono violare i “diritti fondamentali” di chi prova a entrare in modo “proporzionato” e “temporaneo”. Von der Leyen: “Contrastare le minacce ibride derivanti dall’inaccettabile utilizzo dei rifugiati come arma”

Dalla Commissione europea è arrivato un via libera ai respingimenti di migranti al confine con Russia e Bielorussia. Gli Stati membri dell’Unione europea che devono affrontare flussi provenienti da questi due Paesi, flussi considerati armi improprie nella guerra ibrida contro l’Ue, potranno adottare misure che violano i “diritti fondamentali” dei migranti, anche se in modo “proporzionato” e “temporaneo”. Lo prevede una comunicazione presentata dall’esecutivo comunitario a Bruxelles che di fatto si tradurrà in una autorizzazione ai respingimenti.

Migranti come arma

Dall’estate del 2021, migliaia di migranti e rifugiati, provenienti soprattutto dal Medio Oriente, hanno attraversato o tentato di attraversare i confini europei da Bielorussia e Russia. Bruxelles accusa il governo di Alexander Lukashenko di aver sostenuto questo afflusso insieme a Vladimir Putin, come parte di un attacco “ibrido” contro l’Unione. Accuse che Minsk e Mosca negano. Il fenomeno riguarda i Paesi di confine con le due nazioni ex sovietiche: Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, ma è stato particolarmente pressante in Polonia e Finlandia.

Secondo i dati della Commissione, nel 2024 gli arrivi irregolari al confine con la Bielorussia, in particolare dal lato polacco, sono aumentati del 66 per cento rispetto al 2023. Il 90 per cento dei migranti che attraversano illegalmente questa frontiera ha un visto russo da studente o da turista.

“Soprattutto i Paesi confinanti con la Russia e la Bielorussia, come la Finlandia, con il suo confine di 1.340 chilometri con la Russia, stanno affrontando la pesante sfida di garantire la sicurezza dell’Unione e l’integrità territoriale degli Stati membri”, ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Con il nuovo provvedimento “abbiamo compiuto un altro passo decisivo per sostenere i nostri Stati membri in prima linea nel contrastare le minacce ibride derivanti dall’inaccettabile utilizzo della migrazione come arma”, ha detto von der Leyen, secondo cui “non si deve mai permettere agli autocrati di usare i nostri valori europei contro di noi”.

I respingimenti

Gli Stati membri, ricorda la Commissione in una nota, hanno “l’obbligo” di proteggere le frontiere esterne dell’Ue e, allo stesso tempo, devono “rispettare” i diritti fondamentali e il principio di non respingimento. Ma considerata la “gravità” e la “persistenza” della minaccia alla sicurezza dell’Ue e all’integrità territoriale degli Stati membri alle frontiere esterne con Russia e Bielorussia, gli Stati potranno ora invocare le disposizioni del trattato per andare oltre, in via “eccezionale” e in condizioni “rigorose”, rispetto a quanto previsto dal diritto derivato dell’Unione sotto il controllo della Corte di Giustizia.

Queste azioni “eccezionali” potrebbero includere misure che comportano “gravi interferenze” con i diritti fondamentali, come il diritto di asilo e le relative garanzie, riconosce la Commissione, che nella sua comunicazione delinea le condizioni per adottare queste misure, che devono essere “proporzionate, limitate a quanto strettamente necessario in casi chiaramente definiti e temporanee”.

Fondi per contrastare i flussi

L’Unione europea darà anche ai Paesi del versante nordest 170 milioni di euro per contrastare i flussi di migranti. I fondi potranno essere utilizzati non per costruire muri, ma per aggiornare le apparecchiature di sorveglianza elettronica, migliorare le reti di telecomunicazione, installare apparecchiature di rilevamento mobile, ostacolare le intrusioni di droni e migliorare la mobilità delle pattuglie di frontiera. Nel dettaglio, i fondi sosterranno l’Estonia con 19,4 milioni, la Finlandia con 50 milioni, la Lettonia con 17 milioni, la Lituania con 15,4 milioni, la Polonia con 52 milioni e la Norvegia con 16,4 milioni.

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