La nuova apertura da parte del Pentagono è una risposta diretta all’ormai auspicabile coinvolgimento delle truppe nord coreane. Secondo fonti Usa “gli ucraini non vedranno restrizioni all’uso di armi americane contro le truppe di Pyonyang”. Anche se le elezioni potrebbero cambiare tutto
L’Ucraina non vedrà nuove restrizioni sull’uso delle armi statunitensi contro le forze nordcoreane qualora entrassero nel conflitto. Lo ha dichiarato oggi, lunedì 28 ottobre, il Pentagono, come riporta l’agenzia di stampa Reuters. La difesa americana stima infatti che almeno 10.000 soldati nordcoreani siano stati schierati nell’est della Russia per addestramento e che presto potrebbero entrare nel campo di battaglia.
Il Pentagono: “Sempre più preoccupati per forze nordcoreane in combattimento”
“Una parte di quei soldati si è già avvicinata all’Ucraina, e siamo sempre più preoccupati che la Russia intenda usarli in combattimento o per supportare operazioni contro le forze ucraine nella regione di Kursk in Russia, vicino al confine” ha dichiarato la portavoce del Pentagono Sabrina Singh.
Da mesi infatti le truppe ucraine sono penetrate all’interno del territorio russo della regione. E, secondo molti analisti, le truppe nord coreane potrebbero essere utilizzate dal Cremlino per riprendere i territori invasi. Una possibilità paventata anche dal neo segretario della Nato Mark Rutte, anche se al momento non esistono conferme.
Singh intanto ha rifiutato di confermare la presenza di forze nordcoreane a Kursk. “È probabile che si stiano muovendo in quella direzione verso Kursk. Ma al momento non ho altri dettagli,” ha detto la portavoce del Pentagono.
La conferma ufficiale dell’invio dei soldati da parte di Kim Jong-un
Ma la certezza è che l’invio delle truppe di Pyongyang, fino a questo momento solo ipotizzato, sarebbe ormai una certezza ufficiale. Stati Uniti e Nato hanno confermato la presenza di migliaia di truppe nordcoreane in Russia, frutto del patto di ferro siglato da Mosca e Kim Jong-un. I militari, secondo il Pentagono, si addestreranno nella Russia orientale e poi andranno a combattere nella regione di Kursk, occupata dagli ucraini.
Un dispiegamento che aumenta ancora la tensione tra Occidente e Russia, mentre Seul e Bruxelles serrano i ranghi annunciando nuovi progressi nel partenariato sulla sicurezza.
“Il dispiegamento di truppe nordcoreane rappresenta una significativa escalation del coinvolgimento della Repubblica Democratica Popolare di Corea nella guerra illegale della Russia, l’ennesima violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e una pericolosa espansione della guerra russa. Deve cessare subito” ha sottolineato il segretario generale della Nato Mark Rutte, spiegando come la presenza delle truppe di Pyongyang mostri anche “la crescente disperazione di Putin”.
Ed è anche lo stesso Joe Biden a commentare quella che è ormai un’evidenza. “Il dispiegamento delle truppe della Corea del Nord in Russia è molto pericoloso” ha avvertito il presidente americano.
Tensioni che avvicinano anche Bruxelles e Seul. Ursula Von Der Leyen ha definito come “imminente” il partenariato della sicurezza tra Ue e Corea del Sud. Il coinvolgimento dei militari nordcoreani al fronte potrebbe inoltre cambiare la strategia di Seul nei riguardi della guerra: ovvero passare dall’invio dei soli aiuti umanitari per Kiev a un sostegno anche militare.
Mosca intanto minimizza e afferma che la presenza delle truppe della Corea del Nord è prevista, nero su bianco, nell’accordo di reciproco aiuto tra Mosca e Pyongyang.
Uno scenario complesso quindi, che precede di una manciata le elezioni americane. Con Kiev che teme la vittoria di Donald Trump, che potrebbe cambiare ancora lo scenario e il destino politico di Volodymyr Zelensky.