Perché Putin è andato in Vietnam e cos’è la “diplomazia del bambù”

21.06.2024
Perché Putin è andato in Vietnam e cos'è la "diplomazia del bambù"
Perché Putin è andato in Vietnam e cos'è la "diplomazia del bambù"

Lasciata la Corea del Nord, salutato Kim Jong Un, Vladimir Putin è arrivato nelle scorse ore a Hanoi, per la sua quinta visita nel paese asiatico, la prima dal 2017

Dopo la visita a Pyongyang, Vladimir Putin atterra ad Hanoi. Il viaggio del presidente russo in Vietnam arriva all’indomani della firma del nuovo trattato di partenariato strategico globale di Corea del Nord e Russia, che vincola i due Paesi a usare ogni mezzo possibile per dare supporto militare in caso di guerra. Nel paese asiatico Putin è arrivato con un obiettivo conclamato: dimostrare di non essere isolato. E soprattutto far irritare gli Stati Uniti, che già devono digerire l’intesa tra i “fratelli d’armi”, ovvero Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un.

Si tratta della prima visita di Putin in Vietnam dal 2017 e il paese asiatico ha accolto il capo del Cremlino con tutti gli onori. Il presidente russo ha incontrato il suo omologo vietnamita To Lam nel palazzo presidenziale della capitale Hanoi, accolto da colpi di cannone e soldati sull’attenti. Qui i due presidenti hanno firmato almeno una dozzina di accordi su diversi settori, mentre è emerso l’impegno di Putin di fornire al Vietnam combustibili fossili, compreso il gas naturale.

Altri documenti firmati riguardano, tra gli altri temi, la cooperazione in materia di istruzione universitaria, prevenzione delle malattie, energia e petrolio. In giornata, Putin ha incontrato anche il politico più potente del Vietnam, il segretario generale del Partito comunista Nguyen Phu Trong, e il primo ministro Pham Minh Chinh. Il capo del Cremlino ha poi invitato To Lam alle celebrazioni dell’80 anniversario del Giorno della Vittoria a Mosca, il prossimo anno.

I rapporti storici tra i due paesi

Putin fa leva sulla relazione storica che lega Mosca e Hanoi per affermare di avere un partner forte in Asia, oltre alla Corea del Nord e alla Cina. I rapporti tra Russia e Vietnam affondano le loro radici storiche nelle guerre che coinvolsero il Partito comunista del Vietnam, che beneficiò del sostegno militare del “fratello maggiore” sovietico per sconfiggere il Sud capitalista e unire il Paese nel 1975. Durante la guerra del Vietnam, infatti, Mosca ha fornito armi ai suoi alleati comunisti e per decenni ha contribuito alla formazione dei funzionari del Partito comunista vietnamita, tra cui l’attuale segretario generale Nguyen Phu Trong, l’uomo forte del regime. 

Mosca tuttora è il principale fornitore di armi per il Vietnam, ma i volumi sono diminuiti negli ultimi anni, nonostante le crescenti tensioni nel Mar Cinese Meridionale, dove Hanoi teme le mire espansionistiche della Cina. Ci sono poi gli scambi commerciali che testimoniano l’importanze delle relazioni tra Mosca e Hanoi. L’interscambio commerciale con gli Stati Uniti nel 2023 ha raggiunto i 111 miliardi di dollari, quello con la Cina è a quota 171 miliardi. Con la Russia vale meno di 4 miliardi. 

La diplomazia del bambù vietnamita

La visita di Putin ha suscitato le ire degli Stati Uniti, principale partner commerciale di Hanoi. Washington ha criticato il governo di Hanoi per aver fornito a Putin una “piattaforma per promuovere la sua guerra di aggressione e consentirgli di normalizzare le sue atrocità”. Condanna finita nel vuoto, grazie all’approccio diplomatico del Vietnam, che dà un importante valore alla Russia per i suoi legami storici, anche se lavora, allo stesso tempo, per migliorare le sue relazioni con l’Europa e gli Stati Uniti. È l’effetto della “diplomazia del bambù”, come l’aveva definita nel 2021 Nguyen Phu Trong, dal 2011 segretario generale del Partito Comunista, la carica più importante nel sistema istituzionale del paese.

Il principio diplomatico di Hanoi si comprende guardando la neutralità ed equidistanza con cui il Vietnam approccia a due importanti questioni di carattere globale: la guerra in Ucraina e lo scontro tra Cina e Stati Uniti. Insomma, pur mantenendo la solida la natura comunista nella politica interna del paese, il Vietnam non vuole irrigidirsi nei rapporti con l’esterno prendendo posizioni radicali su temi difficili. 

L’invasione russa dell’Ucraina ha rappresentato per il Vietnam una sfida diplomatica, che però finora è riuscito a cogliere. Ha scelto di astenersi dalle varie risoluzioni delle Nazioni Unite che condannano le azioni della Russia, ma allo stesso tempo ha mantenuto buoni rapporti con l’Ucraina e ha persino inviato alcuni aiuti a Kiev. I due paesi condividono anche un’eredità dell’era sovietica, che ha spinto migliaia di vietnamiti a lavorare e studiare in Ucraina. Ciononostante, la linea diplomatica vietnamita non passa inosservata agli occhi di Putin. In un articolo pubblicato sul giornale del Partito comunista vietnamita, il presidente russo ha ringraziato Hanoi per il suo “approccio equilibrato” alla guerra in Ucraina. 

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