Quarant’anni dopo, la memoria di Giancarlo Siani risuona in Italia

23.09.2025 03:35
Quarant'anni dopo, la memoria di Giancarlo Siani risuona in Italia

Ricordo di Giancarlo Siani: l’eredità di un giornalista coraggioso

Roma, 23 settembre 2025 – Una macchina per scrivere rimane in grado di raccontare una storia. È una Olivetti M80, l’inchiostro del quale vira verso il grigio, simbolo delle aree in cui la camorra esercita il suo potere. Quella macchina apparteneva a Giancarlo Siani, ucciso esattamente quarant’anni fa, il 23 settembre, a pochi passi da casa sua, riporta Attuale.

La Olivetti M80, con cui Siani ha redatto 651 articoli, sarà esposta in tutta Italia, culminando alla Festa del Cinema di Roma il prossimo 21 ottobre. Lo stesso destino ha avuto la sua auto, una Mehari, riabilitata a simbolo della sua memoria e del suo lavoro come giornalista. Siani, partito da Torre Annunziata per raccontare la Napoli segnata dalla criminalità organizzata, è stato uno dei pochi a denunciare il potere camorristico, a partire dalla gestione degli appalti post-terremoto.

Una data segna la sua condanna a morte: il 10 giugno 1985. In quell’occasione, Siani pubblicò un articolo in cui ipotizzava che l’arresto del boss Valerio Gionta fosse frutto di una soffiata da parte del clan Nuvoletta, desideroso di pace con i Bardellino. Lo scorso giugno, a quarant’anni dalla pubblicazione, il fratello di Siani, Paolo, ha ripubblicato l’articolo sui social insieme a note che evidenziavano i collegamenti che portarono Siani a scrivere quel pezzo.

Il suo articolo, però, gli costò la vita. Per tre mesi, il clan Nuvoletta, alleato con i corleonesi di Totò Riina, pianificò l’omicidio del giornalista, progettando di farlo lontano da Torre Annunziata per depistare le indagini. Quella notte, Siani aveva due biglietti per un concerto di Vasco Rossi; a soli 26 anni, con una vita intera davanti, stava inseguendo attimi di normalità, immerso in una realtà segnata da morti e affari illeciti, come documentato nel libro di Pietro Perone, “Terra nemica”.

Purtroppo, Giancarlo non potrà mai assistere a quel concerto. Ci è voluto molto tempo per onorare adeguatamente la sua memoria. Il libro di Antonio Franchini, pubblicato nel 2001, e il film “Fortapàsc” di Marco Risi del 2008, hanno iniziato a riportare l’attenzione sulla sua figura e sul suo operato.

Oggi, diverse scuole portano il suo nome, e il suo ricordo è celebrato attraverso murales a Napoli e nel Napoletano. Questa sera, Toni Servillo, fresco di Coppa Volpi, leggerà alcuni articoli di Siani nel documentario “Quaranta anni senza Giancarlo Siani”, che andrà in onda su Raitre. Nonostante il tempo trascorso, la forza delle sue parole continua a rappresentare un dovere di memoria e riflessione per questo complesso Paese.

1 Comments

  1. Incredibile come il coraggio di un uomo possa durare nel tempo. La storia di Siani non è solo sua, è di tutti noi che combattiamo contro l’ingiustizia. Oggi più che mai, abbiamo bisogno delle sue parole per non dimenticare!

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