A Parigi si prepara alle Olimpiadi anche il suo museo più importante. La direttrice de Cars elabora strategie per attirare il pubblico francese
Danzare al ritmo di musica dance nella sala delle Cariatidi, dove il re Francesco I nel sedicesimo secolo organizzava balli di ben altro genere, per poi passare di corsa nell’ala dedicata alle antichità egizie e cominciare una seduta di ginnastica sotto lo sguardo severo della Sfinge di Tanis, terminando infine con lo yoga tra le statue della Cour Marly. Con l’avvicinarsi dei Giochi di Parigi, che cominceranno il 26 luglio, anche il Louvre entra nello spirito olimpico, riadattando i suoi saloni in sontuose palestre. Fino al 31 maggio l’appuntamento per tutti gli sportivi amanti dell’arte intitolato “Correte al Louvre” sarà alle otto del mattino per un allenamento di un’ora, al termine del quale il museo più visitato al mondo (8,9 milioni di persone nel 2023) aprirà come al solito i battenti al normale pubblico. Nei sessanta minuti a disposizione, il gruppo, composto da una trentina di persone, avrà il Louvre tutto per sé. Quattro le sedute previste tra i capolavori esposti nei corridoi e nelle stanze, ognuna delle quali accompagnata da un istruttore diverso a seconda delle discipline. È un modo per avere «uno sguardo differente sulle collezioni», ha detto a France Tv la presidente del museo, Laurence des Cars.
Costo dell’esperienza: 38 euro a sessione. Nel biglietto è inclusa anche una visita da effettuare una volta terminati gli esercizi e asciugato il sudore. Il progetto è stato concepito da Mehdi Kerkouche, ballerino e coreografo, che ha instaurato un parallelismo tra arte e sport: «È stato facile trovare dei punti in comune tra queste due discipline», ha spiegato l’artista a Le Nouvel Obs, sottolineando la comunanza di “valori” tra due mondi all’apparenza così distanti. L’iniziativa, patrocinata dal Comitato organizzatore di Parigi 2024, è stata accompagnata dall’esposizione “L’Olimpismo. Un’invenzione moderna, un’eredità antica”, che ripercorre la storia dei Giochi. Il Louvre entra così nell’atmosfera che si comincia a respirare nella capitale francese, dove anche altre istituzioni museali come il Pompidou, il d’Orsay e il Quai Branly partecipano a quella che è stata ribattezzata come la nuova “Olimpiade culturale”: un label che prevede una serie di eventi in tutta la Francia incentrati su arte e sport, con la partecipazione di atleti in molti degli appuntamenti previsti. Il progetto arriva proprio mentre in Francia il settore sta portando avanti una riflessione sul proprio futuro, tra innovazione e offerte volte ad attirare un pubblico sempre vario.
Lo dimostra il nuovo dibattito sulla Gioconda, il capolavoro di Leonardo da Vinci ospitato proprio al Louvre, finito ancora una volta al centro di forti polemiche. Dopo essere stata recentemente votata dagli utenti del sito CouponBird come «l’opera più deludente del mondo» per le modalità con le quali è esposta, il museo parigino ha lanciato una riflessione per spostare l’enigmatico sorriso della Monna Lisa in un’altra sala, dedicata esclusivamente al capolavoro rinascimentale. Magari nel sottosuolo, in un’area ultraprotetta con la giusta temperatura e un accesso diretto. Il minimo per un’opera che da sola attira ventimila visitatori al giorno, schiacciati l’uno contro l’altro, tra chi prova a fare un selfie e chi, invece, cerca semplicemente di ammirare quel piccolo quadro. «Trasferirla in una sala a parte metterebbe fine alla delusione del pubblico», ha garantito la presidente de Cars, riconoscendo che ad oggi i visitatori che vengono da tutto il mondo per ammirare il celebre quadro «sono accolti male».
Un tema, quello dell’accoglienza del pubblico, che secondo de Cars deve diventare «il fil rouge della gestione nei prossimi anni. Il museo «non ha saputo proporre nuove soluzioni per ricevere in buone condizioni i milioni di visitatori che si aspettano molto», ha detto la presidente durante una recente audizione alla Commissione Affari culturali dell’Assemblea nazionale, riconoscendo che il Louvre è rimasto «a margine del grande movimento di modernizzazione» degli altri istituti internazionali.
Una sfida per una simile struttura, che cerca di proiettarsi nel futuro con un nuovo modello mantenendosi allo stesso tempo ben salda alle sue radici. Dopo la sua nomina, arrivata nel 2021, de Cars ha lanciato una nuova strategia incentrata sulla riconquista del pubblico francese e su una serie di cambiamenti strutturali nella gestione dei flussi. Poco male se i numeri si abbasseranno: l’importante è migliorare l’esperienza dei visitatori. La scommessa, però, riguarda l’intero comparto europeo, che dopo la crisi del Coronavirus ha cominciato a porsi delle domande in merito al proprio futuro, mentre nel resto del mondo stanno sorgendo nuovi centri sempre più all’avanguardia, come quelli in fase di realizzazione nell’oasi di Al-Ula, in Arabia Saudita. Proprio in quest’ottica le prossime Olimpiadi forniranno uno spunto di riflessione in più.