Superbonus, le detrazioni spalmate su 10 anni per frenare il debito pubblico

26.04.2024
Superbonus, le detrazioni spalmate su 10 anni per frenare il debito pubblico
Superbonus, le detrazioni spalmate su 10 anni per frenare il debito pubblico

A mettere in guardia da questo rischio è stata la Banca d’Italia, che ha evidenziato come l’incentivo sia costato finora quasi l’8% del Pil

Gli sforzi del governo per frenare l’impatto del Superbonus proseguono e trovano una sponda parlamentare bipartisan. Diversi emendamenti al decreto approvato il 26 marzo scorso e in discussione presso la commissione finanze del Senato propongono infatti di estendere a 10, oppure a 15 anni, dagli attuali 4, la ripartizione delle detrazioni dell’incentivo. Nel fascicolo figurano diverse proposte, formulate da Fi, Lega, Pd, M5s, Avs e Iv, che prevedono, per le spese sostenute nel 2023, la possibilità di ripartire la detrazione, su opzione del contribuente, in «dieci quote annuali di pari importo» (qualcuno chiede fino a 15).

Altre modifiche estendono la ripartizione in.10 già prevista per le spese del 2022 alle comunicazioni inviate all’Agenzia delle Entrate fino al 4 aprile 2024. Si tratta di soluzioni che hanno un obiettivo evidente: alleggerire il carico del Superbonus sul debito pubblico. Per modificare il decreto i partiti hanno presentato 355 emendamenti. Si va dalla richiesta di coinvolgere i comuni nei controlli (la Lega offre ai comuni il 50 per cento dell’incasso prodotto dal contributo della caccia alle frodi) ai.cantieri del 110%, alle deroghe per il Terzo settore e alcune zone colpite da sisma o alluvioni. La spalmatura pluriennale delle detrazioni resta però l’iniziativa più importante anche se, vista l’esperienza del passato, non è detto che questo provvedimento metta il «punto finale» auspicato da Giorgetti.agli effetti del Superbonus.

A mettere in guardia da questo rischio è stata nei giorni scorsi la Banca d’Italia, che ha evidenziato come l’incentivo sia costato finora quasi l’8% del Pil: un conto destinato a.lievitare con i crediti del 2024-25, «il cui importo – puntualizza via Nazionale – è di difficile valutazione, data anche l’incertezza delle recenti modifiche normative». Il nuovo decreto è «un passo necessario», ma vanno evitati «allentamenti rispetto al testo originale», ha osservato la Banca d’Italia che prefigura uno scenario finora mai ipotizzato: «Se neppure le nuove restrizioni dovessero frenare l’accumularsi dei crediti – a avvertito – l’unica via sarebbe l’eliminazione del Superbonus.prima della sua naturale scadenza alla fine del prossimo anno». Per come ideato dal decreto rilancio, infatti, l’incentivo che è.quest’anno al 70%, scenderà il prossimo al 65% per poi uscire dai giochi nel 2026. Per il futuro, nel disegnare incentivi analoghi, serviranno «tetti di spesa sia complessiva sia per ciascun beneficiario», ha suggerito Bankitalia, con aliquote mai troppo vicine al 100% e con «un efficace meccanismo di monitoraggio dei costi in tempo reale». Tutto quello che è mancato al Superbonus.

Fonte: LaStampa

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