Umbria al secondo posto in Italia per morti sul lavoro nel 2025

08.04.2025
Umbria al secondo posto in Italia per morti sul lavoro nel 2025
Umbria al secondo posto in Italia per morti sul lavoro nel 2025

Si continua con il triste primato della nostra regione che in soli due mesi ha già contato 5 vittime. Cosa dicono i numeri

Umbria ancora sul triste podio nazionale dei morti sul lavoro. Dai dati aggiornati al 28 febbraio dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering, l’Umbria è al secondo posto in Italia per i casi di morte sul lavoro per regione, a esclusione degli infortuni in itinere, che sono quelli – va ricordato – che avvengono mentre si va o si viene dal posto di lavoro.

I Casi di morte sul lavoro in Umbria per l’anno 2025 sono in totale 5 che, su un numero di occupati pari a 373.057, si traducono in una incidenza di 13,4. L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. I decessi sul lavoro in Umbria, sempre al netto di quelli in itinere, sono il 5 percento dei totali dei morti registrati nel 2025 nel resto d’Italia. Fa peggio di noi, in questo triste podio che ormai da troppo tempo ci vede posizionati, la Basilicata che registra un indice pari a 15,2, con tre casi di morte su 196.765 lavoratori, incidendo per il 3 percento sul totale dei morti sul lavoro in Italia in questo ultimo anno. Dopo l’Umbria c’è il Trentino, quindi la Puglia, poi Liguria, Abruzzo, Calabria, Veneto e Toscana. Friuli, Molise e Valle d’Aosta non hanno registrato nessun caso.

A febbraio sono 101 gli infortuni mortali in occasione di lavoro in Italia e 37 quelli in itinere. In Lombardia e in Veneto il maggior numero di vittime totali. Trasporti e magazzinaggio e attività manifatturiere i settori più colpiti dal fenomeno. Diminuisce il numero delle denunce di infortunio complessive (mortali e non): -3,4% rispetto a febbraio 2024.

«Nel primo bimestre 2025 il dramma continua inesorabilmente e tragicamente. Con un segno più che allarma soprattutto chi come noi lavora per la sicurezza sul lavoro quotidianamente. Perché rispetto al 2025 le vittime sono aumentate del 16%. Si contano già 138 decessi, 19 in più dello scorso anno. E sul podio dell’insicurezza nazionale, in zona rossa, c’è oltre un terzo della Penisola». Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro e ambiente Vega di Mestre, presenta alcuni dei dati più significativi contenuti nell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti. Una mappatura in cui l’incidenza è il vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese.

A finire in zona rossa a febbraio 2025 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 4,2 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Puglia, Liguria, Abruzzo e Calabria. In zona arancione: Veneto, Toscana e Piemonte. In zona gialla: Lombardia, Campania e Lazio. In zona bianca: Emilia-Romagna, Sardegna, Marche, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Valle d’Aosta.

Anche nel primo bimestre dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).

Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori che hanno maggiore esperienza; infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (7,7) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (7,1) seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (4,4). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (38 su un totale di 101).

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel mese di febbraio sono 21 su 101, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 8,4 morti ogni milione di occupati, contro il 3,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

Sono 138 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 101 in occasione di lavoro (10 in più rispetto a febbraio 2024) e 37 in itinere (9 in più rispetto a febbraio 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (17). Seguono: Veneto (11), Puglia (9), Lazio, Piemonte e Toscana (8), Campania, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna (6), Umbria (5), Liguria (4), Basilicata, Abruzzo e Calabria (3), Sicilia (2), Marche e Sardegna (1). Ancora senza vittime: Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Molise. (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

Alla fine di febbraio 2025 attività manifatturiere e trasporti e magazzinaggio sono i settori che fanno registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono entrambi con 12. Seguono le Costruzioni (11) e il Commercio (7). Il martedì e il mercoledì sono i giorni più luttuosi della settimana, ovvero quelli in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo bimestre dell’anno (20,8%).

Le denunce di infortunio totali diminuiscono anche se di poco rispetto a febbraio 2024 (-3,4%). Erano, infatti, 92.711 a fine febbraio 2024 e nel 2025 sono passate a 89.556.

Anche a inizio del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle attività manifatturiere (9.324). Seguono: sanità (5.191), costruzioni (4.528), trasporto e magazzinaggio (4.435) e commercio (4.366).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici a febbraio 2025 sono state 33.713 (27.306 delle quali sono denunce di infortunio in occasione di lavoro). Mentre sono 55.843 le denunce totali degli uomini (49.699 in occasione di lavoro).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a febbraio 2025 sono 7, mentre 8 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Le denunce dei lavoratori stranieri sono 17.450 su 89.556 (circa 1 su 5). E sono 14.944 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 77.005.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 21, mentre sono 9 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 18.742 denunce (il 20,9% del totale).

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