Dopo il primo caso in Europa le autorità sanitarie sono in allarme per la rapida diffusione del ceppo mutato. La nuova epidemia, a differenza delle precedenti, sta colpendo anche bambini e donne in gravidanza
Non solo l’Africa. Adesso che la nuova variante di mpox, conosciuto come vaiolo delle scimmie, è stato isolato in Svezia cresce l’allarme e l’Oms ha dichiarato l’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Cosa sappiamo sul nuovo vaiolo delle scimmie, dai sintomi alla possibilità di vaccinarsi.
I sintomi del nuovo vaiolo delle scimmie
I sintomi del vaiolo delle scimmie includono:
- febbre;
- dolori muscolari;
- rigonfiamento dei linfonodi;
- spossatezza;
- grandi lesioni cutanee simili a bolle.
L’eruzione cutanea di solito inizia entro tre giorni dalla comparsa della febbre. I sintomi in genere durano da 2 a 4 settimane e scompaiono da soli senza trattamento. Il virus si trasmette attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico. L’eruzione cutanea, i fluidi corporei (come liquido, pus o sangue da lesioni cutanee) e le croste sono particolarmente infettivi. Ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive e il virus può diffondersi attraverso la saliva o attraverso legoccioline respiratorie in caso di contatto prolungato faccia a faccia.
Alcune persone sono a più alto rischio di malattie gravi o complicanze: donne in gravidanza, bambini e persone immunocompromesse. Le complicazioni includono infezioni cutanee secondarie, broncopolmoniti, sepsi, encefaliti e infezione della cornea.
Esistono due sottotipi del virus: il Clade I e il Clade II. Clade I, più letale, è endemico da decenni nel bacino del Congo. Clade II, meno grave, è stato endemico in alcune parti dell’Africa occidentale. Fino agli ultimi anni, le epidemie erano per lo più causate da persone che avevano contratto il virus da animali infetti. Nel 2022 c’è stata una forte diffusione di un’altra variante, ed è stata dichiarata l’emergenza internazionale. Un nuovo sottotipo – Clade Ib – è stato individuato nel settembre 2023 in Congo. A differenza delle precedenti varianti, è stata registrata anche la diffusione attraverso contatti non sessuali tra persone, compresi i bambini che giocano insieme a scuola. Secondo l’Oms, il Clade Ib causa la morte in circa il 3,6% dei casi, anche se i neonati e i bambini sono più a rischio. Inoltre, causa malattie più gravi rispetto al clade II. Nella prima metà di quest’anno sono stati segnalati più casi di mpox che in tutto il 2023.
Il primo caso di vaiolo delle scimmie in Europa
Il primo caso europeo di vaiolo delle scimmie è stato accertato in Svezia. La persona è stata infettata durante un soggiorno in un’area dell’Africa dove attualmente c’è un grave focolaio di mpox Clade I.
Il nuovo vaiolo delle scimmie è un’emergenza internazionale
La notizia arriva del caso svedese poche ore dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia di vaiolo delle scimmie “emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale”. Una decisione simile era stata presa solo per l’influenza suina nel 2009, per la polio (2014), per ebola (nel 2013 e poi, nuovamente, nel 2019), per Zika,(2016), per Covid (2020) e per la precedente epidemia di mpox nel 2022. “Come abbiamo sottolineato in precedenza, era solo questione di tempo prima che la variante mpox Clade I, che sembra essere più grave rispetto a Clade II, venisse individuato in altre regioni, dato il nostro mondo interconnesso”, ha dichiarato su X il direttore regionale per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge.
I vaccini contro il vaiolo delle scimmie
Agire dove il virus è endemico è la chiave per limitare i contagi nel resto del mondo. Contro il vaiolo delle scimmie esistono i vaccini. Finora in Italia e in Europa non è stata necessaria la vaccinazione di massa.
Adesso l’Oms ha annunciato di aver messo a punto un piano di risposta che richiede un investimento iniziale di 15 milioni di dollari. 1,45 milioni sono stati già stanziati dall’Oms e altre risorse saranno impiegate nei prossimi giorni, L’autorità per le emergenze sanitarie europea Hera (Health Emergency Preparedness and Response Authority) ha annunciato di avere acquistato 175 mila dosi di vaccino anti-mpox da donare ai paesi africani. Altre 40 mila dosi saranno donate dall’azienda produttrice Bavarian Nordic.
Secondo Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, la chiave per evitare scenari peggiori è proprio la vaccinazione. All’Adnkronos Salute spiega: “Questo è un vaiolo diverso rispetto a quello delle scimmie che aveva riguardato nel 2022 per la maggior parte uomini che fanno sesso con altri uomini, quindi una malattia trasmissibile non solo con i rapporti sessuali – che si era contenuta con lo sforzo delle vaccinazioni e con comportamenti corretti in quella fascia – oggi in Africa sta colpendo i bambini e le donne in gravidanza. In Italia abbiamo una parte della popolazione vaccinata contro il vaiolo e una parte che non è immunizzata. Io credo che oggi l’Oms farebbe bene a rimettere nell’agenda futura – anche per quanto riguarda i bambini e l’Africa – le vaccinazioni contro il Mpox”.